Le tre emergenze che stanno avvolgendo le nostre vite
di Riccardo Paccosi - 06/11/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
Abbiamo tre emerrgenze storiche che stanno investendo le nostre vite, ma delle quali è ovviamente cosciente solo una minoranza.
1) La prima emergenza è quella geopolitica.
C'è una terza guerra mondiale in corso, tenuta sotto controllo dal punto di vista dello scontro diretto tra superpotenze, ma la cui posta in gioco - il nuovo ordine mondiale che sostituirà quello di Yalta oggi crollato - non consente di prevedere soluzioni di mediazione o compromesso fra le parti in conflitto.
Tra Occidente Collettivo e Sud Globale, in altre parole, la partita sembra oggi potersi concludere solo ed esclusivamente con un vinto e un vincitore. L'ipotesi che questa dinamica conflittuale e globale possa essere bloccata dall'elezione di Donald Trump è, per il momento, nulla più che un'ipotesi.
2) La seconda emergenza è quella sociale.
La crisi mai del tutto arrestatasi del 2007-2008, gli effetti recessivi delle politiche austeritarie in Europa, l'avvento della robotica nella produzione, la gestione in senso deregolazionista dei flussi migratori, le conseguenze depressive per l'economia dei due anni di emergenza pandemica, hanno fatto aumentare a dismisura il numero di famiglie sotto la soglia di povertà e stanno materializzando, in tutto l'occidente, una mutazione della composizione sociale: dalla prevalenza del ceto medio, lentamente ma inesorabilmente si va sostituendo sotto i nostri occhi l'avvento d'una nuova useless class, una massa di persone estromesse dai processi di produzione del valore.
Questa emergenza sociale costituisce un problema non già etico-morale, bensì strategico: la crescita dell'impoverimento, unitamente all'isolamento digitale, non genera ribellione ma, al contrario, rassegnazione come già avvenuto in Grecia dopo un decennio di lotte di piazza senza esito.
3) La terza emergenza riguarda la struttura istituzionale e sociale, con annessi cambiamenti di ordine antropologico-culturale.
In sostanza, si tratta di quell'insieme progettuale facente capo al World Economic Forum e che viene declinato e denominato in vari modi: Grande Reset, Quarta Rivoluzione Industriale, Agenda 2030.
Suddetto insieme progettuale prevede l'avvento d'un sistema di tipo neo-assolutista. Un sistema, cioè, che baserebbe le proprie decisioni su un principio di oggettività scientifica che, in quanto tale, non potrebbe in alcun modo contemplare opinioni divergenti e/o dialettica democratica.
A questo azzeramento della democrazia, si associa poi la volontà di alimentare l'emergenza sociale di cui al punto precedente. Questo attraverso vari strumenti quali la diminuzione del possesso di automobili e della possibilità di spostamento, la riduzione del numero di abitazioni in proprietà, la correlazione tra credito sociale e conto corrente bancario, la decimazione di agricoltura e allevamenti con conseguente promozione dell'entomofagia, il susseguirsi di stati d'emergenza entro un'unica condizione permanente di stato d'eccezione.
Questa emergenza inerente ai sistemi politici, quantunque materializzantesi su scala globale, non è connessa all'emergenza geopolitica della guerra mondiale in corso. Le direttive di World Economic Forum e istituzioni correlate, infatti, non sono oggetto di contesa tra Occidente Collettivo e Sud Globale giacché - come possiamo leggere nella "Kazan Summit Declaration" fuoriuscita dal vertice dei paesi Brics del 22-24 ottobre - le nazioni che oggi sono in conflitto con quelle occidentali riconoscono l'agenda del WEF: dal ruolo direttivo dell'OMS in ambito sanitario, alla lotta alla "disinformazione" (ovvero alla contro-informazione online), fino alle politiche austeritarie anti-ceto medio in nome della difesa dell'ambiente.
Dunque, che fare?
Di quest'utimo aspetto, probabilmente ne parlerò sul sito di Giubbe Rosse nei prossimi giorni, ma almeno una cosa ritengo debba essere anticipata: chi davvero vuole contrastare la deriva intrapresa dal mondo, non può permettersi di perdere un minuto di tempo in più con coloro che riconoscono l'esistenza delle prime due emergenze ma, per ragioni del tutto para-ideologiche e irrazionali, negano l'esistenza della terza.