Lo scandalo armeno
di Leonardo Lugaresi - 01/10/2023
Fonte: Leonardo Lugaresi
In questi giorni i cristiani armeni che da sempre popolavano l’Artsakh, una piccola regione del Caucaso meridionale che si trova all’interno dei confini dell’Azerbaigian e che finora aveva avuto una sia pur precaria autonomia politica, stanno fuggendo in massa dal loro paese, che è stato di fatto occupato dagli azeri. È in corso, dunque, una “pulizia etnica”, una delle cose che, a parole, la morale comune e la cultura politica dominante considerano più orrende e abominevoli. Eppure nessuno reagisce, nessuno protesta, nessuno dice niente, nessuno fa una piega. L’indifferenza è pressoché totale. Purtroppo anche nella chiesa, a quanto sembra.
Da più di cento anni, cioè dai tempi del Medz Yeghern, il genocidio perpetrato dai turchi ai primi del novecento, gli armeni sono lo scandalo del mondo occidentale (quello che una volta era cristiano e ancora oggi, forse suo malgrado, ha in sé le tracce del cristianesimo che l’ha generato). Skandalon, infatti, in greco vuol dire “trappola”, “inciampo”: lo scandalo non è innanzitutto una cosa che “fa vergogna”, o una “fa indignare”, come superficialmente intendiamo noi. Scandalo è qualcosa che ci fa cadere e ci butta a terra.
Loro, gli armeni, purtroppo all’indifferenza, o semi-indifferenza, del mondo davanti al loro martirio si sono dovuti abituare. Ma noi, gli indifferenti, nello scandalo che quel martirio oggettivamente è continuiamo stoltamente a sprofondare. E ci facciamo male, molto male. Per ora senza rendercene conto, ma – come si diceva quand’ero giovane – pagheremo caro, pagheremo tutto.