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Non è il 1914, ma...

di Enrico Tomaselli - 06/04/2025

Non è il 1914, ma...

Fonte: Enrico Tomaselli

Si sente molto parlare - da ultimo lo ha fatto l'ottimo Barbero, dal palco della manifestazione di ieri - delle similitudini tra questi nostri tempi e quelli immediatamente precedenti lo scoppio del primo conflitto mondiale. E certamente, se guardiamo all'isteria guerrafondaia delle élite europee, supportate dai media mainstream e da schiere di intellettuali da salotto tv, è indubbio che vi sono numerosi elementi di affinità, se non di vera e propria similitudine.
Questa però è la superficie, è - come dire - l'effetto, non la causa. Se andiamo oltre la superficie, a ciò che muoveva i leader europei negli anni dieci del novecento, vi ritroveremo sì la medesima ossessione per la 'sicurezza', e la convinzione che il riarmo l'avrebbe garantita, ma il contesto è radicalmente diverso. Nel 1912-13, i principali paesi europei erano in piena espansione, grazie al saccheggio delle colonie, e questa espansione aveva bisogno per un verso di proteggere le rotte commerciali verso la madrepatria, e per un altro di trovare nuovi mercati per la produzione nazionale. La corsa agli armamenti nasce essenzialmente dall'eterno confronto tra la potenza britannica e quella germanica, è la competizione sulla crescita delle rispettive flotte navali ad innescare la generale corsa al riarmo.
Ma oggi l'Europa è in pieno declino economico e (quindi) politico. Il Regno Unito non è che uno sbiaditissimo ricordo della potenza talassocratica di un secolo fa. E seppure - del tutto naturalmente - il declino fa emergere tutte le linee di frattura esistenti tra i vari paesi, la conflittualità non è intra-europea, ma verso est e verso ovest.
Assai più del ReArm Europe, i cui 800 mld di investimenti sono in gran parte solo uno slogan, ad essere significativo è il rearm Deutschland (1.000 mld). Che non è soltanto un modo per riaffermare l'egemonia tedesca sul continente, rintuzzando le ambizioni polacco-baltiche da un lato e quelle francesi dall'altro, ma pone un problema serio ad est. In fondo, non molto dissimile da quello che ha poi innescato la guerra in Ucraina. Una Germania superarmata susciterà o no sospetti, a Mosca?