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Putin da scacco matto geopolitico con l’imminente liberazione di Dayr al-Zur

di Jon Hellevig - 26/08/2017

Putin da scacco matto geopolitico con l’imminente liberazione di Dayr al-Zur

Fonte: Aurorasito

Lo SIIL è alla fine, spezzato e isolato nel Paese, l’Esercito arabo siriano ed alleati suonano la campana a morto per l’organizzazione terroristica nella città di Dayr al-Zur. Con la vittoria imminente, Putin darà scacco matto geopolitico infliggendo un colpo devastante ai piani del Nuovo Ordine Mondiale in Medio Oriente.

Dayr al-Zur segnerà la fine dello SIIL
La battaglia di Dayr al-Zur non sarà la battaglia decisiva della guerra, perché Esercito arabo siriano ed alleati l’hanno già vinta. Ma l’imminente liberazione di Dayr al-Zur passerà alla storia come la battaglia che segna la vittoria e la distruzione dello SIIL. Dopo Dayr al-Zur, lo SIIL sarà finito lasciando i terroristi correre nel deserto come ratti nel panico, poiché non avranno alcuna base dove nascondersi. Ci vorrà quindi almeno un semestre per ripulire l’intero Paese dagli ultimi terroristi dello SIIL. Sulla mappa, l’organizzazione terroristica sembra ancora controllare vasti territori, ma sono principalmente deserti disabitati, le uniche aree abitabili al momento controllate dallo SIIL sono dei villaggi nelle fertili valli dell’Eufrate e dell’affluente Qabur. Oltre ad altre operazioni localizzate per ripulire la Siria da altre organizzazioni jihadiste, l’unico problema rimasto è la provincia d’Idlib, nella Siria nord-occidentale, occupata da due gruppi rivali di jihadisti che si combattono: Hayat Tahrir al-Sham, o Jabhat al-Nusra mascherato (di per sé filiazione di al-Qaida) e il turco Ahrar al-Sham.

Eroi del nostro tempo: i difensori di Dayr al-Zur
Dayr al-Zur è assediata dallo SIIL da quattro anni. L’assedio più lungo della storia moderna, più dell’assedio di 900 giorni di Leningrado. I difensori e i residenti di Dayr al-Zur sono i veri eroi del nostro tempo. Negli anni, i residenti hanno sofferto bombardamenti continui e incursioni dei terroristi che circondano la città. Grandi aree della città sono state private dell’energia elettrica e dell’acqua potabile. Per il cibo e le medicine, la città dipende dai lanci paracadutati, da quando lo SIIL ha interrotto la strada che collega la base aerea alla città. Occasionalmente gli elicotteri dell’Esercito arabo siriano sbarcano nella città carichi e rinforzi. Ecco un rapporto interno sulle condizioni insopportabili dell’assedio di Dayr al-Zur. Si stima che circa 100000 residenti siano intrappolati in condizione di privazione assoluta. Tuttavia, ciò non riguarda l’élite, i media e i politici occidentali. Ci fu un grande piagnisteo quando l’Esercito arabo siriano, aiutato dalla forza aerea russa, liberava Aleppo da al-Qaida e altri assortiti gruppi terroristici, tutti eufemisticamente chiamati “ribelli moderati”, ma c’è un silenzio assoluto sulla situazione dei 100000 residenti di Dayr al-Zur assediati dallo SIIL, uno dei regimi peggiori e più spregevoli della storia. Dopo che lo SIIL colpì Nizza, la Torre Eiffel fu accesa coi colori della bandiera francese; dopo aver colpito il Belgio, coi colori della bandiera belga; dopo l’attentato ad Orlando, coi colori della bandiera statunitense. Ma mai coi colori della bandiera siriana, e non per un solo giorno degli oltre 1000 di terrorismo che i residenti di Dayr al-Zur subisono. Entrando nel fronte propagandistico occidentale, la chiesa protestante dello Stato finlandese abitualmente suonava le campane nel Paese per mostrare compassione per i terroristi assediati di al-Qaida, mentre le forze siriane e russe liberavano la città. Ma alcuna campana suona per le vittime dei terroristi dello SIIL a Dayr al-Zur. Non solo l’élite occidentale e i suoi media sono silenti su Dayr al-Zur, ma hanno espresso antipatia e odio verso le vittime siriane del terrorismo, includendo nella loro infame lista delle sanzioni Isam Zahradin, il comandante dell’eroica difesa di Dayr al-Zur, dove fu inviato a prendere il comando nell’ottobre 2013.

Dimenticate l’occidente, Siria ed alleati libereranno Dayr al-Zur
Ma i siriani non si aspettano alcun aiuto dall’occidente per sconfiggere lo SIIL perché, dopo tutto, lo SIIL fa parte dell’armamentario che Stati occidentali e del Golfo sponsorizzano contro il popolo siriano. La Siria conta sulle proprie forze e nell’aiuto degli alleati: Russia, Iran, milizia popolare irachena, Hezbollah ed Esercito di liberazione palestinese. L’Esercito arabo siriano negli ultimi mesi ha rapidamente liberato vasti territori nelle province di Aleppo, Raqqa, Hama e Homs, ed ora con gli alleati si prepara alla battaglia cruciale di Dayr al-Zur. Si tratta di settimane, piuttosto che di mesi, affinché le forze governative liberino la città assediata. Dopo la liberazione fondamentale di al-Suqanah, a 60 chilometri a nord-est di Palmyra, un paio di settimane prima, le forze siriane avanzano rapidamente per eliminare la minaccia dei terroristi dello SIIL da occidente e nord, circondando migliaia di terroristi in due sacche nelle regioni di Hama e Homs. Così isolati non minacciano l’avanzata delle truppe verso Dayr al-Zur. Secondo i media, l’esercito era già avanzato di 30 chilometri a est di al-Suqanah, lasciando solo 60 chilometri dalla città di al-Shula, l’ultima prima di Dayr al-Zur. Da lì inizia la battaglia per Dayr al-Zur. Allo stesso tempo la Quwat al-Nimr (Forza Tigre) dell’Esercito arabo siriano si avvicina da nord, a soli 60 chilometri da Dayr al-Zur. È chiaro che fermò l’avanzata un paio di settimane prima per consentire alle forze di avvicinarsi da occidente lungo la strada Suqanah-Dayr al-Zur, per riprendersi e pertanto muoversi rapidamente per attaccare le posizioni quando sarà il momento. Allo stesso tempo, altri gruppi dell’Esercito arabo siriano avanzano verso sud, al confine iracheno, impedendo allo SIIL d’inviare rinforzi sufficienti sul fronte di Dayr al-Zur. Una volta che le forze governative raggiungeranno la campagna circostante Dayr al-Zur, non c’è dubbio che la battaglia sarà rapida. Basti pensare che i terroristi dello SIIL al culmine delle proprie forze e del sostegno internazionale, non poterono invadere la città, che si oppone per il quarto anno a una forza travolgente. Ora, a passo di carica, il quadro cambia.

Lo scacco matto geopolitico di Putin e la Waterloo del NWO
Dopo che la Russia entrò militarmente nella guerra siriana (o dovremmo dire “quando la Russia iniziò ad intromettersi nei piani del NWO in Medio Oriente“), la dirigenza occidentale ne fu sbalordita. Dopo la sorpresa collettiva per lo shock iniziale, istruì i suoi media e altre risorse propagandistiche a ridicolizzare il passo russo e a condannarlo alle tenebre. Secondo l’allora presidente Obama, la Russia si “dirigeva verso il collasso in Siria”. Sarebbe stato un altro Afghanistan per la Russia, avrebbe perso e Putin finito… Dopo il successo iniziale, cambiarono aggressione e il portavoce dell’US Department of State John Kirby annunciò che in risposta alle azioni in Siria, la Russia avrebbe subito attentati terroristici, i suoi aviogetti sarebbero stati abbattuti e le sue truppe tornate nelle bare. I russi decisero d’interpretare ciò come nient’altro che minacce velate su come gli Stati Uniti avrebbero esattamente agito per assicurarsi proprio questo. Ma oggi, con l’imminente liberazione di Dayr al-Zur, sappiamo che Putin prevale in Siria. Con la saggia decisione d’impegnare le forze russe in Siria e l’eccellente e misurata azione dell’alto comando russo, insieme alle forze del governo siriano e degli alleati, ha essenzialmente schiacciato lo SIIL e con esso il cambio di regime statunitense in Siria. Putin protegge i confini meridionali della Russia dalla diffusione degli eserciti mercenari terroristici sponsorizzati dagli Stati Uniti. Putin ha posto la Russia al centro della geopolitica mediorientale come forza stabilizzatrice volta a garantire la pace nella regione, rispettata da amici e nemici come parte su cui contare nella regione. Quando fu annunciato, alla fine del settembre 2015, che la Russia avrebbe impegnato le forze armate in Siria, previdi che ciò avrebbe fatto della Siria la Waterloo dell’élite statunitense alla guida del Nuovo Ordine Mondiale. È esattamente quello che è successo, e sono contento di dirlo.