Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Progetto Terza guerra mondiale. I tre livelli della strategia globalista

Progetto Terza guerra mondiale. I tre livelli della strategia globalista

di Riccardo Paccosi - 28/03/2025

Progetto Terza guerra mondiale. I tre livelli della strategia globalista

Fonte: Riccardo Paccosi

PERCHE' I GOVERNANTI EUROPEI INVITANO I CITTADINI A FARE SCORTE DI CIBO?
I TRE LIVELLI DELLA STRATEGIA GLOBALISTA.

Da parte di alcuni governi europei nonché dalla stessa Unione Europea, è partita una narrazione emergenziale riguardante l'imminenza d'uno stato di guerra, con tanto d'indicazione ai cittadini di fare scorte di cibo.
Come sempre, nulla è come appare; ma neanche si può pensare che atti di questo genere siano frutto di mera improvvisazione.
.
Osservando le diverse azioni e comunicazioni messe in campo, ritengo si possa ipotizzare che l'èlite globalista-guerrafondaia stia dispiegando tre differenti livelli di strategia: uno inerente alla "vecchia" agenda di guerra mondiale e che si gioca sul lungo termine; un altro di natura finanziario-speculativa, che si gioca sul medio termine; infine, un terzo livello emergenziale e accelerazionista che riguarda nell'immediato la gestione del dissenso sociale.
Proviamo a descrivere uno per uno questi tre livelli:
.
1) Tutto quello che gli europei stanno decidendo di fare, appare privo di senso se visto alla luce degli indirizzi della nuova amministrazione americana e del possibile rafforzamento dei legami anche economici fra Stati Uniti e Russia.
Non appare affatto privo di senso, però, qualora si considerasse l'ipotesi che i rapporti di potere all'interno degli Stati Uniti fra quattro-cinque anni possano capovolgersi nuovamente.
Ecco, allora, che un piano di medio-lungo termine come "ReArm Europe", se visto sotto tale ottica acquisisce senso e significato: esso appare cioè come un paziente investimento in vista di quel momento in cui, per il progetto di Terza Guerra Mondiale, torneranno a esserci le condizioni politiche; ovvero i rapporti di forza interni all'Occidente potrebbero tornare a pendere in favore dei globalisti e, questa volta, in misura schiacciante.
.
2) La crisi economica della UE può essere affrontata temporaneamente solo con una nuova bolla speculativa, che eviti di far sprofondare tutto all'improvviso.
Dopo i giri d'affari sui vaccini e sulla riconversione green, ecco dunque un terzo sommovimento finanziario incentrato sugli armamenti. Il tutto garantito, come al solito, da figure politiche in plateale conflitto d'interessi come il cancelliere tedesco Merz, che è stato fino al 2020 consigliere del fondo d'investimento Blackrock, ovvero del principale azionista di quelle aziende tedesche ed europee che beneficeranno del progetto di riarmo.
Insomma, un metodologia-zombie per animare il corpo d'un sistema economico defunto.
.
3) L'insostenibilità sociale del progetto Rearm Europe, si cala in un contesto di tracollo della produzione industriale e del potere d'acquisto delle famiglie in tutto il continente, nonché di sfiducia popolare crescente verso i governi nazionali e verso l'apparato eurofederale.
Al fine di gestire tutto questo, per i governanti è necessario continuare a operare nello stato d'eccezione, come ormai avviene senza soluzione di continuità dal 2020.
E qui arriviamo ai già citati appelli alla popolazione, da parte di UE e governi, a fare scorte di cibo: quale false flag, quale nuova emergenza è in programma per far sì che i cittadini si comportino in maniera conseguente a questa pressione terroristica?
La risposta a questo interrogativo, ovviamente, non è al momento disponibile. Quello che possiamo intuire, però, è che se da una parte gli aspetti finanziari e geopolitici si giocano sui termini medio e lungo, il conflitto che in Occidente è alla base di tutti gli altri conflitti si sta invece per giocare a strettissimo giro: stiamo parlando della guerra che i governanti hanno avviato contro i propri popoli.