Oppenheimer: una questione di propaganda?
di Gennaro Scala - 12/09/2023
Fonte: Gennaro Scala
Tra le tante recensioni del film Oppenheimer, nessuna che io sappia, a mio parere, si è soffermata adeguatamente sugli aspetti propagandistici del film. Pare sia ormai dimenticato che i film della grande distribuzione sono anche film propagandistici, e spesso lo sono in modo molto sofisticato. E qui va fatta una precisazione, esaminare gli aspetti propagandistici non vuole automaticamente squalificare il film. C'è propaganda e propaganda. Ci sono film che sono propaganda e basta, e film in cui la propaganda si associa ad un contenuto più o meno apprezzabile sul piano estetico. Nel caso di Nolan, uno dei suoi film che ho maggiormente apprezzato è Dunkirk, che è un film di guerra propagandistico in senso direi quasi classico, che mette in scena lo sforzo corale “per salvare i nostri soldati”. Ma è un film che riesce a rendere bene la fortissima tensione della guerra, con scene che si infilano l'una dietro all'altra in modo serratissimo. In altri film, Nolan mi è sembrato alquanto cervellotico, forse a causa della pretensione di voler essere il Kubrick dei nostri tempi. Per non dei film da nerd sul “cavaliere nero” (Batman, l'uomo-pipistrello), di cui non sono riuscito a terminare la visione (a Kubrick non sarebbe neanche venuto in mente di fare un film su un soggetto simile).
Ritornando a Oppenheimer, il suo contenuto lo si evince da ciò che primariamente mette in scena, ovvero il trattamento che lo scienziato riceve dalle istituzioni, nonostante il suo contributo alla vittoria e alla conquista scientifica americana. Fra parentesi, il film assume l'argomento standard con cui viene giustiticato negli Usa lo sganciamento delle due bombe atomiche, ovvero che altrimenti sarebbe stata necessaria l'invasione del Giappone, con la morte di un numero incalcolabile di soldati americani. Anche questa è propaganda.
Oppenheimer era uno scienziato con simpatie “leftiste” e con frequentazioni di gruppi vicini al comunismo, la sua amante, morta suicida, era comunista, così come sua moglie era stata comunista. Ciò nonostante, Oppenheimer si dimostra un patriota, che svolge con dedizione ed impegno il suo compito, che non è direttamente quello di “inventare la bomba atomica”, ma di organizzare il gruppo di scienziati, che darà vita alla Bomba, che ha trascinato l'umanità in una nuova dimensione della storia.
Le “frequentazioni” di Oppenheimer non erano un problema per le autorità quando si trattava di realizzare il “progetto Manhattan”, ma lo diventano con il sorgere della “guerra fredda”, dando vita alla persecuzione para-giudiziaria nei suoi confronti, che non può che risultare profondamente ingiusta.
In breve, mi sembra un film contro i nostalgici della guerra fredda e del maccartismo, diretto contro coloro che oggi vorrebbero uno scontro diretto contro la Russia, che comporterebbe i rischi che tutti possiamo immaginare, e che sembra siano, forse fortunamente, minoritari negli Usa. Dunque, si tratta di un tipo di propaganda su cui non possiamo che concordare.
Solo che non possiamo ignorare l'incongruenza tra il voler sfuttare il conflitto con l'Ucraina, per infliggere un colpo decisivo alla Russia, senza voler arrivare ad uno scontro diretto con la Russia. Posizione incongruente (postura direbbero quelli che ne sanno di “geopolitica”) che può portare solo a due risultati, o ad una sconfitta significativa degli Usa, oppure ad un loro coinvolgimento diretto nella guerra. Ma questo è un altro discorso, che non c'entra con il film.