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Quando si dice ...

di Amerino Griffini - 07/04/2022

Quando si dice ...

Fonte: Amerino Griffini

2004 giugno – Georgia. Il nuovo Presidente georgiano (dal 4 gennaio 2004) è Mikheli Saakasvili, che è stato uno dei principali protagonisti della Rivoluzione delle Rose. Dopo un periodo di pace che durava dal 1992, Saakasvili riprenderà subito la mobilitazione georgiana contro l’indipendentismo dell’Ossezia del Sud.
Uomo di riferimento degli Stati Uniti in Georgia, tramite il suo consigliere Daniel Kunin (del Partito Democratico degli USA), opererà per l’entrata della Georgia nella NATO. Nel 2009 avrà un incontro con il Presidente USA Barak Obama.
Nel 2010 la Federazione Russa lo accuserà di essere un tossicodipendente e al suo ritorno dalla Colombia dove si recherà per l’insediamento del nuovo Presidente, lo accuserà di aver riportato con sé un’ingente quantità di droga.
Nel novembre 2013, dopo essere stato accusato di vari reati (corruzione, abuso d’ufficio e altro), emigrerà negli Stati Uniti per sfuggire ad un mandato di arresto.
Resterà negli USA fino al maggio 2014. Nell’agosto 2014 in Georgia sarà accusato di appropriazione indebita di fondi di bilancio. Nello stesso anno sarà tra i sostenitori delle manifestazioni ucraine di piazza Maidan.
Nel febbraio 2015 il Presidente ucraino Petro Poroshenko, il campione del filo-americanismo ucraino, lo nominerà dapprima consigliere del Governo e, poco dopo, nel marzo dello stesso anno cercherà di insediarlo come capo dell’Ufficio nazionale anticorruzione.
Il 30 aprile 2015 gli sarà concessa la cittadinanza ucraina (a dicembre poi gli sarà revocata quella georgiana) e il giorno dopo Poroshenko lo nominerà governatore dell’Oblast di Odessa.
Nel luglio 2017 sarà lo stesso Poroshenko a destituirlo e a revocargli la cittadinanza ucraina accusandolo di non aver rivelato di essere ricercato in Georgia.
A settembre 2017 tenterà di rientrare in Ucraina clandestinamente, accompagnato da Yulia Thimoshenko. Sarà arrestato a Kiev nel dicembre del 2017 mentre la  Georgia reclamava la sua consegna per i reati di corruzione e abuso d’ufficio.
Nel 2018 riuscirà a lasciare l’Ucraina per ricongiungersi alla moglie, olandese, in Olanda. Sfuggirà così ad una condanna a tre anni di carcere emessa a gennaio 2018 da un tribunale georgiano per abuso d’ufficio (per aver abusato del suo potere quando era Presidente della Georgia per aver graziato quattro agenti di Polizia in carcere per l’omicidio di un banchiere georgiano Sandro Girgvliani, avvenuta nel 2006); nello stesso 2018, a giugno, un altro tribunale georgiano lo condannerà a 6 anni  per aver ordinato il pestaggio di un politico dell’opposizione, il deputato Valer Gelashvili (per lo stesso reato due agenti di polizia georgiani saranno condannati a 9 anni di carcere).
Nel maggio 2019 il nuovo Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky gli concederà nuovamente la cittadinanza ucraina.
Sahashvili ne approfitterà per costituire un nuovo partito ma senza successo e inviterà quindi a votare per quello di Zelensky – Servitore del Popolo - nelle elezioni parlamentari del 21 luglio 2019; elezioni anticipate a causa dello scioglimento del Parlamento decisa da Zelensky il giorno del suo insediamento, evidentemente per sfruttare l’onda enorme del successo elettorale (43% dei voti, ma senza la partecipazione del 12% dell’elettorato ucraino, cioè il Donbass e la Crimea che in questo caso conveniva fossero fuori dall’Ucraina da un punto di vista elettorale).
Nell’aprile 2020 Zelensky offrirà a Saakasvili  la carica di vice Primo ministro dell’Ucraina.
Nell’ottobre successivo Saakasvili  tornerà in Georgia con l’intenzione di rientrare nuovamente in politica con un suo nuovo partito, ma sarà arrestato ed è attualmente in un carcere nei pressi di Tbilisi.