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Perchè non parli?

di Pierluigi Fagan - 19/02/2025

Perchè non parli?

Fonte: Pierluigi Fagan

Leggenda vuole che Michelangelo, pur contento della sua riproduzione dell’umano Mosè, abbia alla fine scagliato il martello contro la statua che pur perfetta “non parlava”, non era pienamente umana.
I discorsi che si fanno su quello che dovrebbe fare o non fare geopoliticamente l’Europa hanno la stessa surrealtà. La statua non parlava perché non era umana, era di marmo. L’Europa non agisce geopoliticamente con raziocinio perché non è un soggetto geopolitico, è una confederazione nata e sviluppata su logiche economiche e commerciali. L’Europa non è “uno” stato e in storia non si rinvengono soggetti geopolitici che non siano stati (regni, imperi, principati o altro). Non è uno stato, né potrà mai esserlo poiché gli stati hanno base, pur imperfetta, in una popolazione che mostra alcune omogeneità culturali su basi geo-storiche che i 27 paesi europei non hanno.
L’assurdo culturale del dibattito su questo argomento è l’assenza totale di competenza.
Sul problema di “parlare con una voce sola” che presuppone una mente sola ed un corpo solo, cioè un soggetto ontologicamente inteso (cioè, un unico stato giuridicamente fondato come tale), si è espresso l’altro giorno Draghi. Qualche giorno fa si è espresso a mezza bocca anche Prodi, riconoscendo che il processo dell’allargamento dell’UE ha importato altra eterogeneità disordinante.
Bene, ma Draghi e Prodi che competenza storica complessa hanno? Cosa sanno di storia di formazione degli stati, geopolitica, sociologia, storia culturale e filosofia politica comparate (perché i contenuti di queste discipline nel registro europeo sono di un tipo, magari in Asia sono di un altro tipo, chissà, magari duemilacinquecento anni di storia cinese (giapponese, araba, indiana, africana etc. raccontano altre storie) e il molto altro necessario per ragionare di una cosa del genere?
Nessuna, sono economisti. Il che porta molti problemi. Il primo è la convinzione dei dediti a questa pur importante disciplina che la loro è la matrice di tutta la fenomenologia mondiale (assurdo), il secondo è che quella disciplina ha alti tassi di anti-storia, anti-sociologia, anti-cultura, non sa e non sa di non sapere (desolantemente priva di una sua epistemologia) . Ignoranza e presunzione, un mix letale.
Della serie “perché l’Europa non fa quello che ora io dico dovrebbe fare (che è ovvio a seconda di chi parla)” vediamo l’apporto di Kishore Mahbubani. KM è intellettuale, studioso a largo spettro, diplomatico, consulente geopolitico del governo di Singapore (e non solo), autore di una valanga di testi interessanti, membro di una caterva di istituzioni culturali, economiche e politiche mondiali, insomma una mente asiatica ma con ambizioni planetarie di alto livello. Tra l’altro, ha un debole affettivo intellettuale per l’Europa (da Machiavelli in poi).
Secondo KM Europa dovrebbe parlare anche se è fatta di marmo e dire:
1. “In primo luogo, l'Europa dovrebbe annunciare la sua volontà di abbandonare la NATO. Un'Europa costretta a spendere 5% in difesa è un'Europa che non ha bisogno degli Stati Uniti. Il cinque percento del PIL combinato UE/Regno Unito nel 2024 ammonta a 1,1 trilioni di dollari, paragonabile alla spesa per la difesa degli Stati Uniti di 824 miliardi di dollari nel 2024. Magari poi non lo farebbe ma almeno assumerebbe una posizione meno subalterna di chi dà al “mondo l'impressione che stiano leccando gli stivali che li stanno prendendo a calci in faccia”.
2. “Elaborare un nuovo grande accordo strategico con la Russia, in cui ciascuna parte si occupi degli interessi fondamentali dell'altra. Molte influenti menti strategiche europee si rifiuterebbero di queste proposte, perché sono convinte che la Russia rappresenti una vera minaccia alla sicurezza per i paesi dell'UE. Davvero?”. Segue una realistica spiegazione del perché la né la Russia per l’Europa, né l’Europa per la Russia possano intendersi rivali strategici.
3. “Elaborare un nuovo patto strategico con la Cina. Di nuovo, nel regno dell'ABC della politica estera, c'è un motivo importante per cui la geopolitica è una combinazione di due parole: geografia e politica. La geografia degli Stati Uniti, che si affacciano sulla Cina attraverso l'Oceano Pacifico, combinata con l'impulso di Washington per il primato, spiega la relazione ostile tra Stati Uniti e Cina. Quali pressioni geopolitiche hanno causato la recessione nelle relazioni UE-Cina? Gli europei hanno creduto scioccamente che una servile lealtà alle priorità geopolitiche americane avrebbe portato a ricchi dividendi geopolitici per loro. Invece, sono stati presi a calci in faccia. La cosa notevole qui è che la Cina può aiutare l'UE a gestire il suo vero incubo geopolitico a lungo termine: l'esplosione demografica in Africa”.
Va bene, l’esercizio è inficiato dal falso presupposto che Europa sia un soggetto geopolitico a cui si possa dire cosa fare o non fare argomentando razionalmente, come dar lezioni di espressione fonetica e linguistica ad una statua di marmo. Tuttavia, le idee di un membro influente dell’élite asiatica, per forma e contenuto sono interessanti.
Per forma perché questo livello di dibattito in Italia (e in Europa) è sconosciuto presi come siamo a discutere di stupidaggini pure con animosità fuori luogo vista la pochezza e confusione degli argomenti sul tavolo e dosi massicce di disordine concettuale ideologizzato. Per contenuti perché la separazione degli occidenti da noi promossa con articoli da anni (e argomentato nel capitolo 9 del mio libro “Benvenuti nell’Era complessa”) la stiamo subendo invece che promuoverla proprio perché non abbiamo una strategia di adattamento al nuovo mondo in cui la complessità e la multipolarità (nonché un rapido ritorno al realismo concreto e pragmatico) sono concetti coincidenti.
Già "fare l'impensabile". Il problema è che prima si dovrebbe pensare, attività che ci è diventata ignota. Le statue non parlano, l'Europa non pensa e quindi, come diceva una di loro secoli fa "Je pense, donc je suis", gli europei -non sono-.