Non c'è simmetria tra i sessi. Per fortuna
di Alain de Benoist - 22/07/2021
Fonte: La Verità
Avendo orrore tanto del puritanesimo quanto dell'edonismo «liberato», non sono molto normativo in materia di preferenze sessuali. Molte non rientrano tra i miei gusti, ma non esprimo alcun giudizio morale. Come diceva Pascal, la vera morale se ne infischia della morale!
Ciò non significa che io non creda nell'esistenza delle norme, ma ammetto che si possa benissimo scegliere di vivere al di fuori di esse.
Trovo invece ridicolo dire che non ci siano norme, o che qualsiasi modo di vivere possa diventare norma. Ad esempio, reputo l'omofobia - che molto spesso è solo un'omosessualità repressa - assolutamente insopportabile. Ho conosciuto nella mia vita un gran numero di omosessuali: non ho mai notato che avessero meno qualità degli eterosessuali. Talvolta, era persino il contrario. Non dico, però, che l'omosessualità sia «normale» quanto l'eterosessualità, per
la semplice ragione che la specie umana si perpetua attraverso la riproduzione sessuata, e gli omosessuali vi contribuiscono in generale meno degli altri. In compenso, trovo che sia del tutto naturale, poiché vi sono sempre stati omosessuali in tutte le epoche e in tutti i Paesi, e nella stessa proporzione, il che tende a confermare numerosi recenti studi empirici, secondo i quali si nasce omosessuali, non lo si diventa. Ciò, d'altronde, pone un problema da un punto di vista darwiniano: un certo numero di ricercatori, anche di recente, ha formulato diverse teorie per spiegare la persistenza nell'evoluzione di un comportamento a prima vista poco adattativo, che logicamente avrebbe dovuto essere eliminato dalla selezione naturale e sessuale.
Sono invece del tutto ostile all'ideologia (di origine americana) del gender, secondo cui le differenze di sesso contano poco e l'uguaglianza tra i sessi sarà realizzata davvero solo quando queste differenze verranno eliminate. Quest'ideologia appartiene all'attuale tendenza all'indistinzione, alla Medesimezza, con la sola conseguenza di rendere sempre più difficili i rapporti tra i sessi.
Questo non vuol dire che io non ammetta la differenza tra il sesso (biologico) e il genere (culturale e sociale), ma basta guardarsi intorno per constatare come, nell'immensa maggioranza dei casi, il genere non faccia che prolungare il sesso, anche se i ruoli sociali maschile e femminile possono rivestire forme molto variegate all'interno delle differenti culture. A contare è il fatto che questi ruoli sociali non siano mai gli stessi. A questo si aggiunge un terzo elemento, di cui si parla meno, che chiamerei «sesso psicologico»: nel temperamento di molti uomini si trova una componente femminile più o meno grande, mentre nel temperamento di molte donne esiste una componente maschile più o meno consolidata (l'anima e l'animus nella psicologia di Jung). Questo sesso psicologico contribuisce alla personalità, modificando raramente l'orientamento sessuale. Per tenerne conto, bisogna evidentemente ammettere l'esistenza di una natura femminile e una maschile, entrambe associate a tutta una serie di rappresentazioni, forme simboliche e valori specifici (che l'arte e la letteratura sfruttano da sempre). Anche qui, bisogna dunque ammettere la realtà e il valore delle differenze, a cominciare da quella sessuale, la prima con cui ci confrontiamo e forse anche la più gradevole!
Questa differenza non si limita alla fisiologia degli organi genitali, ma riguarda anche il cervello, le modalità percettive e l'espressione dei sentimenti. Non c'è la minima simmetria tra uomini e donne: nell'ambito del desiderio e della seduzione, così come nella vita di tutti i giorni e nella reattività in ogni ambito, donne e uomini si comportano diversamente.
Lo studio di tutte queste differenze, tramite la psicologia o la semplice conversazione - ho sempre trovato le conversazioni con le donne più arricchenti di quelle con gli uomini -, è una fonte inesauribile di riflessione. L'uguaglianza tra i sessi, per me, non risiede nella negazione di queste differenze, ma nel riconoscimento del pari valore di maschile e femminile,
e della loro complementarietà.