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Mercenariato

di Andrea Zhok - 24/06/2023

Mercenariato

Fonte: Andrea Zhok

Alla luce del tentativo di colpo di stato della milizia privata "Wagner" in Russia, due sole sono le principali opzioni interpretative a mio avviso: o Prigozhin è uno squilibrato, oppure l'Intelligence occidentale è riuscita nella manovra che voleva avviare sin dall'inizio.
Se Prigozhin ha deciso di accedere al potere assoluto con un colpo di stato utilizzando i 25.000 uomini della Wagner - per quanto potentemente armati - questo è un atto di follia. Prigozhin, cuoco di professione, imprenditore di vocazione, non ha nessuna statura politica e quasi nessun seguito al di fuori delle truppe del proprio esercito privato. Al contrario Putin ha ancora amplissimo seguito, non solo nei centri di potere, nei servizi segreti, nella struttura amministrativa, nell'esercito, ma anche a livello popolare. Inoltre l'esercito privato di Prigozhin dipende dallo stato russo per l'approvvigionamento militare, per il munizionamento, e per i finanziamenti. Nel momento in cui Prigozhin si è messo frontalmente contro Putin (cosa avvenuta ufficialmente solo stamane, con il rifiuto di obbedire agli ordini del presidente) per la compagnia Wagner inizia un conto alla rovescia in cui le proprie risorse interne iniziano a consumarsi. L'esito di un tale scenario può variare nella durata e nello spargimento di sangue, ma è segnato e si può concludere solo con la testa di Prigozhin su un vassoio.
C'è però un'alternativa che non bisognerebbe necessariamente scartare. In questa fase la Wagner (e il suo capo) erano a riposo dal fronte e la controffensiva ucraina stava profilandosi sempre di più come una disfatta. Questo evento avrebbe conferito meriti e riconoscimenti al ministero della Difesa, proprio quel ministero che era stato finora spesso oggetto delle critiche del capo della Wagner. Questa era insomma l'ultima finestra utile per Prigozhin per accreditarsi come "uomo forte" degno del potere politico, ma era anche forse l'ultima finestra per salvare l'Ucraina dalla disfatta. Sotto queste condizioni non è impossibile pensare che le leve di servizi segreti stranieri - ad esempio britannici, non nuovi a queste iniziative - abbiano trovato il modo di agganciare alla propria conclamata impresa di destabilizzazione della Russia, le ambizioni di Prigozhin, fornendogli sostegno economico e garanzie politiche all'estero nel caso le cose dovessero mettersi male.
In questo caso l'azione promossa da Prigozhin non avrebbe più le caratteristiche di un semplice delirio di ambizione, ma sarebbe un atto calcolato e preparato - e come tale molto più insidioso per lo stato russo.