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Lo Stato sentenzia che le ONG non si toccano

di Mauro Bottarelli - 28/04/2017

Lo Stato sentenzia che le ONG non si toccano

Fonte: Rischio Calcolato

Come volevasi dimostrare, il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha capito suo malgrado cosa significhi toccare un nervo scoperto. Anzi, un filo dell’alta tensione. Dopo aver improvvidamente avanzato l’ipotesi che alcune ONG impegnate nel salvataggio dei migranti potessero essere finanziate dagli stessi trafficanti di uomini, ieri sera ha fatto una parziale retromarcia, dicendo che le sue sono ipotesi di studio e non prove, almeno al momento attuale. Atteggiamento sbagliato: un magistrato deve indagare in silenzio e, quando l’ipotesi accusatoria che persegue pare solida, allora parla.

C’è però un problema: quante indagini quantomeno strampalate ha conosciuto questa stanca Repubblica, senza che il 90% della stampa e ben due ministri di punta, come quelli di Interno e Giustizia, sentissero il dovere di schierarsi preventivamente contro? Siamo sicuri che Minniti e Orlando sarebbero scesi in campo, se non si fosse trattato d immigrazione, ONG e accoglienza? Io no. Anche perché, se Catania ha esagerato nelle esternazioni, Roma (intesa come centro del potere) ha messo in campo una forza delegittimatrice che non si vedeva da tempo. Ad esempio, da quando una parte del pool Mani Pulite decise di dare un’occhiata ai rubli di Mosca in direzione Botteghe Oscure. Non c’è niente da fare: il potere in questo Paese non è solo cristallizzato, è una stalattite mortale per chiunque le si avvicini.

Io capisco che Andrea Orlando, candidato alla segreteria del PD, abbia sentito l’impulso irrefrenabile di dire qualcosa di sinistra a poche ore dalle primarie di domenica ma, esattamente come il procuratore di Catania, anche lui avrebbe dovuto spogliarsi dei panni del ministro e parlare da dirigente di partito: invece no, è stato Largo Arenula a dire chiaro e tondo da che parte sta in questa vicenda. La quale, tra l’altro, è agli inizi, all’acquisizione di prove: ma, state certi, è anche alla fine. Il retromarcia di ieri sera di Buccaro parla la lingua di uno che ha capito come si sta al mondo e, vedrete, che tutto finirà in una bolla di sapone: le ONG ne usciranno più pulite dell’Olandesina del mitico spot sul sapone degli anni Settanta.

Anche perché, guarda caso, le coincidenze si sprecano. Mentre il procuratore di Catania meditava su quanto detto al mattino ad “Agora” e si preparava alla mezza smentita all’Ansa dell’ora di cena, ecco che a Roma i pm avanzavano le richieste di condanna per “Mafia capitale”, mega-processo legato proprio all’attività di alcune coop e al duo Buzzi-Carminati, operanti nel settore dell’accoglienza: un comparto che “fa guadagnare più della droga”, come disse – intercettato – il ras delle cooperative, Salvatore Buzzi. La stessa formula usata da Buccaro per motivare la sua accusa di probabili pagamenti alle ONG da parte dei trafficanti, anche per colpire l’economia italiana. In un caso è Vangelo, anzi la madre di tutte le inchieste recenti, nell’altro trattasi pressoché di un mitomane.

Eppure, come ci ricorda “Panorama” dell’8 febbraio 2017, nell’articolo di Chiara Degl’Innocenti, “Mafia Capitale è stata archiviata. Non sono emersi “elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio” e così la posizione di 113 indagati nell’inchiesta viene, appunto, archiviata perché il reato al centro di tutte le indagini, l’associazione di stampo mafioso regolata dall’articolo 416 bis, non sussiste”. Insomma, se il procuratore di Catania ha ecceduto nelle esternazioni, forse trasportato dal clamore dell’inchiesta, quelli di Roma hanno forse ecceduto nel muovere delle accuse enormi: avete notizia di stampa indignata o, peggio, ministri che richiamassero alla continenza? Zero. L’unico magistrato fuori registro in Italia è Buccaro. Anzi, a essere fuori registro, è l’argomento della sua inchiesta: l’accoglienza non si tocca.

Proprio poco fa, dall’inchiesta sul terrorismo di cui è titolare la procura di Brindisi sono scaturiti un arresto in Germania e un’espulsione: le persone coinvolte avrebbero avuto legami con Amis Amri, l’attentatore di Berlino, poi freddato a Sesto San Giovanni. Ma lo stesso Viminale, quello che ha visto il suo titolare entrare in tackle scivolato sull’inchiesta di Catania durante il question time alla Camera, non aveva confermato che Amri era un lupo solitario, senza alcun aggancio o complice in Italia? Come vedete, nel corso di un’inchiesta le cose possono cambiare. Solo per Zuccaro c’è la certezza che tutto sia già scritto: le ONG sono candide come vestali. Punto, lo certifica lo Stato.

Ma se ieri è stato il giorno delle polemiche, domani sarà quello del rito di purificazione televisiva. Già, perché il sito di “Repubblica” ci informa, bontà sua, che domani sera sarà ospite ad “Amici” da Maria De Filippi il cantore della verità assoluta, Roberto Saviano, con una simil-piece dedicata indovinate a chi? Ai volontari che salvano i migranti! Lascio all’aulica prosa di “Repubblica” deliziarvi con i particolari: “L’audio di un bombardamento in Siria dopo gli applausi, le risate e il tifo. Sabato 29 aprile ad “Amici”, su Canale 5, Roberto Saviano porta il rumore della paura e della morte. Nello studio si crea un silenzio irreale… Il suo intervento nel programma di Maria De Filippi parte da un frammento dal documentario premio Oscar “Caschi bianchi”, per parlare della guerra “a tre ore di volo da qui” che in sei anni ha causato oltre 450mila vittime, e dei migranti. Nei giorni della feroce polemica sul ruolo delle Ong, Saviano mette al centro del racconto due storie esemplari, quella di Khaled Omar, 31 anni, volontario dei caschi bianchi che ha salvato centinaia di vite – ed è stato ucciso durante un bombardamento – e quella di Ileana Boneschi, 28 anni, l’ostetrica di Medici senza frontiere che fa nascere i bambini in situazioni estreme. Sotto le bombe, stremate dalla fame”.

Che meraviglia assoluta, non vi pare? Nemmeno la “Cura Ludovico” di Arancia Meccanica era arrivata a tanto: tra un ballerino e un cantante, ecco il nuovo eroe dei Due Mondi che ci racconta le gesta dei meravigliosi volontari delle ONG. E cosa utilizza per farlo? gli “Elmetti bianchi”, ovvero la protezione civile di Al-Nusra, di fatto dei fiancheggiatori a pieno titolo dei terroristi operanti in Siria, come ormai dimostrato da decine di documenti! E il tutto, in prima serata del sabato su Canale5, rete ammiraglia di Mediaset: questo sì che meriterebbe l’apertura di un’inchiesta per apologia di terrorismo internazionale ma, state certi, finirà solo con un botto di auditel e la canonizzazione in vita di Saviano, demiurgo che plasma la kora del politicamente corretto e spaccia per eroici salvatori dei supporter dei tagliagole. D’altronde, hanno vinto l’Oscar. Siamo alla circonvenzione di incapace di Stato, Kubrick era un dilettante e Orwell un mitomane.

White Helmets faking rescue

 

Netflix and the White Helmets, hand in hand with al Qaeda

 

Assad blamed for Gas attack Again. Truth about the White Helmets

 

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White Helmets Staged Rescue

 

Saviano poi parla di “guerra a tre ore da qui”, per farci capire quanto siamo insensibili, non come quegli angeli delle ONG: e dove cazzo era Saviano quando la sinistra di governo che ora si strappa le vesti contro la Procura di Catania apriva le sue basi militari per bombardare a un’ora da qui, in Serbia? E, vi assicuro, che dopo l’assalto al Parlamento macedone di ieri notte, debitamente silenziato dai media italiani (dovevano dare conto di Matteo Renzi che cantava “Ricominciamo” di Adriano Pappalardo durante una visita a Corviale), proprio quel fronte balcanico tornerà a farsi sentire: anche a livello di flusso di profughi, visto che dopo l’ingresso del Montenegro nella NATO, la Macedonia e la sua tratta di confine con l’Albania rappresentano il corridoio perfetto verso l’Europa e per la nascita del progetto pan-albanese di destabilizzazione tanto perseguito dagli USA. Non a caso, l’ambasciata statunitense di Skopje è stata attivissima nello schierarsi subito con i partiti di minoranza nel loro tentativo, questo sì golpistico, di fare eleggere uno speaker della Camera fuori dalle norme parlamentari.

Mi sono rotto i coglioni di dover ribaltare la realtà distorta tutti i santi giorni, ve lo confesso. Ma non mi arrendo. Giuro che, parafrasando Nanni Moretti quando ricordava agli italiani che si meritavano la mediocrità da uomo medio di Alberto Sordi, io non mi merito Roberto Saviano. E la realtà, per quanto vi faccia ingoiare tonnellate di bocconi amari, alla fine emerge sempre. Come in Canada, dove il premier-sex symbol, Justin Trudeau, ha messo in pratica un po’ troppo in fretta la metafora di Ricucci, quella del lanciarsi facilmente in attività omosessuali con le terga altrui. E questi grafici


ce lo mostrano: i canadesi, a parole accoglienti e sprezzanti di quel gretto vicino di casa che è Donald Trump, cominciano ad averne pieni i coglioni loro stessi di profughi. Come certifica il “Financial Times”, non “L’eco del balilla”, “il passaggio di migranti dal confine del Quebec è triplicato su base annua e anche il dato dell’Ontario è aumentato moltissimo”. E, come ci mostra questo grafico

basato su un sondaggio della Reuters, ben il 46% dei cittadini canadesi è contrario alla politica del governo sull’immigrazione e chiede maggiori espulsioni. Di più,

addirittura il 40% dice che l’immigrazione illegale rende il Paese meno sicuro. Che cazzo di razzisti questi canadesi, quando Saviano ci delizierà con un’intemerata contro questi Grizzly senza cuore? Magari a “Forum”, tra un litigio e l’altro sull’eredità di zia Mariuccia? Ma nessuna paura, è solo una sparuta minoranza di razzisti, le istituzioni canadesi sono sane, liberali e aperte verso chi scappa da Trump: insomma, mica troppo. Lo conferma Anthony Navaneelan, avvocato di Toronto che si occupa proprio di immigrazione: “Abbandonare una richiesta avanzata negli Stati Uniti e venire in Canada dopo una decisione negativa delle autorità statunitense o, ancora, non avanzare richiesta di asilo ma aver passato comunque molto tempo negli USA, sono tutti aspetti molto negativi. Più a lungo stai lontano dal tuo Paese di origine, più è difficile che qui le istituzioni decidano che tu sia un rifugiato”. Insomma, aperti sì ma coglioni no. Quella è una prerogativa italiana.

Ma anche in Germania c’è qualche rogna con gli atteggiamenti buonisti, come ci mostra questo grafico:

i cittadini tedeschi hanno infatti scoperto, immagino con enorme gioia, che sono fino a 270mila i cittadini siriani che hanno maturato il diritto di portare tutti i membri della loro famiglia in Germania, questo su un totale di 431.376 che hanno presentato richiesta d’asilo nel 2015 e 2016. Auguroni. E se questi due grafici,


elaborati da uno studio Vladimir Shalak della Russian Academy of Science, l’istituto che ha sviluppato il sistema di analisi dei contenuti per Twitter (Scai4Twi), ci mostrano come – dall’analisi di 19mila tweets originali – Germania e Austria siano i Paesi più aperti verso i rifugiati, invitati a recarsi lì attraverso il social, quest’altro

ci mostra da dove sono generati quei tweets: USA e UK, solo il 6% viene davvero dalla Germania! Comunque tranquilli, non c’è nessuna pianificazione riguardo l’ondata migratoria, è tutto assolutamente spontaneo e figlio legittimo della fuga da guerre, fame, carestie, disturbi gastrici, suocere rompicoglioni e altre emergenze umanitarie. E, ovviamente, il procuratore di Catania è, a prescindere, un mitomane di Stato. Auguri, il futuro da schiavi sarà duro da sopportare. Ma ve lo siete cercato. Buon Saviano per domani sera, io ho altri programmi per il 29 aprile.