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Perché i leaders italiani servono gli stranieri a spese degli italiani?

di Marco Della Luna - 17/09/2016

Perché i leaders italiani servono gli stranieri a spese degli italiani?

Fonte: Marco Della Luna

 

L’ambasciatore USA si pronuncia per il sì nel referendum costituzionale (italiano). Molte voci protestano contro questa ingerenza negli affari interni (italiani).

Il Capo dello Stato (italiano) reagisce affermando che la decisione nel referendum spetta al popolo (italiano), cui è demandata (da chi?) la sovranità.

Chiaramente questa risposta è incongrua: l’ingerenza USA non era diretta alla libertà di voto dei cittadini, ma all’indipendenza dello Stato (in quanto dichiarava che oltre Atlantico si preferisce che l’Italia abbia una costituzione di un certo tipo).

Quindi Mattarella avrebbe dovuto replicare “L’Italia deciderà indipendentemente, perché è un paese sovrano.”

Ma non poteva esprimersi così senza rendersi ridicolo, perché palesemente l’Italia non è indipendente né sovrana (specialmente rispetto agli USA). Sergio non è Davide, quindi ha risposto al gigante americano in modo apparentemente forte e dignitoso, ma sostanzialmente elusivo.

Il 16 settembre la Merkel e Hollande, al vertice europeo di Bratislava, avevano stabilito tra loro di fare la conferenza stampa finale senza Renzi, per chiarire che l’Unione la dirigono loro. uno dei tre grandi paesi europei rimasti nell’UE, veniva lasciata fuori da Francia e Germania. Immaginate l’effetto distruttivo per l’immagine di Renzi in campagna referendaria!

Ma il piazzista fiorentino ha salvato la faccia (sui media italiani, perché quelli stranieri se ne sono fregati), facendo dichiarazioni dure e insoddisfatte sulla loro gestione dell’Unione, così che sembrasse che non ci andava per sua scelta e per sfidarli, e non perché lo avevano lasciato fuori siccome l’Italia non ha peso in Europa.

Abile mossa propagandistica ed elettorale, ma solo pro forma – parole, parole, parole -, perché Renzi è il terzo premier messo su da un presidente già stalinista a piegare l’Italia agli interessi della Germania: è lì per questo e non può far altro che questo.

Oggi si è aperta la camera ardente di Carlo Azeglio Ciampi, uno degli uomini che più hanno danneggiato l’Italia a vantaggio della Germania.

Pervenuto alla guida della Banca d’Italia con una carriera di sindacalista interno e facendo lievitare gli stipendi dei suoi colleghi fino a livelli divini, egli ha:

-fatto raddoppiare in pochi anni il debito pubblico e moltiplicato il suo rendimento a vcantaggio soprattutto della speculazione finanziaria ( ciò fece nel 1981, in collaborazione con Andreatta, rendendo indipendente Bankitalia dal Tesoro, impedendole di acquistare i titoli di stato invenduti e togliendo i vincoli di portafoglio alle banche);

-bruciato 70.000 miliardi di Lire consentendo agli “amici” un insider trading stimato in 30.000 miliardi a spese del Paese (lo fece nel 1992, dopo il famoso Britannia Party in cui fu programmata la destabilizzazione e privatizzazione dell’Italia, quando, come governatore di Bankitalia, con Amato a Palazzo Chigi, sapendo che inevitabilmente la Lira si sarebbe svalutata del 25-30%, come poi avvenne, usò i soldi pubblici per cambiare in valute pregiate le Lire di chi voleva sbarazzarsi delle Lire al cambio ancora buono);

-demolito la grande industria nazionale attraverso le privatizzazioni sottoprezzo, negli anni ’90, a vantaggio dei capitali stranieri, con privatizzazione anche delle quote di Bankitalia possedute dalle tre banche del Tesoro, le quali pure furono privatizzate);

-portato l’Italia in recessione strutturale e deindustrializzazione irreversibile nonché alla piena sottomissione economico-politica alla Germania (lo fece portandola nell’Euro, cioè in un sistema di blocco degli aggiustamenti dei cambi, quando sapeva benissimo gli effetti devastanti che ciò comporta per l’economia;

-ridotto il sistema bancario italiano (riformandolo come richiedeva l’”Europa”) nella condizione attuale, consegnandolo a fondazioni di nomina partitocratica e di funzionamento clientelare che hanno mangiato tutto il mangiabile, tanto che ora si regge solo perché gli lasciano praticare l’usura sui clienti e nascondere dai bilanci le reali perdite sui crediti, e i pezzi migliori se li stanno già mangiando i finanzieri dei paesi amici.

Perché i governanti italiani sistematicamente vendono gli interessi italiani agli interessi stranieri?

La ragione ha radici, credo, nella storia: lo Stato unitario italiano nasce proprio come Stato servitore di Gran Bretagna e Francia, poiché viene costituito per loro volontà, finanziamento e intervento, e conquistando gli altri Stati preunitari, senza adesione popolare e con plebisciti truccati. La sua destinazione servile è nella sua stessa formazione. Da quando è sorto, ha cercato  – con avventure coloniali balorde, e con balorde partecipazioni a due guerre mondiali – di essere ammesso nel novero delle Potenze, ma non è stato mai ammesso.

Inoltre, esclusi i Veneti e i Tirolesi, tutte le genti dell’attuale Italia sono sempre state governate da stranieri. Perciò si è consolidata una forma mentis politica italiana: governante = straniero: comportarsi da dominatore straniero è un must per chi comanda in Italia; e chi va al potere, anche se non vi è messo da potenze straniere, si sente, perciostesso, divenuto, elevato al rango di uno straniero, e si comporta di conseguenza, senza vincoli di lealtà, pronto a servire gli stranieri (oggi soprattutto alla Goldman Sachs, dove spesso si è formato) per conservare la poltrona e far carriera e avere buona stampa e incarichi ultrapagati quando lascia la carica pubblica.

Infatti Ciampi e tutti gli altri che hanno fatto carriera piegando gli interessi nazionali in favore degli stranieri, non hanno mai pagato per i danni arrecati, anzi hanno fatto una strepitosa carriera e lauti guadagni. E quando muoiono sono celebrati ed esaltati.

E gli italiani, che sono spettatori di tutte queste cose, realisticamente sentono come stranieri, come non solidali, coloro che li governano, e le stesse istituzioni. Quindi si comportano con diffidenza e spesso difensivamente contro di esse. Per sopravvivere, evadono imposte quantificate per far bottino e senza riguardo per la loro sopravvivenza. Ciò abbassa la produttività del sistema-paese e gli impedisce di riprendersi, di adattarsi alle mutate condizioni. L’Italia muore.

Un sistema del genere, che si morde la coda, non si può riformare dall’interno, e chi lo riforma dall’esterno in realtà lo sta solo smantellando per cannibalizzarlo e colonizzarlo.

L’unico modo di uscirne è l’emigrazione, grazie a cui si stanno infatti salvando i migliori ingegni non criminali di questo mal nato e mal assortito Paese.