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Quale tregua?

di Daniele Perra - 27/11/2024

Quale tregua?

Fonte: Daniele Perra

Appare evidente che Israele non sia riuscito a raggiungere uno solo degli obiettivi che si era prefissato una volta iniziata l'operazione di terra "limitata" in Libano (fatta eccezione per aver raso al suolo qualche villaggio libanese e l'aver profanato luoghi di culto, sia musulmani che cristiani). Notevole, in questo senso, l'accanimento contro la Vergine Maria, di cui il defunto Segretario Generale di Hezbollah Hassan Nasrallah ha sempre portato al collo l'effige.
L'IDF ha subito perdite estremamente pesanti ed è riuscito a vedere il fiume Litani solo dal lato più orientale, in cui dista solo 4 km dal confine tra Libano ed entità sionista.
Non è riuscito a scatenare una sommovimento contro Hezbollah in Libano, e la scelta di prendere di mira anche aree residenziali di Beirut in cui la presenza del Partito di Dio non è così numerosa è stata del tutto controproducente. Inoltre, nonostante i fitti bombardamenti, non è riuscito a interrompere i lanci di razzi verso Israele ed a tagliare i canali di rifornimento terrestri che dalla Siria arrivano in Libano attraverso la valle della Beqaa. Obiettivo fallito anche nel corso del conflitto siriano, dopo che Hezbollah, Pasdaran e milizie cristiane loro alleate (come i "Leoni dei Cherubini", che prendono il nome da un monastero di Saidnaya, o i "Soldati di Cristo") hanno liberato la regione occidentale della Siria dai gruppi terroristi foraggiati dall'Occidente.
L'eliminazione dei vertici di Hezbollah, infine, non ha raggiunto l'obiettivo sperato di mettere in crisi un Movimento ben strutturato ed organizzato, preparato da tempo a tale evenienza, e profondamente radicato nella società libanese. Naim Qassem, non avrà il carisma di Nasrallah, ma ha dimostrato notevoli capacità politiche, organizzative e logistiche. L'aver posto l'accento sul carattere "libanese" della lotta di Hezbollah è stato sicuramente fondamentale per mantenere l'unità nazionale di fronte all'attacco israeliano.
Detto ciò, il cessate il fuoco non significa "fine delle ostilità". L'IDF, in questo stesso momento, sta aprendo il fuoco sugli sfollati che cercano di tornare alle proprie case. E nei 7 anni successivi al cessate il fuoco del 2006 ha violato gli accordi ben 11.000 volte.
In conclusione, resta da capire quanto abbia inciso sulla scelta israeliana di desistere (che rimane momentanea, gli obiettivi di lungo periodo rimangono invariati) la promessa di annessione "ufficiale" della Cisgiordania fatta dall'amministrazione Trump. Cosa che Netanyahu potrebbe sbandierare come un notevole successo. Sempre in ottica di futura amministrazione Trump, sarà importante osservare i movimenti di Massad Boulos (miliardario americano-libanese, padre del genero della stesso Trump) che da tempo mira ad un ruolo di primo piano nella politica interna libanese sia per marginalizzare Hezbollah, sia per promuovere l'inserimento del Paese dei cedri negli accordi di Abramo.