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Non si combatte il “sistema” utilizzando i suoi modelli

di Daniel Guillem - 10/02/2017

Fonte: Azione identitaria

La retta opinione, la chiarezza di vedute, la capacità di porsi in una posizione radicale di fronte a qualsiasi problematica attuale, sono delle prerogative essenziali per qualsiasi movimento politico che si voglia definire autenticamente identitario e rivoluzionario.

La questione assume una rilevanza sempre maggiore, visti gli scenari politici che si stanno delineando e viste le numerose cadute di livello verificatesi, in questo senso, in molti ambienti politici che si riconoscono nel nostro stesso fronte di lotta. Il democraticismo, elemento tra tanti che costituiscono il “mundus imaginalis” della modernità, si è affermato, come atteggiamento del pensiero, anche in molte personalità che si definiscono nemiche della democrazia. È così che si assiste, quindi, ad innumerevoli dibattiti confusionari, i quali, dispiegandosi su di un piano superficiale dei fenomeni, non riescono a superare il falso dualismo nel quale il sistema li relega, finendo di fatti al centro del nulla.

Entrando più nel concreto, basti pensare alle varie proposte ed alle rispettive giustificazioni addotte, riguardo a diversi temi del dibattito politico contemporaneo. Prendiamo in considerazione, per esempio, il tema dell’energia nucleare.

Si sono sentite da più parti, negli ambienti della cosiddetta Destra, posizioni favorevoli alla produzione di energia nucleare in Italia, affermando che farebbe progredire economicamente la nazione, facendola finita con la dipendenza energetica straniera, e che, ad oggi, con tutti i vari sistemi di sicurezza moderni, rimane l’energia meno inquinante. A questo argomento tipo, si contrappone l’argomento contrario, che afferma la difficoltà dello smaltimento delle scorie nucleari, la mancanza di garanzia, in uno stato come l’Italia, della verificabilità della sicurezza degli impianti ed il naturale fastidio che avrebbe qualsiasi città o provincia d’Italia costretta ad ospitare una centrale nucleare. Allora arriva il contro-argomento che afferma che “tanto le centrali nucleari francesi e svizzere, in caso di disastro, sono tanto pericolose quanto le ipotetiche centrali nucleari italiane”, proseguendo il dibattito all’infinito e facendo pronunciare ai duellanti l’inflazionata frase conclusiva: “io la penso così”.

Questo rappresenta un esempio paradigmatico di duello dialettico anti-sistema che si muove all’interno del sistema stesso, ovviamente per volere del sistema. Il fatto stesso che ci si ritrovi a parlare di energia nucleare dovrebbe far nascere un immediato senso di nausea in qualsiasi coscienza risvegliata. L’energia nucleare, degna figlia di un’epoca di distruzione e di bruttezza, non è né neutra (così come non è neutra la scienza moderna) né innocua. Il mito del fabbisogno energetico, sul quale si basa l’energia nucleare, cosi come quello alimentare, sul quale si basa il dibattito degli OGM, quello del “numero è potenza”, il quale, capovolto in una prospettiva di sinistra, giustifica l’immigrazione di massa, sono tutti quanti aspetti dello stesso apparato tumorale.

Il fatto che si considerino in uno stato precedente alla metastasi (l’OGM che è si geneticamente modificato ma che non fa male alla salute) o nel suo aspetto di funzionalità per contrastare altri tumori (l’OGM come strumento per l’autarchia economica) non ne smentisce la sua natura perversa.

Mentre alcuni discutono della necessità o meno del nucleare per la nazione, del bisogno di una regolamentazione giuridica degli OGM che tenga conto dell’economia nazionale e della salute delle persone, i servitori dell’ente avverso hanno già compiuto una passo da gigante nella distruzione del legame dell’uomo con la natura e nella tecnificazione planetaria. Mentre altri ancora discutono della necessità di riconoscere sotto qualche forma giuridica i legami affettivi omosessuali, rifacendosi a fantasiosi diritti dell’amore, magari con la prudenza di escludere la facoltà di adottare, il sistema ha già distrutto definitivamente l’affermazione dei vari ruoli da incarnare nella vita sociale, distruggendo la sacralità della famiglia e la magia dell’appartenenza: di un figlio ai suoi genitori, dei genitori ai propri figli. In questo utilitarismo di convenienza, nel turbine dei se e dei ma, si affermano abomini come l’aborto, che da omicidio diventa “diritto civile”, generando le parti in discussione, sempre interne al Sistema, che parlano di orizzonti frutto di allucinazioni: “non ero pronta, non mi posso permettere un altro figlio”, ed altre follie spacciate per opinioni, possibilità, pareri legittimi. La mostruosità moderna si diffonde con i “se” ed i “ma”, con le divergenze d’opinione apparentemente legittime, tutte legittime, perché incistate, poste al centro, dell’orizzonte modernista.

Il sistema, si sviluppa nell’utilizzo di un linguaggio e di una serie di miti/ideologie che non trovano riscontro nella realtà profonda dell’uomo. Questo è reso possibile dal suo appellarsi ai demoni dell’ego (egoismo), dal suo sollecitare gli aspetti titanici ed a volte distruttivi di una parte della natura umana. Vari fenomeni sociali tipici della società occidentale come l’uso massiccio di psico-farmaci, il crescente numero di dipendenze di qualsiasi tipo (ben al di là delle cosiddette droghe), ed i numerosi casi di disagio esistenziale non sono altro che la manifestazione più palese di questo meccanismo.

Non c’è quindi compromesso possibile. Demitizzare e demitizzarsi dalle fattezze moderne deve diventare un aspetto irrinunciabile. Decostruire le sovrastrutture, compreso il concetto stesso di sovrastruttura, distruggere i falsi legami, le false fascinazioni, i falsi antidoti al sistema propinati dal sistema stesso. Questo è il vero Fine della nostra lotta, votata a far riemergere dalle putrescenti acque della modernità, un mondo nuovo ed arcaico allo stesso tempo, fatto di armonia, ordine e bellezza.