Le vostre bugie significano una cosa: l’Esercito arabo siriano avanza!
di Bashar al-Assad - 08/03/2018
Fonte: Aurora sito
Dr. Bashar al-Assad, Presidente della Repubblica araba siriana, 04/03/2018
Introduzione, trascrizione e traduzione di Mouna Alno-Nakhal per Mondialisation
Su richiesta del Regno Unito e in seguito a una convocazione decisa con una votazione nella mattinata del 2 marzo, il Consiglio per i diritti umani teneva, nel pomeriggio, un “dibattito urgente” sulla situazione in Siria. Un dibattito che coinvolse 50 Stati membri e osservatori del Consiglio, nonché rappresentanti di diverse ONG, per discutere un progetto di risoluzione presentato dal Regno Unito sul deterioramento della situazione dei diritti umani nel “Ghota orientale”; una proposta secondo cui “il Consiglio condanna fermamente tutte le violazioni del diritto internazionale umanitario e le violazioni gravi, diffuse e sistematiche dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella Repubblica araba siriana”. Fu deciso che il Consiglio avrebbe deciso su questo progetto ed otto emendamenti presentati da Russia e Sud Africa il 5 marzo. Oltre alle posizioni dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, note a tutti gli osservatori, si notavano i seguenti chiarimenti nella relazione informativa [1]: “La Siria deve essere portata davanti al Tribunale penale internazionale”! Questo conclude l’appello dell’Alto Commissario per i diritti umani giordano e delle Nazioni Unite Zayd Rad al-Husayn. Pur essendo solidale con la sofferenza del popolo siriano e condannando tutte le violenze contro i civili, Venezuela, Cuba, Iraq e Cina, che si erano opposti alla convocazione di tale dibattito, ritenevano che il Consiglio volesse politicizzare la questione dei diritti umani, minandone la credibilità. Il Sudafrica si rammaricava che il Regno Unito, membro permanente del Consiglio di sicurezza, nel presentare tale proposta, volesse “esternalizzare” il suo mandato al Consiglio per i diritti umani. Questo non è accettabile e non va accettato. Il Sudafrica affermava anche che se i membri del Consiglio di sicurezza ritengono che armi chimiche siano state utilizzate in Siria, devono convenire che la Convenzione sulle armi chimiche (CWC) è la base legale per affrontare questo problema. Per il Regno Unito, è ovvio che solo la storia del Ghuta di Damasco pone un “problema umanitario”; una storia così ben raccontata, in parte, da Le Monde del 27 febbraio 2018 [2]. Si potrebbe riassumere che i presunti amici preoccupati del popolo siriano avrebbero negoziato per mesi la conclusione di un “accordo di riconciliazione tra ribelli e regime, il primo abbassando le armi in cambio di una forma di autonomia”. Una “forma di autonomia” non solo per i terroristi di Jabhat al-Nusra, una volta lasciato il Ghuta orientale per riorganizzarsi nella provincia di Idlib; ma anche per i terroristi di Jaysh al-Islam (d’obbedienza saudita), una volta sistemate le faide reali o simulate con Faylaq al-Rahman (d’obbedienza del Qatar). Ciò senza ripetere le “amministrazioni autonome” proposte nella parte orientale di Aleppo dall’inviato ONU Staffan de Mistura ai terroristi che martirizzarono Aleppo per anni. E senza parlare di altre forme di autonomia ai curdi siriani ad Est dell’Eufrate e ai turcomanni siriani ed altri fan di Erdogan del cosiddetto “esercito libero” (ELS), ad occidente dell’Eufrate. È in tale contesto che il Presidente della Repubblica araba siriana risponde alle domande dei giornalisti la sera del 4 marzo 2018 (Mouna Alno Nakhal).
1. al-Fadaiya TV (sig.ra Alisar Mala): Signor Presidente, negli ultimi tempi abbiamo assistito a una maggiore frequenza di visite delle delegazioni iraniana e russa. Indicherebbe maggiore coordinazione o risponde alle voci di disaccordi tra alleati?
Presidente al-Assad: Come è chiaro a tutti, attualmente c’è un attacco mediatico e politico. Non voglio dire che sia inedito, perché di tanto in tanto sono sorti precedenti, a seconda delle circostanze, accompagnati dal continuo sostegno ai terroristi e dall’offensiva militare e di sicurezza permanente sulla Siria, da anni. Un attacco condotto sotto slogan umanitari, a titolo di difesa dei civili od altri; slogan ripresi da media e funzionari occidentali; l’attuale campagna mirava principalmente a mobilitare i terroristi, dopo le recenti (ripetute) sconfitte. C’incontriamo prima per discutere della situazione attuale, seguire i risultati della Conferenza di Sochi e, allo stesso tempo, discutere la riunione tripartita tra Turchia, Russia e Iran che si terrà tra qualche giorno sulla situazione in Siria. Date le circostanze, è normale che ci sia un maggiore coordinamento ed incontri più frequenti tra i funzionari siriani, iraniani e russi.
2. al-Alam TV ( Housayn Murtada): La risoluzione 2401 prevede l’immediato cessate il fuoco, ma osserviamo che proiettili continuano a cadere su Damasco, in particolare mentre l’Esercito arabi siriano ha avviato l’operazione nel Ghuta orientale. Cosa significa?
Presidente al-Assad: Oltre alla terminologia usata nei (testi delle) risoluzioni internazionali, l’Esercito arabo siriano non effettua un’aggressione tale che debba interrompere un’operazione. L’Esercito arabo siriano opera per ripristinare la stabilità e difendere il popolo siriano dal terrorismo. Inoltre, la formulazione originale della risoluzione in questione (la bozza di risoluzione 2401), e non la sua formulazione definitiva, era volta a proteggere i terroristi dato che le truppe dell’Esercito arabo siriano iniziavano a riunirsi nei dintorni del Ghuta orientale Ma indipendentemente da chi presentava il progetto di risoluzione al Consiglio di sicurezza, quando fu adottato nell’attuale formulazione, inaspettata per gli Stati occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti, perché relativamente vantaggioso proteggendo i civili continuando a combattere il terrorismo, furono dati ordini ai terroristi di continuare a bombardare Damasco. Questa è la verità. La prova è il ritardo di alcuni giorni tra l’adozione e il nuovo progetto di risoluzione presentato dalla delegazione inglese (dal 24 febbraio al 2 marzo). Il precedente progetto non soddisfaceva le loro aspettative, quindi ne cercavano un altro. E intanto era essenziale che le bande terroristiche continuassero gli attentati ai civili inermi. Cosa significa? Significa solo una cosa: continueremo a combattere il terrorismo. Semplicemente non iniziamo a farlo nel Ghuta orientale. Abbiamo iniziato a combattere il terrorismo ovunque e dal primo giorno. Abbiamo iniziato ad Aleppo… ad Homs… a Dayr al-Zur… E l’operazione nel Ghuta orientale è la continuazione della lotta al terrorismo dovunque sia. Ma sembra che la programmazione di tali risoluzioni coincida, il più delle volte, con la depressione delle milizie armate; quindi è normale che una bozza di risoluzione venga a proteggerli da un lato e ad alzare il morale dall’altro.
3. al-Fadaiya TV (Nizar al-Rafi): Signor Presidente, i Paesi occidentali affermano che quest’ultima risoluzione dell’ONU riguarda solo la situazione umanitaria, ossia salvataggio ed invio di aiuti. Cosa ne pensa?
Presidente al-Assad: La situazione umanitaria presentata, di tanto in tanto e a tutti i livelli in occidente, è una stupida menzogna equivalente alla stupidità dei capi occidentali che continuano a ripeterla. Nessuno ci crede. Precisamente: da quanto tempo c’è questa storia dell’umanitarismo occidentale? Dal neo-colonialismo? Dalla seconda guerra mondiale, quando milioni di persone caddero in Unione Sovietica senza l’aiuto occidentale e che decise di sbarcare quando pensavano che la Russia vinceva? Dalla guerra di Corea negli anni Cinquanta? E ultimamente, dalla guerra in Iraq o Siria? Che fa l’alleanza quotidiana ogni giorno a Dayr al-Zur, Raqqa o Hasqaqah? Massacri! Solo a febbraio ci sono stati più di quattro massacri di civili. Pertanto, l’umanità in questione è una delle molte parole che riempiono il “Dizionario politico occidentale”; il dizionario delle bugie. Ma data l’esperienza acquisita lavorandoci, non solo durante la guerra ma per decenni, abbiamo la capacità di tradurre tali termini. Per noi, nella logica occidentale, il termine “umanitario” significa solo una cosa in Siria: l’Esercito arabo siriano avanza! Pertanto, chiunque non voglia perdere tempo a raccogliere le notizie del giorno su cosa accade sul terreno in Siria, può accontentarsi di cercare, su Internet quanto spesso tale termine (umanitario) viene ripetuto dai funzionari occidentali ai loro media. Un forte aumento della frequenza significa che le cose vanno nella giusta direzione sul terreno; questa è l’unica spiegazione.
4. al-Mayadin (Muhamad al-Qudr): Signor Presidente, questo è il sesto giorno di tregua nel Ghuta orientale. Tuttavia, le violazioni continuano così come il bombardamento. Più importante è il fatto che nessun civile è ancora uscito. Quanto durerà?
Presidente al-Assad: Finché ci sono persone e anche una sola, pensiamo che siano in maggioranza, che vogliono lasciare il blocco del terrorismo per entrare nello Stato, dobbiamo mantenere la tregua spianandogli la strada per passare nelle aree sotto l’autorità statale. Non c’è contraddizione tra tregua ed operazioni di combattimento. I progressi dell’Esercito arabo siriano nel Ghuta orientale, ieri e l’altro ieri, hanno avuto luogo durante questa tregua. Ecco perché, come vi ho appena detto, la Risoluzione 2401 è positiva sotto alcuni aspetti. Permette, allo stesso tempo, di prendere in considerazione la situazione umanitaria, per scopi umanitari, mantenendo l’obiettivo di colpire i terroristi. Ecco perché dobbiamo continuare le operazioni parallelamente all’apertura di una via d’uscita per i civili.
5. al-Iqbariya TV (Rana Ismail): Ci sono discussioni sull’uso di sostanze chimiche tossiche da parte del governo contro i civili, in particolare nel Ghuta orientale e ad Idlib. Allo stesso tempo, molti funzionari occidentali, parlo di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, minacciano l’attacco militare al governo siriano in caso di conferma. Cosa risponde a tali accuse? Li prende sul serio?
Presidente al-Assad: Oggi, il termine “chimico” fa parte del dizionario occidentale delle menzogne. Penso che ne sentimmo parlare per la prima volta nel 2012. Da allora, ne hanno parlato ripetutamente. Oggi, sei anni dopo, dove sono le prove sull’uso di un’arma di distruzione di massa? Si suppone che l’uso comportasse molti massacri con migliaia o, almeno, centinaia di morti. Ciò non è accaduto, né quando la Siria possedeva le armi chimiche né quando le ha cedute. Come sarebbe logicamente possibile che in tale guerra, un’arma del genere sia usata senza danneggiare i civili nelle aree controllate dallo Stato e dall’Esercito arabo siriano? È illogico, militarmente errato, oltre al fatto che abbiamo chiaramente rinunciato a queste armi nel 2013 e che esiste un’organizzazione incaricata di verificarlo e che ha investigato. Se ci fosse qualche prova, lei lo avrebbe fatto sapere. Ma sembra che si riferiscano ad organizzazioni di cui non ci si fida fondamentalmente. Aggiungete che la maggior parte dei funzionari occidentali parlava di uso di armi chimiche, prima di dichiarare pochi giorni dopo che non ne avevano prove. In altre parole, hanno minato la propria credibilità contraddicendo le loro accuse. Ecco perché ripeto che tale discorso è semplicemente un ricatto. Ovviamente lo prendiamo sul serio, perché è un discorso che di solito serve come pretesto per attaccare l’Esercito arabo siriano, come accaduto quando bombardarono l’aeroporto al-Shayrat. Siamo al centro della guerra. È normale prendere tutto sul serio. E naturalmente l’occidente ha cercato fin dal primo giorno di guerra di giustificare la guerra totale al Paese. Ma dico che quest’arma non esiste e che questa bugia, o questo inganno, non può passare.
6. SANA (Wail al-Huija): Oltre alla distruzione delle infrastrutture, massacri commessi contro i civili dalla Coalizione internazionale guidata da Washington, si ripetono nei governatorati di Dayr al-Zur e Raqqa, senza la minimo motivazione. Come lo spiega Signor Presidente?
Presidente al-Assad: Come ho appena detto, la Coalizione internazionale perpetua massacri contro i civili, contro le forze arabe siriane o contro le forze che combattono lo SIIL a fianco dell’Esercito arabo siriano. Dato che gli alleati sono entrati illegalmente nello spazio aereo siriano e hanno lanciato i loro attacchi illegittimi, qualcuno di noi ha mai sentito parlare di una singola, efficace azione contro lo SIIL? Hanno colpito anche una sola delle sue posizioni? Certamente no! In altre parole, possiamo dire in tutta semplicità che tale coalizione è l’aeronautica dello SIIL, qualunque sia il nome che le viene dato. D’altra parte, chi dovrebbe condannarli? Parlare di condanna internazionale implica fare appello alle organizzazioni internazionali. In larga misura, le controllano tutti. Come minimo, possono impedirgli di pronunciare la minima delle condanne contro di esse. Così hanno impedito qualsiasi condanna del bombardamento di civili a Damasco, Aleppo e altrove. È concepibile che consentano una condanna contro di sé? È qualcosa che non succederà. E penso che sia la funzione naturale della Coalizione. Ora, possiamo dire che il gioco è fatto con le carte sul tavolo e tutte le maschere indossate all’inizio della guerra cadute. Tutti giocano apertamente la propria partita. Ora l’occidente sostiene e difende SIIL, Jabhat al-Nysra e simili organizzazioni terroristiche senza vergogna, con scuse che non convincono più la sua opinione pubblica. Ecco perché, come in passato, non dovremmo aspettarci, ora o in futuro, che l’occidente rispetti diritto internazionale, moralità od umanità.
7. al-Alam TV (Husayn Murtada): Ultima domanda, Signor Presidente. Come vede i tentativi turchi di entrare ad Ifrin ed occuparla? Per quale scopo entrano le Forze popolari? E infine, siamo realisti, questa regione era fuori dall’autorità dello Stato da diversi anni. Cosa implica questo?
Presidente al-Assad: Come ha già affermato lo Stato siriano, i tentativi d’invasione turca sono un’aggressione, non c’è altra visione possibile e nemmeno sinonima: è un’aggressione della Turchia alla Siria. E più che un’aggressione, è una domanda legata a ciò che Erdogan cerca dall’inizio della crisi. Cerca di creare una zona cuscinetto che sia la base dei terroristi che protegge per lanciarli contro Esercito, Stato e popolo siriano. Al tempo, l’amministrazione statunitense non l’aveva autorizzato ad andarci mentre, come sapete, in tutte le sue dichiarazioni non smise mai d’implorare gli Stati Uniti di creare quest’area permettendogli di svolgere tale ruolo; il loro rifiuto era dovuto al fatto che consideravano il cosiddetto “esercito libero” (ELS) in grado di svolgere le missioni affidategli da USA e Stati occidentali. Ma dopo la liberazione di Homs, alcuni anni fa, seguita dalla liberazione di Aleppo, divenne necessario il ruolo della Turchia. La Turchia iniziò a pesare apertamente col suo peso e quello dei terroristi. E poi, la liberazione di Dayr al-Zur rese il suo intervento militare indispensabile, al fine di rimescolare le carte. In effetti, è vietato all’Asse dell’antiterrorismo, Siria-Iran-Russia, vincere. Deve annegare nei problemi e in una lunga operazione che l’esaurisca. Ecco perché la Turchia ha dovuto intervenire. Pertanto, tutti i titoli sui curdi od altri, restano tali perché la verità è che quando Erdogan presentò il piano della zona cuscinetto, il soggetto dei curdi no si pose. Non c’è alcuna connessione tra i due. Si parla del problema curdo nel nord-ovest, ma non più nel nord-est. Dov’è la differenza? Sono manovre che testimoniano la sua doppiezza, nient’altro. Sull’ingresso delle Forze popolari ad Ifrin, è normale che tutti i segmenti della società si uniscano non appena ci sia l’aggressione straniera e l’Esercito arabo siriano sia impegnato a combattere il terrorismo altrove. Normalmente, questa lotta è responsabilità dell’Esercito, ma le circostanze che subiamo richiedono che ci sia un esercito combattente e Forze popolari che combattono e che ci sia un coordinamento tra essi.
Grazie, Signor Presidente.
Grazie a voi.Note
[1] Il Consiglio per i diritti umani tiene un dibattito urgente sulla situazione nel Ghuta orientale, Repubblica araba siriana
[2] Siria: le trattative segrete sul Ghuta orientale falliscono
[3] PS: Mentre completiamo questa traduzione, apprendiamo che il Consiglio per i diritti umani approvava il progetto di risoluzione del Regno Unito con 29 voti favorevoli, 4 contrari e 14 astensioni. Secondo il corrispondente di al-Mayadin a Ginevra, il Consiglio ha respinto tutti gli emendamenti proposti dalla Russia. D’altro canto, non commentava gli emendamenti proposti dal Sudafrica.
Traduzione di Alessandro Lattanzio