Non è questione di blasfemia o di paganesimo bensì di nichilismo
di Riccardo Paccosi - 29/07/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
Il direttore creativo della cerimonia d'apertura delle Olimpiadi, Thomas Jolly, ieri sera ha pronunciato qualcosa di molto simile a delle pubbliche scuse. Egli ha infatti specificato che la cosiddetta Ultima Cena Queer non aveva intenzione di parodizzare la simbologia cristiana, bensì di esaltare una concezione neopagana intorno agli dei dell'Olimpo e particolarmente intorno a Dioniso.
Volendo prendere per buone le parole di questo direttore, però, non si può allora che ravvisare la profonda ipocrisia filosofica di tutta l'operazione.
Nel mondo che stanno costruendo Monsieur Macron e gli altri finanziatori della performance olimpica, infatti, ormai da tempo si sta materializzando un completo azzeramento di quella che è stata per millenni la dimensione dionisiaca della coscienza e dei comportamenti.
Immerso quotidianamente nel mondo digitale - e prossimamente avviluppato nelle protesi cibernetiche - l'essere umano sta perdendo connessione con la corporeità e con la sensualità.
Sprofondando ogni percezione nell'universo calcolabile e misurabile degli algoritmi, l'essere umano perde la percezione dell'universo come caos danzante e avverte solo la separazione fra sé e l'altro da sé.
Le rappresentazioni simulacrali dell'eros quali i Gay Pride, esprimono esaltazione del piacere-scarica, afferiscono a quella pulsione di piacere che copre momentaneamente il gelo del Nulla e rappresentano, dunque, la parodia sterile dell'ebbrezza dionisiaca propria dei riti pagani.
Quanto detto pone anche il problema del punto di vista cristiano in merito alla blasfemia della rappresentazione: i credenti, infatti, dovrebbero essere meno autoreferenziali e osservare il problema un po' più a fondo.
Siamo ormai giunti molto oltre la Morte di Dio e quindi non serve a niente continuare a porre il problema dell'uso non-credente che, da quasi due secoli, le arti fanno o non fanno della simbologia cristiana.
Il problema, invece, è che siano stati uccisi tanto Cristo quanto Dioniso: questo significa che il Nulla non può essere sconfitto attraverso un arroccamento morale bensì attraverso la nascita di un pensiero e di una pratica che riportino a comunione gli esseri umani.