Quale occidente?
di Guido Dalla Casa - 10/04/2022
Fonte: Arianna editrice
Ucraina: nessuna delle due parti in lotta vuole veramente la fine della guerra. Si fotografano le atrocità (da qualunque parte provengano), così si fanno fallire i negoziati e la guerra continua. I due nemici: la Russia e…l’Occidente. Ma di quale Occidente si sta parlando? Vediamo qualche caratteristica di questi due contendenti: la cultura di entrambi è figlia della Rivoluzione industriale, illuminista, modernista, scientista, progressista, seguace del positivismo, fanatica dell’economia, con il mito del lavoro, convinta che il mondo naturale è tutta roba a disposizione degli umani e che l’industria e la tecnologia alla fine risolveranno tutto, dopo avere eliminato le altre culture umane, arretrate e primitive. Questi contendenti sono entrambi fanatici seguaci del “pensiero unico”. Tutti due sono l’Occidente, entrambi seguono e abbracciano l’Industrialismo, che ha distrutto la Natura e sta rivelando il suo fallimento: questo “Occidente” ha anche la manìa dei confini precisi e dei cosiddetti “Stati sovrani”.
La guerra “combattuta”, quella che porta subito sofferenza e morte, combinata con i cambiamenti climatici, la sovrappopolazione umana, l’estinzione di specie, la pandemia da Covid, il consumo di territorio, la morte degli ecosistemi, l’accumulo dei rifiuti, e altri fenomeni in corso, forse sarà l’inizio della fine dell’Occidente, cioè del modello che ha invaso la Terra, magari anche la fine dell’economia. Tutta la civiltà industriale è un fenomeno sostanzialmente impossibile, perché incompatibile con il Sistema Biologico Terrestre, che è il sistema molto più grande di cui comunque fa parte. Anche e soprattutto di questo aspetto dovremmo preoccuparci. C’è in corso una guerra molto più vasta di quella dell’Ucraina, anche se quest’ultima porta gravissime sofferenze immediate e dovrebbe finire subito, perché ci si possa dedicare:
- a far terminare una guerra ben più grande, quella contro l’Organismo cui tutti apparteniamo,
- a ridurre al minimo i traumi che accompagneranno il passaggio a modelli diversi.
Cari pacifisti, per avere veramente una pace duratura, occorre che non ci siano più fabbriche di armi, che sparisca la competizione dall’animo umano e dall’economia, che è solo una fonte di guai, che si mangi e si impieghi solo quello che si ottiene localmente e che si aboliscano i rifiuti. Dovranno sparire anche i concetti di ricchezza e povertà, quindi anche il denaro, reale e virtuale. I “benpensanti” che stanno facendo un sorrisino mi indichino qualche guerra combattuta dai Boscimani, dagli Eschimesi, dagli Hopi, dalle popolazioni dell’altopiano tibetano (prima dell’invasione dei cinesi), tanto per citare solo alcune delle culture umane pacifiche. Erano circa un centinaio, il 2% di tutte le culture esistite, ma stanno a dimostrare che la guerra non è “propria della natura umana”. Finché il termine “imbelle” avrà un significato negativo e l’aggettivo “combattivo” indicherà un individuo “coraggioso” e “bravo”, finché si chiamerà “eroe” chi ha ammazzato molti “nemici” o si è fatto ammazzare, la vostra “lotta (!!) per la pace” sarà completamente vana.
Per chi ha deciso di istituire un “Ministero della transizione ecologica”: l’unica transizione veramente ecologica è la fine della civiltà industriale e dei suoi valori. La civiltà industriale è antiecologica per sua stessa natura, per il suo modo di funzionare, e quindi è possibile solo per tempi brevissimi. Anche l’economia va abolita (Latouche). Forse bisognerà andare verso la fine di tutto l’Occidente.
Una citazione: L’Occidente è una nave che sta colando a picco, la cui falla è ignorata da tutti. Ma tutti si danno molto da fare per rendere il viaggio più confortevole.
Emanuele Severino
Aprile 2022