Le guerre che gli Stati Uniti hanno condotto e alimentato in Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen e Pakistan dopo l’11 settembre 2001 hanno causato almeno 4,5 milioni di morti, secondo un rapporto della Brown University.
Quasi un milione delle persone che hanno perso la vita sono morte durante i combattimenti, mentre circa 3,6-3,7 milioni sono morti indirette, a causa dei problemi sanitari ed economici procurati dalle guerre, come malattie, malnutrizione e distruzione delle infrastrutture.
Queste sono le conclusioni di uno studio condotto dal progetto Cost of Wars del Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University.
Il rapporto ha analizzato anche gli effetti delle guerre in Libia e Somalia, sponsorizzate da Washington.
Gli studiosi hanno stimato come, nei Paesi presi in esame, ci siano ancora oggi 7,6 milioni di bambini sotto i 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta, il che significa che “non ricevono cibo a sufficienza e sono debilitati a tal punto da essere ridotti letteralmente a pelle ed ossa, ponendo questi bambini a grave rischio di morte“.
In Afghanistan e Yemen, questa condizione riguarda quasi il 50% dei bambini e, in Somalia, quasi il 60%.
Figura 2 – Malnutrizione infantile per Paese zona di guerra (Dati dal 2020 al 2023)
In uno studio separato del 2021, il progetto Cost of Wars della Brown University ha rilevato che le guerre degli Stati Uniti dopo l’11 settembre hanno sfollato almeno 38 milioni di persone, più di qualsiasi altro conflitto dal 1900, esclusa la Seconda guerra mondiale.
Il rapporto del 2021 osserva che
Milioni di sfollati dalle guerre statunitensi post 11 settembre“38 milioni sono una stima molto prudente. Il totale degli sfollati dalle guerre statunitensi dopo l’11 settembre potrebbe essere più vicino ai 49-60 milioni, il che rivaleggerebbe con gli sfollati della Seconda guerra mondiale”.
Lo studio del maggio 2023, che ha stimato le persone uccise dalle guerre statunitensi post 11 settembre tra 4,5 e 4,6 milioni, ha sottolineato che un gran numero di civili sta morendo ancora oggi, a causa delle conseguenze prolungate di questi conflitti violenti. Sebbene l’esercito americano si sia ritirato dall’Afghanistan nel 2021, “oggi gli afgani soffrono e muoiono per cause legate alla guerra ad un tasso più alto che mai“, si legge nel rapporto.
Oltre al numero impressionante di morti, altri milioni di civili sono stati feriti e hanno sofferto altre incredibili difficoltà a causa di queste guerre.
“Per esempio, per ogni persona che muore di una malattia trasmessa dall’acqua perché la guerra ha distrutto l’accesso all’acqua potabile e alle strutture per il trattamento dei rifiuti, ce ne sono molte altre che si ammalano“, ha evidenziato lo studio.
Il rapporto 2023 “evidenzia molte conseguenze a lungo termine e poco conosciute della guerra sulla salute umana, sottolineando che alcuni gruppi, in particolare donne e bambini, subiscono il peso maggiore di questo impatto continuo“.
Le persone che vivono in povertà e quelle appartenenti a gruppi emarginati hanno tassi di mortalità più elevati e aspettative di vita più basse.
Il documento sottolinea come “le guerre successive all’11 settembre hanno causato diffuse difficoltà economiche per le persone nelle zone di guerra e come la povertà, a sua volta, sia stata accompagnata da insicurezza alimentare e malnutrizione“.
Figura 3 – Vie causali di morti indirette nelle guerre post 11 settembre
In quasi tutte le guerre, le morti indirette rappresentano la maggior parte delle vite perse. I ricercatori della Brown University hanno sottolineato, ad esempio, che
“nelle aree di conflitto, i bambini hanno 20 volte più probabilità di morire per malattie diarroiche che per il conflitto stesso”.
Anche i danni alle infrastrutture che si verificano durante le guerre sono molto letali. “Ospedali, cliniche e forniture mediche, sistemi idrici e igienico-sanitari, elettricità, strade e segnali stradali, infrastrutture per l’agricoltura e la spedizione di merci e molto altro ancora vengono distrutti, danneggiati e interrotti, con conseguenze durature per la salute umana“, si legge nel rapporto.
I problemi economici causati da queste guerre post 11 settembre sono stati devastanti.
Due decenni di occupazione militare USA-NATO dell’Afghanistan hanno lasciato dietro di sé una crisi economica al limite dell’apocalittico. Più della metà della popolazione afghana è in condizioni di estrema povertà e vive con meno di 1,90 dollari al giorno. Il 95% degli afghani non ha cibo a sufficienza.
Nello Yemen, più di 17,4 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare e 85.000 bambini sotto i 5 anni sono probabilmente morti di fame. Anche nei Paesi in cui non è stato dispiegato un gran numero di truppe statunitensi, le guerre di Washington hanno distrutto le vite di innumerevoli civili.
Gli attacchi dei droni statunitensi in Yemen e Somalia “hanno un impatto significativo sulle fonti di sostentamento delle persone”, uccidendo lavoratori, distruggendo aziende agricole e commerciali e mandando in bancarotta le famiglie.
“La gravità dell’impatto di questi danni economici sulle popolazioni che dipendono dalla terra per la loro sopravvivenza non può essere sottovalutato“, sottolinea il rapporto.
Le cosiddette leggi antiterrorismo di Washington in Somalia hanno anche “ostacolato gli sforzi del soccorso umanitario, intensificando gli effetti della carestia”, hanno osservato i ricercatori.
Centinaia di migliaia di bambini sono morti a causa della carestia che ha colpito il Paese dell’Africa orientale.
Gli studi della Brown University fanno parte di un crescente numero di ricerche che documentano il tributo di morte delle guerre statunitensi successive all’11 settembre.
Un rapporto del 2015 del gruppo vincitore del Premio Nobel, International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) concludeva che 13 anni di cosiddetta “guerra al terrorismo” di Washington avevano causato un totale di 1,3 milioni di morti, di cui 1 milione in Iraq, 220.000 in Afghanistan e 80.000 in Pakistan.
L’IPPNW avvertiva che questa cifra del 2015 era
“solo una stima prudente. Il numero totale di morti nei tre Paesi sopra citati potrebbe anche superare i 2 milioni, mentre una cifra inferiore a 1 milione è estremamente improbabile”.
Ben Norton è un giornalista investigativo e analista. È il fondatore e redattore di Geopolitical Economy Report e lavora in America Latina. Watson Institute for International and Public Affairs – Brown University
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Fonte: https://geopoliticaleconomy.com/2023/05/18/us-911-wars-million-deaths-displace/
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare – https://www.resistenze.org/sito/os/dg/osdgne24-026274.htm