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Meta Platforms e l'invocazione alla violenza

di Andrea Zhok - 11/03/2022

Meta Platforms e l'invocazione alla violenza

Fonte: Andrea Zhok

L'agenzia Reuters riporta che Meta Platforms (Facebook/instagram) consentirà agli utenti di invocare la violenza contro russi e soldati russi; si stanno anche consentendo post che chiedono la morte del presidente russo Vladimir Putin o del presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
La stessa piattaforma mondiale monopolista che blocca post con articoli scientifici perché "violano gli standard della community", consente espressioni che rappresentano reato anche secondo la legge ordinaria.
Naturalmente lo avevamo capito da tempo, però credo che le implicazioni non ci siano ancora del tutto chiare: la "rete" è dominata da attori made in USA e le principali piattaforme monopolistiche sono oramai scese in campo politicamente con intenti di orientamento dell'opinione pubblica. Questo mentre il sistema dell'informazione è dominata da tempo da un circoscritto numero di grandi rappresentanti del capitale finanziario.
Ora, bisogna ricordare che le regole d'ingaggio delle democrazie formali dicono che se l'opinione pubblica maggioritaria è favorevole a X, qualunque cosa sia X, anche la più abietta porcata, esso è legittimo.
Questa è la traduzione della "sovranità popolare" in un contesto in cui la volontà del popolo è costruita dai media e interpellata con rare elezioni e sondaggi tarocchi.
Bisogna riconoscere che siamo entrati in una fase nuova della storia, una fase in cui mai come oggi il "governo delle anime" è centrale, e mai come oggi è possibile manipolarla in forme radicali.
Credo che dovremo imparare tecniche di riflessione che consentano sempre più di prendere decisioni "al buio", cioè decisioni che sospendono il giudizio nel modo più radicale su tutto ciò che appartiene all'informazione corrente, all'attualità, assumendo che sostanzialmente tutto ciò che appartiene alla realtà in via di svolgimento è, mediamente, falsificato o distorto.