Le quattro libertà che ci sono costate la libertà
di Gianluca Baldini - 15/04/2019
Fonte: Appello al Popolo
Se apri le frontiere dei capitali ai paesi in cui non si pagano le tasse, le frontiere delle persone e dei servizi ai paesi in cui non si paga il lavoro, le frontiere delle merci ai paesi in cui le normative ambientali e sulla sicurezza sono ferme all’Ottocento, poi devi competere eliminando le tasse (cioè smantellando lo stato sociale), riducendo il costo del lavoro (cioè smantellando i diritti dei lavoratori) e abbassando gli standard produttivi (cioè smantellando le procedure basate sul principio di precauzione).
Non c’è altro modo di competere con chi fa dumping sociale e fiscale e lo dimostra il fatto che non è solo l’Italia a subire le delocalizzazioni delle imprese, che colpisce anche Francia e Germania, in favore sempre e soltanto dei paesi a basso reddito e bassi diritti.
Per tale ragione è necessario abolire queste quattro libertà su cui si fondano i trattati europei, cioè ripristinare i vincoli alla circolazione di persone, capitali, merci e servizi, ricominciando a fare una politica di stimolo dell’economia interna.
Perché per esercitare queste quattro libertà abbiamo dovuto rinunciare alla libertà più importante: quella di lavorare percependo un reddito che ci consenta di vivere un’esistenza dignitosa.
Queste quattro libertà ci sono costate la vita e non c’è bene o servizio che valga la dignità umana.