Mattarella e Meloni: l'Italia difende l'ordine internazionale statunitense
di Antonio Catalano - 14/05/2023
Fonte: Antonio Catalano
La visita di Zelensky a Roma sigilla la sciagurata sottomissione italiana all’ordine americano. Un ordine ormai messo in discussione dalla realtà storica che vede un numero sempre più alto di paesi non più disposti ad accettare la supremazia a stelle e strisce. Si è aperta l’epoca del multilateralismo. Piaccia o non piaccia è un semplice dato di fatto. Tutto il resto è propaganda ideologica. Il governo Meloni, formatosi grazie ai consensi tributati a Fratelli d’Italia da larghi strati dei ceti popolari, sta facendo quello che fa un paese assolutamente privo di sovranità: accettare pedissequamente gli ordini atlantici, naturalmente in nome della libertà, nella meschina attesa di raccogliere poi briciole di ricostruzione sul suolo ucraino. Gli Usa/Nato hanno tenacemente abbaiato alla porta della Russia nell’intenzione di scatenarne l’ira. E ci sono riusciti. La Russia è stata messa nelle condizioni di dover intervenire. Non si tratta ora di tifare per l’uno o per l’altro. Si tratta solo di decidere, sul piano della Storia, da che parte collocarsi. Lasciamo stare discorsi astratti sulla libertà e cose del genere, lasciamo questo tema a Rai Storia dell'inglese Paolo Mieli. La domanda è semplice: l’alleanza atlantica esprime l’esigenza dei popoli a garantire migliori condizioni di sviluppo? A guardare come vanno le cose del mondo, a registrare il semplice dato che solo i 5/6 degli stati hanno espresso piena adesione al campo atlantico e che aumenta il numero dei paesi che chiedono di entrare nei Brics, sembra che la risposta sia chiara. La guerra scatenata dagli americani è il classico colpa di coda di una potenza destinata al declino. Ma, come dicevano i saggi latini, in cauda venum, il veleno è nella coda. La dimostrazione che non v’era nessuna intenzione di evitare ciò che è accaduto è stato il semplice ignorare gli accordi di Minsk, come recentemente ha candidamente riconosciuto la stessa Angela Merkel. Nonostante ieri sera Zelensky impunemente nel salotto del cameriere Vespa affermasse che gli accordi di Minsk hanno permesso alla Russia di armarsi e attendere. La foto che accompagna questo post è dedicata al benevolo e paterno sorriso rivolto da Mattarella al diligente scolaro Zelensky, non all’amorevole incontro di quest’ultimo con la Meloni. Perché Mattarella rappresenta simbolicamente la più alta integrazione italiana alla strategia atlantica. Non a caso la sinistra democristiana, insieme al Pci divenuto Pds, fu salvata dall’operazione atlantica “Mani Pulite”. Perché a Washington sapevano bene che questa parte politica era più funzionale a un ordine americano che non poteva più tollerare i “vizi” (margini di autonomia) della cosiddetta prima repubblica. Ieri, nell’incontro con Zelensky, Mattarella, dopo aver ribadito che sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina (cioè la libertà degli americani di spadroneggiare in Europa) ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale, dichiarava che la decisione Ue di avviare il processo di integrazione dell’Ucraina è stata storica. Bravo, gran Maggiordomo, la Casa Bianca è fiera di te.