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Non è proprio un golpe, Ambrogio: è voglia di disfarsi della democrazia. Convulsioni di sistema

di Pierluigi Fagan - 04/12/2024

Non è proprio un golpe, Ambrogio: è voglia di disfarsi della democrazia. Convulsioni di sistema

Fonte: Pierluigi Fagan

Ambrogio, è il nome con cui ha ricevuto il battesimo cristiano l’attuale presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol che ha da poco decretato la legge marziale dai tempi della dittatura militare terminata nel 1988.
Motivo? Il parlamento (dove è in maggioranza l’opposizione) è comunista, filo Corea del Nord e non lo fa governare come si deve.
Vinse le elezioni due anni fa di un niente e da allora i suoi indici di gradimento sono in picchiata, oggi al 25%. Un milione di firme la petizione popolare per metterlo sotto impeachment di questa primavera, 3000 docenti universitari il mese scorso, più 1550 preti cattolici con un paper dal titolo: “Come può una persona essere così’” dove aggiungono “è uno spaventapasseri di interessi privati che non ha idea di cosa fa o chi è e ha consegnato l'autorità affidatagli dal popolo a sua moglie”.
Conservatore di destra, forse ultra destra (fiancheggiatore del movimento New Right), voleva portare la settimana lavorativa da 52 a 69 ore (ma altrove aveva dichiarato a 120 ore), togliere il salario minimo,  rivedere gli standard di sicurezza alimentare così che  "ai poveri dovrebbe essere consentito di mangiare cibo scadente a prezzi più bassi" (ideona di Milton Friedman), a Fukushima non c’è stato nulla di rilevante perché i reattori stanno ancora in piedi, gran parte dei malfunzionamenti della società coreana sono colpa delle femministe.
Entusiasta ha portato la Corea a aderire al QUAD Plus e sponsorizzerebbe felice una NATO asiatica, mostrando un po’ più i muscoli contro i cinesi ed ovviamente i coreani del Nord. Magari ospitando atomiche americane anche se con accordo dell'anno scorso con Biden, sottomarini nucleari USA possono attraccare in SK già oggi. Passibile di recente anche di entrare nei G7.
Detto anche K-Trump (Trump coreano) è nota la liason ideale e politica tra i due conservatori ultraliberali reaganiani in economia, peggio in politica. Vuole anche mandare truppe in Ucraina visto che il padrone americano vuole spendere meno e flirta coi giapponesi cosa malvista in patria per motivi storici piuttosto gravi.
Se il parlamento non ratifica la decisione, dovrebbe decadere, ma lui il parlamento l’ha chiuso e non si che intenzioni abbia. Ultime dicono che in realtà hanno votato (190 presenti su 300, tutti contro, anche il suo partito si è detto contrario) e imposto il ritiro della decisione ma con l'esercito e la polizia (e manifestanti contrari) per strada non si sa il tipo cosa farà.
La cosa è piuttosto grave per vari aspetti relativi l’equilibrio dell’area, la geopolitica generale, la politica occidentale, l’involuzione democratica che il trumpismo porterà. Dati gli interessi in gioco, gli americani hanno lì esercito, marina ed aviazione e tempo fa si litigò furiosamente per mettere/non mettere missili con testate nucleari, Yoon Suk Yeol ha sicuramente avvertito Trump. O forse il contrario.

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Ambrogio è passato da “impongo la legge marziale” a “tolgo la legge marziale”, nel giro di poche ore. Uno spettacolo politico e geopolitico davvero sconcertante e per un Paese strategico per gli americani nel quadrante asiatico, 12a economia nel mondo, prossimo candidato al  G7, con un recente accordo commerciale speciale con l'UE.
L’opposizione aveva già annusato qualcosa pochi mesi fa e del resto, via gerarchie militari, impossibile tenere ermeticamente chiusa l’intenzione preparatoria. The Guardian riferisce che “il parlamentare del partito democratico Kim Min-seok aveva avvertito negli ultimi mesi che Yoon si stava preparando a dichiarare la legge marziale”. Ancora nel vivo degli eventi ieri, dopo che il parlamento era riuscito comunque a riunirsi e votare la bocciatura del dettato presidenziale (come prevede la Costituzione coreana riguardo le dichiarazioni di stato d’emergenza), i militari ribadivano che loro prendevano ordini solo dal presidente e fino a che questo non revocava l’ordine, loro rimanevano lì ad imporre la legge marziale.
Come tutti i militari di paesi subordinati militarmente agli USA, impossibile che ciò che sapevano gli alti vertici militari non fosse noto a Washington. Forse non era noto all’amministrazione Biden in smobilitazione operativa, molto dubbio sul fatto che il coreano pazzo non avesse avvertito l’amministrazione entrante anche se sarebbe da verificare in che termini.
Pare che Yoon Suk Yeol, di recente spesso assente per le sue intense lezioni di golf, avesse convocato pochi giorni fa una riunione per discutere i nuovi dazi promessi da Trump, tra l’altro al Messico dove c’è molta delocalizzazione coreana ed alla Cina, di gran lunga primo partner commerciale coreano come con chiunque altro in Asia (import-export SK-China quasi il doppio di SK-USA). Il coreano era forse anche preoccupato da precedenti dichiarazioni di Trump sul fatto che i coreani, come chiunque altro “sfrutta” la protezione militare statunitense, doveva prepararsi a pagare il giusto contributo. Infine, c’era anche forse preoccupazione per lo strano rapporto diretto tra Kim Jong-un e Trump che rischiava di emarginare il ruolo del Sud Corea nel quadrante. Anche se dopo l’invio di truppe in Ucraina forse la relazione USA-Corea del Nord tenderà a complicarsi.
Yoon Suk Yeol, discusso negli ultimi tempi ormai a tutti i livelli in Corea, potrebbe aver pensato di fare una "mossa geniale" ovvero preparare una Corea supina ai voleri USA salvando così il suo ruolo e quel del suo stesso paese, almeno secondo la sua visione del mondo, salvarsi dal ricatto economico, darsi un ruolo da realista più del re.
Assai improbabile che il coreano ora sopravviva politicamente a questo disastro, delegittimato anche dal suo partito di riferimento rispetto al quale lui -invero- è un indipendente e non un organico. Le cancellerie occidentali gli avranno fatto presente via diplomatica che se rompeva il format delle c.d. “democrazie liberali”, la Corea sarebbe stata emarginata, altro che G7. Ne dovrebbe conseguire nuove elezioni con vittoria delle opposizioni che già controllano il parlamento. Le opposizioni sono di tradizione essenzialmente pacifista e geopoliticamente bilanciata sebbene la liason tra coreani e statunitensi sia molto forte di tradizione.
C’è crisi politica anche in Giappone dove dopo le ultime elezioni di ottobre, il nuovo premier ha preso la maggioranza alla camera bassa. In Francia oggi si decidono le sorti del governo Barnier, ma Macron sembra arrivato al finale di partita anche se ha escluso categoricamente le dimissioni anticipate. Per altro, pare che Costituzione francese non preveda possibili eventuali nuove elezioni prima di luglio 2025. In Germania si va a votare il 23 febbraio, scontato il successo della CDU dell’ex avvocato Blackrock Merz, meno il tipo di governo che potrà fare visto che SPD e la sua leadership è a sua volta in grave crisi tra amore per il potere e riscoperta della tradizione socialdemocratica, stante il certo successo di AfD e la possibile spina BSW, da quantificare. A loro volta i Verdi dovranno meditare sul tracollo avuto alle europee e nei tre lander regionali, prima di fare coalizioni ma più in generale anche sulla interpretazione troppo rozza che hanno dato ai problemi eco-climatici cui sono legati per essenza, pena il dissolvimento a percentuali amatoriali che in un sistema a soglie di sbarramento non è una bella cosa..
Il britannico Starmer litiga un giorno sì e l’altro pure con Elon Musk e già scrivere questa frase ti dà l’idea del frame surrealista in cui ci troviamo. La Commissione UE uscita dal, da molti sottovalutato, risultato elettorale delle europee si regge sugli spilli.  Zelensky apre a trattative e rinuncia territori, ma vuole garanzia NATO che non si può dare. NATO dell’amabile olandese Rutte insiste un giorno sì e l’altro pure che il 2% di spesa militare su Pil è poco e va alzato (ma molti non arrivano neanche al 2%).
Il sistema occidentale sembra entrato in una delicata fase di de-strutturazione per eccesso di contraddizioni ed incapacità strategiche. Se come probabile, su questa fragilità si abbatterà l’intenzione di Trump di trattare one-to-one con i singoli partner per trattare più acquisto di armi e merci americane vs minaccia di dazi pesanti, in un quadro economico di sostanziale stagflazione, la crisi diventerà parossistica.
Un caso pare paradigmatico: la Germania. Il delirio neoliberale ha portato ad ogni rinuncia di politica economica. Tedeschi e Stellantis oggi si svegliano e scoprono che non si vendono più auto come una volta. Strano, decurtano salari o li lasciano al palo e fanno scivolare le classi medie ai piani inferiori poi non trovano nessuno disposto ad indebitarsi per cambiare automobilina. Chissà perché? Enigmatico davvero.
In Europa legiferano contro i motori a scoppio ma poi si accorgono che i produttori non sono in grado di passare all’elettrico, poi daziano i cinesi per "aiuti di stato" che però gli hanno permesso di avere dieci produttori con almeno sei diversi modelli cadauno di auto elettriche. Cinesi che ieri hanno messo l'embargo totale a molti metalli rari verso gli USA che a questo punto i chip li faranno con cosa? Accanto al silenzio passivo con cui si sono fatti slacciare dalle forniture energetiche russe, i tedeschi denotano la totale mancanza di strategia, in Europa c’è la totale assenza sia di un “soggetto”, sia di capacità strategica, élite varie hanno occupato il potere per caso personale ma senza alcuna capacità e merito politico propriamente detto.
Lasciamo perdere Erdogan e gli USA che armeggiano coi ribelli salafiti contro Assad e porti russi, piuttosto che le foto del NYT che mostrano come gli israeliani stanno costruendo compound militari super-fortificati -dentro- la Striscia di Gaza, MBS lancia una conferenza int'le per il nuovo "stato palestinese" e in Egitto Hamas ed Autorità si sarebbero messi d'accordo per una gestione delegata ad Abbas&Co.
Tutto ciò nella totale cecità della complessa fase storica che, pretendendo adattamento, chiama a cambiamenti che nessuno sa come fare, in direzione di cosa, perdendo cosa ed acquisendo cosa. Ne seguono i famosi “fenomeni morbosi” che accompagnano il travaglio ad una nuova era. Sarebbe quasi da patatine e pop-corn se nella trama noi non fossimo l’oggetto di tale fallimento.