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Mattarella, Fratoianni, Schlein, Baerbook, Kallas. ecc... La caduta delle maschere

di Pino Cabras - 18/02/2025

Mattarella, Fratoianni, Schlein, Baerbook, Kallas. ecc... La caduta delle maschere

Fonte: Pino Cabras

Ritorno sul recente discorso di Mattarella, nel quale egli sostiene in buona sostanza che non ci possono essere trattative con la Russia, costringendoci di conseguenza a dedurre – per amor della logica - che al Quirinale non si contempla altro piano che la guerra totale contro una potenza nucleare da debellare a ogni costo umano, politico e materiale.
Come ho già avuto modo di dire, siccome Mattarella non improvvisa mai e concorda sempre i propri passi con Macron e altri di pari grado, la sua posizione preludeva a quella che poi andavano a mettere a punto gli attuali maggiorenti europei, con una vertiginosa accelerazione innescata dal radicale riposizionamento degli Stati Uniti di Trump.
Tutti i politici, dirigenti, giornalisti e intellettuali organici all’europeismo di questi anni sono stati messi in ginocchio in neanche tre settimane dalla rivoluzione trumpiana. La Casa Bianca persegue i suoi disegni di potere dirompenti con una gigantesca “glasnost” che denuda il terrificante marciume della cosca che ora Trump vuole sconfiggere fino in fondo.
Intanto, mentre per inerzia nei giornali e nelle reti sociali perdurano patetici tentativi di vedere ancora possibilità di vittoria per la giunta ucraina di militari corrotti e asserviti alle correnti guerrafondaie dell’Occidente, la sua sconfitta sul campo si sta trasformando al galoppo in un presagio di sconfitta dell’intera Europa occidentale in crisi totale d’identità. Nel giro di pochi giorni tutto il costrutto dell’Unione Europea ha dimostrato la sua radicale inutilità, al punto da metterne definitivamente in crisi il ruolo e la legittimità. Tanto è vero che il vertice convocato da Macron a Parigi in fretta e furia neanche istituzionalmente ha nulla a che fare con la UE, ormai inservibile. È una sorta di “coalizione dei volenterosi” con solo un punto all’ordine del giorno: “far uscire il gatto dal sacco” (parole di Baerbock, ministra degli esteri tedesca agli sgoccioli). E cos’è questo gatto? 700 miliardi di euro da dedicare a un rapidissimo riarmo per scontrarsi con Mosca. Tutte le regole dell’austerità usate dai nordeuropei e dai loro maggiordomi sudeuropei per assassinare interi sistemi economici, nazioni, classi sociali, sistemi di protezione sociale, ora devono cedere il passo a una folle corsa verso la Terza Guerra Mondiale. Il deficit era il diavolo, ora è il santo dei produttori d’armi. Un affarone.
I dirigenti europei in modalità Salò non vogliono lasciare spazio a posizioni neutre: la polarizzazione dello scontro deve portare al riarmo, alla guerra, al disconoscimento di qualsiasi funzione storica, politica e militare della Russia nel momento in cui le due massime potenze militari (USA e Russia) si accorderanno invece senza gli inetti chihuahua delle cancellerie europee. Kallas è inconsolabile, i dirigenti tedeschi piangono pubblicamente.
I chihuahua italiani intanto abbaiano contro le autorità russe che hanno attaccato gli spunti asinini del discorso dell’attempato studente di Storia. Roboanti le dichiarazioni di Schlein e Fratoianni a difesa di Mattarella, e contro i nuovi magnati digitali. Quelli che c’erano potevano censurare quanto volevano, e loro zitti. Di fatto si schierano per il terzo tentativo di suicidio dell’Europa in poco più di un secolo. Cadono le maschere, e dobbiamo far vedere i veri volti di chi oggi vuole ucrainizzare l’Europa: finta indipendenza, repressione, censura, isterismi russofobi come religione civile, carne da cannone da mandare al fronte. Dobbiamo diventare sovrani, senza più questi sovrani nudi, così brutti da vedere.