Perché il nostro marcio occidente continua a parlarci di falsi diritti?
di Antonio Catalano - 02/01/2024
Fonte: Antonio Catalano
Chi pensa che si tratti di temi appartenenti esclusivamente alla sfera dei nuovi diritti, e che comunque son temi che nulla tolgono ai diritti sociali, farebbe bene e riflettere un po’. In questo mondo dominato dall’interesse supremo del Capitale, che riesce a metter becco in questioni che mai una volta si sarebbe osato pensare potessero essere mercificate, l’ingenuità diventa peccato. Comprensibile che al disoccupato, al precario, a chi prende 6-700 euro siano questioni lontane anni-luce dalla propria condizione, per cui chi se ne frega, il problema è sopravvivere nella giungla di una quotidianità che si abbatte impietosamente sulla propria vita. Eppure bisogna rendersi conto del fatto che se i padroni del mondo – gli stessi che sostengono politiche di impoverimento sociale, che suscitano ovunque focolai di guerra, che attizzano la criminale e genocida aggressione sionista al popolo palestinese – ci tengono così tanto a spingere in una certa direzione, evidentemente una ragione deve pur esserci. Arrivo al punto: la volontà dell’Oms di diffondere «cure inclusive», ovvero di promuovere bloccanti della pubertà e ormoni che facilitano la cosiddetta autodeterminazione di genere» è un’ossessione che sarebbe grave superficialità spiegare come eccesso di zelo “inclusivo”. L’Oms spinge infatti perché si vada ancora più avanti sull’autodefinizione di genere, cioè sulla libertà di ciascun individuo di essere legalmente riconosciuto come appartenente al genere che egli ha scelto. E perché questa “libertà” sia compiuta fino in fondo deve essere rimosso ogni ostacolo che impedisce la piena affermazione del genere dichiarato. Motivo per cui nel testo dell’Oms si fa esplicito cenno ai bloccanti della pubertà per i minori. Ma da chi è composto il gruppo di “esperti” cui l’Oms si è affidata per definire le nuove linee guida? Molti di questi appartengono alla Associazione professionale mondiale della salute transgender (WPATH), attivisti trans afferenti alla rete Global Action for Trans Wquality, e membri con radicati legami con l’industria farmaceutica. Insomma, come dice Marina Terragni, di questo gruppo di “esperti” dell’Oms «su 21 membri più di tre quarti sono transattivisti». Appurato che ci siano dei forti – e criminali – interessi a diffondere dubbi di genere nelle giovani generazioni perché questa attitudine alimenta le industrie del farmaco legata alla produzione dei bloccanti la pubertà e della chirurgia plastica legata agli interventi di modificazione dei corpi qual è la ragione politica che orienta le istituzioni politiche (l’Oms è una istituzione politica) di questo debosciato Occidente a procedere su questa strada? Mi sembra abbastanza chiaro il senso di marcia. Anestetizzare le nuove generazioni perché azzerino ogni potenzialità aggressiva contro un sistema di potere che ha come unica alternativa l’immiserimento dei ceti popolari e la guerra ai popoli.