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Per chi non avvesse ben compreso, al netto di ogni opportunismo

di Andrea Zhok - 07/04/2025

Per chi non avvesse ben compreso, al netto di ogni opportunismo

Fonte: Andrea Zhok

Vista la ridda di polemiche suscitata dalle considerazioni di ieri sulla manifestazione di Roma del 5 aprile, credo sia giusto insistere, chiarendo ciò che ad alcuni non risultava chiaro.
Al netto del successo della manifestazione e dell'ottimo messaggio che essa ha veicolato, il problema è la lettura di quanto avvenuto.
Leggere l'evento come un momento di coordinamento nazionale di forze molteplici, interessate a contestare il riarmo europeo e le connesse politiche belliciste, è senza dubbio legittimo e per me è qualcosa di cui felicitarsi.
Ma nel dibattito successivo è emersa una seconda lettura, che ha parlato della "manifestazione indetta dai Cinque Stelle" e della "piazza di Conte".
Ed è qui che i problemi nascono.
I problemi sono dovuti al fatto che, se viene promossa l'idea di un'egemonizzazione pentastellata di quella piazza, allora molti altri dubbi devono trovare soluzione. E' infatti legittimo immaginare che l'interesse primario di Giuseppe Conte non sia verso la pace o verso altri elementi di politica sostanziale, ma verso un accreditamento di sé stesso come "patron" di quella piazza, in modo da alzare il proprio prezzo nelle prossime trattative con il PD.
Perché questo malizioso sospetto è legittimo?
Perché parlare innanzitutto di trattative con il PD?
Ma perché Conte ha stabilito ad un certo punto che, diversamente dall'iniziale aspirazione a sottrarsi al dualismo destra-sinistra, il M5S doveva trovare collocazione nell'alveo del centrosinistra. Così facendo il M5S ha risolto una parte dei propri problemi di disorientamento teorico, ponendosi nella scia nota (e stantia) del centrosinistra italiano; e al tempo stesso ha definito l'orizzonte delle proprie alleanze: o da solo o con il PD, e tutto il resto sono dettagli.
Perché è legittimo sospettare che questa sia la prospettiva? Non siamo forse eccessivamente cinici?
Forse, però è davvero difficile rimuovere completamente dalla memoria il fatto che il M5S è quel partito in cui sono fioriti l'eroina dei banchi a rotelle Azzolina, il sottosegretario alla salute Sileri, il prode combattente per la cadrega Di Maio, il partito che aveva portato al ministero della Transizione Ecologica Cingolani (oggi capo di Leonardo), che ha promosso la mitica lotteria degli scontrini contro l'evasione, ecc.
E se si vuole affermare che oggi questi non sono più nel M5S allora è anche opportuno ricordare che dal partito si sono allontanati o sono stati allontanati personaggi di spessore politico come Di Battista, Cabras, Crucioli, Forciniti, ecc.
Noi potremmo provare a convincerci che il M5S odierno è tutt'altra cosa da quel partito che è passato da una feroce critica all'UE a votare la von der Leyen, che è passato da raccogliere le istanze di chi contestava la legge Lorenzin a sostenere il Green Pass, che tutti questi sono semplicemente dietro le spalle, e che oggi siamo di fronte ad una prospettiva toto coelo nuova; potremmo, ma non è chiaro perché dovremmo.
Forse perché non ci sono alternative e "in qualcuno bisogna pur credere"? Chiedo scusa, ma i salti mortali nella fede li lascio per tematiche esistenzialmente più rilevanti della prossima campagna elettorale.
Il M5S ha tutto il diritto di tentare di accreditarsi come un partito nuovo, con un'agenda ideale ed ideologica finalmente rigorosa. Aiuterebbe se spiegasse le ragioni politiche, filosofiche, per cui il sostegno al governo Draghi e altri svariati svarioni non possono più ripresentarsi. Qual è oggi la sua visione di ciò che è stata e di ciò che dovrà essere l'Europa? Qual è la visione di ciò che è stata e di ciò che sarà la Nato? Quale è la sua posizione strategica tra visione unipolare e multipolare? Quale è la sua visione intorno alla politica industriale italiana, passata e futura? Qual è la sua posizione intorno a cosa è avvenuto durante la pandemia e al futuro del servizio sanitario nazionale? Ecc. ecc.
Dopo tutto, senza chiare spiegazioni, qualcuno potrebbe pensare che quelli correnti siano meri riposizionamenti per opportunismo.
Ma, sia come sia, in quanto partito che ha già una solida rappresentanza parlamentare e tutti i mezzi per far sentire la sua voce, mi preoccupo il giusto del se, come e perché dovrebbe accreditarsi: se ha filo da tessere ha tutto lo spazio per farlo.
Quello che credo, invece, è che visto che in quella piazza a Roma erano presenti molti gruppi che con i pentastellati niente hanno a che fare, forse il successo di quella piazza dovrebbe spingerli a fare uno sforzo - prudente e cauto finché si vuole - di sintesi verso un progetto politico alternativo, sintesi di cui, ad occhio e croce, c'è un gran bisogno.