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Privare il termine fascismo del suo reale significato

di Davide D'Intino - 17/10/2021

Privare il termine fascismo del suo reale significato

Fonte: Davide D'Intino

Privare il termine fascismo del suo reale significato, circoscrivibile nel tempo, nello spazio e nei connotati, ed elevarlo ad archetipo del male senza una preventiva analisi storica condotta seguendo un approccio equanime ed avalutativo, per poi applicarne arbitrariamente l'etichetta squalificante a qualsiasi soggettività politica concorrente, è l'unica, distorsiva risorsa politico-elettorale rimasta per compattare quegli ambienti che hanno la sfacciataggine di continuare a definirsi di sinistra. I quali, ormai alieni dal paese reale e sprezzanti del popolo, per autodescriversi potrebbero ricorrere a questo vocabolo soltanto impiegandolo nella sua funzione di aggettivo, mai in quella di sostantivo. 
Tali demagoghi, però, hanno dei validi concorrenti a contendergli il primato della falsificazione del dibattito: tutti coloro che gli rimproverano di prendersela col bersaglio meno influente, perché il vero fascismo (sic), a loro dire, sarebbe il neoliberismo in generale ed il governo Draghi in particolare. Da cui dovremmo dedurne che l'attuale primo ministro sarebbe il nuovo Duce. Pietà.
Ridurre il fascismo alla compressione delle libertà civili, alla esautorazione - che oggi è peraltro minima - del parlamento o all'uso politico della violenza, e arrivare ad associarlo indebitamente al neoliberismo, significa scambiare mistificatoriamente la parte per il tutto ed esprimere, come ho già sostenuto, la convergenza tra sfacciata malafede e piccineria intellettuale. 
 Se da un lato questo modus operandi destituisce il termine fascismo del suo reale significato, rendendolo inservibile, dall'altro dispensa questi sedicenti antifascisti dal confutare le posizioni degli avversari che li hanno ormai sostituti nel ruolo di referenti dei ceti popolari. E che, per la loro congenita mancanza di coraggio e cultura, vengono processati mediaticamente ad ogni tornata elettorale. Da quale pulpito, poi?
Come ha osservato lo studioso Stanley G. Payne, «'Fascista' è stato uno dei termini peggiorativi politici più frequentemente evocati con connotazioni abituali di 'violento', 'brutale', 'repressivo' o 'dittatoriale'. Ma se il fascismo non significasse più che questo, i regimi comunisti, ad esempio, probabilmente dovrebbero essere catalogati fra i più fascisti, e così facendo si priverebbe la parola di qualunque utilità specifica».