Lo strumento scelto dal cielo. L'ultima profezia di Fatima
di David Nieri - 18/11/2024
Fonte: Franco Cardini
Da tempo circola in rete una frase pronunciata da Lúcia dos Santos, la pastorella delle apparizioni mariane di Fatima di inizio Novecento. Purtroppo, però, come spesso accade, la “rete” filtra ciò che serve allo scopo immediato lasciando scorrere il resto, non meno importante, se non addirittura fondamentale. A tale scopo, pur limitando le considerazioni a un’opinione strettamente personale, credo sia necessario, prima di tutto, riportare le parole giuste e inquadrarle nel contesto storico nel quale sono state pronunciate.
Il 26 dicembre 1957, Padre Agustin Fuentes, che si stava preparando a diventare il postulatore delle cause per la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto (gli altri due pastorelli di Fatima, scomparsi prematuramente a causa dell’epidemia “spagnola”, rispettivamente nel 1919 e nel 1920), si incontrò con Suor Lucia presso il suo convento di Coimbra, in Portogallo. Durante il loro colloquio, Suor Lucia, apparsa stanca e preoccupata, pronunciò, tra le altre cose, questa frase: “Dica loro, Padre, che molte volte la Santissima Vergine ha detto, ai miei cugini Francesco e Giacinta e a me, che molte nazioni scompariranno dalla faccia della terra. Ella ha detto che la Russia sarà lo strumento scelto dal Cielo per punire il mondo intero, se prima non otterremo la conversione di quella povera nazione”.
Padre Fuentes affermò che il messaggio proveniva “dalle labbra stesse della veggente principale”.
In rete, come già accennato, questa frase circola in modo “riveduto e corretto”, per essere strumentalizzata e piegata alle varie “esigenze”. La prima parte, che si riferisce alla Russia quale “strumento scelto dal Cielo per punire il mondo intero”, rimane intatta nelle varie citazioni; ma non la parte finale, che viene spesso omessa. Ovvero, quella che si riferisce alla “conversione di quella povera nazione”, almeno all’apparenza un chiaro riferimento al regime comunista che si instaurò proprio durante l’anno delle apparizioni della Beata Vergine, il 1917.
Personalmente, mi sono sempre interrogato sulla questione della Russia quale “strumento scelto dal Cielo”. Ovvero, il tipo di strumento “punitivo” del “mondo intero”. La veggente, interpretando alla lettera le sue parole, si riferiva solo alla Russia in termini di “totalitarismo”, tralasciando – seppur prevedendo il disastro della seconda guerra mondiale – gli altri, ovvero il nazismo e il fascismo, che di lì a poco si sarebbero affermati in Europa.
L’ultima apparizione della Beata Vergine a Fatima ebbe luogo il 13 ottobre 1917, quando, davanti a migliaia tra credenti e non credenti, si manifestò il “miracolo del sole”. Allora la “rivoluzione di ottobre” non si era ancora definitivamente compiuta, sebbene la monarchia fosse ormai capitolata anticipando di qualche mese la Russia Sovietica. Certo, nel 1957 la situazione sarebbe stata diversa, con il fascismo e il nazismo ormai sconfitti – ma mai consegnati definitivamente alla storia – e la Russia rimasta il principale contraltare all’avanzata del liberismo: l’URSS con tutti i suoi difetti e i suoi orrori, ma pur sempre un “muro” contro l’invasione consumista. Il “muro” vero e proprio sarebbe stato eretto di lì a poco, ma ormai i due blocchi erano definitivamente contrapposti.
Suor Lucia si riferiva comunque alle apparizioni e ai messaggi avvenuti ormai quarant’anni prima, all’indomani della Rerum Novarum (1891), l’enciclica con la quale papa Leone XIII ammoniva contro i pericoli della “soluzione socialista”. La stessa veggente avrebbe assistito (è scomparsa nel 2005, all’età di novantotto anni) al crollo del Muro e altresì alla “conversione” della Russia da una parte, alla devastazione del libero mercato dall’altra.
Quelle parole risuonano oggi più potenti che mai. E sollevano moltissimi interrogativi. Perché la “nazione” perduta, all’alba del terzo millennio, somiglia sempre più al nostro “Occidente”, che ha definitivamente smarrito e ripudiato il divino per sposare la causa progressista e irrimediabilmente atea.
La Russia, da qualsiasi punto di vista la si guardi, lo si voglia o meno, sta lottando per mantenere un equilibrio che poggia su valori radicati nella tradizione. Dio è molto più presente laddove a dominare è un “tiranno invasore” che non nelle vesti di un attore prestato alla politica, ovvero colui che sta massacrando il proprio popolo per inseguire sogni di gloria.
Intanto, il conflitto russo-ucraino si sta rivelando un completo fallimento per le illusorie spinte ecumeniche e democratiche del favoloso mondo dei giusti. La Russia lo ha punito, scoperchiando il vaso di Pandora di un’infinita ambizione al dominio che si sostituisce a Dio. Che sia questa la verità autentica racchiusa nelle parole di Suor Maria? Che siamo noi la “nazione” da convertire?