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Mattarella dove vuol portare il Paese?

di Vincenzo Costa - 15/02/2025

Mattarella dove vuol portare il Paese?

Fonte: Vincenzo Costa

Un cattolico si trova oggi a scegliere tra due posizioni opposte, diverse in tutto, ed espresse da un lato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dall’altro da papa Francesco.
Secondo il Presidente della Repubblica non bisognerebbe cedere a una strategia di appeasement. Mattarella paragona la situazione in Ucraina a quella del 1938, Putin a Hitler, offende un paese che nella lotta al nazifascismo pagò un prezzo altissimo in termini di milioni di morti, dice cose che scavano un solco profondo con la Russia e che probabilmente danneggiano il nostro paese, la attacca paragonandola al terzo Reich. Si richiama alla “fermezza”.
Ora, io credo che il Presidente Mattarella dovrebbe chiarire che cosa intende con “fermezza”, poiché è sotto gli occhi di tutti che non c’è stato, dal 2022 ad oggi, alcun appeasement. Sono tre anni che la signora von der Leyen dice che combatteremo sino alla vittoria. La UE e la Nato hanno contribuito a questa guerra con 320 miliardi di dollari.
Sono tre anni che si combatte, si muore, che le industrie delle armi fanno affari e le persone comuni hanno bollette astronomiche, l’economia europea va a scatafascio, si perdono posti di lavoro. L’Ucraina è distrutta, si sta per mandare al massacro la fascia dei giovani tra i 18 e i 25, che significa distruggere il futuro degli ucraini.
In questi anni non c’è stato alcun cedimento, c’è stato un esercizio della fermezza del cui buon senso valuteranno gli storici. Abbiamo mandato una quantità enorme di armi, carri armati, Javelin, missili di ogni tipo, persino aerei. Abbiamo visto i fiumi di denaro che questa guerra è costata e, soprattutto, la quantità di vite umane che sono andate perse. E che cosa si è ottenuto? Niente.
Ma, poiché il Presidente Mattarella è persona composta che non parla a caso e non prima di avere avuto contatti con altri governi,  la cosa decisiva che sarebbe necessario capire è:
DOVE È CHE IL PRESIDENTE MATTARELLA VUOLE PORTARE IL PAESE?
Il Presidente ha il dovere di dire che cosa intende per “fermezza”. Perché a questo punto, mi pare, e mi piacerebbe sbagliarmi, “fermezza” può significare solo “escalation”, allargamento del teatro di guerra, continuazione della strage, di una strage inutile, e questo lo capisce un bambino.
Il presidente della Repubblica vuole che siano dispiegate sul campo truppe italiane?
Vuole che i nostri soldati vadano a combattere in Ucraina come suggerisce il suo grande amico Macron e quella persona, su questo non si può non concordare, squilibrata che è la Kallas?
Di che cosa sta parlando esattamente? Vuole che venga bombardata in profondità la Russia? Che futuro ha in mente per il nostro paese il Presidente Mattarella?
Certo, la sua posizione merita rispetto, come qualla di ogni privato cittadino, anche se difficilmente esprime il sentire degli italiani. E tuttavia, la posizione del Presidente Mattarella è del tutto opposta a quella di papa Francesco, il quale, alla domanda del giornalista Lorenzo Buccella:
“In Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa?”,
risponde:
“È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.
Ogni cattolico, forse ogni italiano, deve scegliere da che parte stare.
Nel mondo cattolico si apre una discussione, e necessario che si apra, e tentare di chiuderla con l’ostracismo e la marginalizzazione sarebbe un grave errore. Possibile che si scelga questa strada, ma sarebbe un vicolo cieco, una strada di morte.