Quattro utili giorni di televisione e David di Donatello
di Mario Adinolfi - 05/05/2024
Fonte: Mario Adinolfi
Mi sono impegnato a guardare quattro giorni di programmi di “informazione” de la7: L’Aria che Tira, Tagadà, Di Martedì, Propaganda Live, Piazza Pulita, Otto e Mezzo, 100 minuti più quella roba sulle parole condotta da Gramellini. Che è il vero trait d’union editoriale con il Corriere della Sera, visto il padrone del vapore anche lì è Urbano Cairo. Un signore molto ricco, noto in passato come Berlusconi minore, oggi però finanziatore editoriale di tutta l’incredibile faziosità della sinistra woke. In questi quattro giorni su la7 c’è stato ogni tipo di attacco con espressioni di fisico disgusto dei conduttori verso ogni cosa che non sia di sinistra, con uno squilibrio colossale nel numero degli ospiti (da Gramellini e da Diego Bianchi se non sei di sinistra non metti proprio piede, le loro trasmissioni sono costruite su un antropologico senso di superiorità, tipo quello che avverte la Schlein sul resto dell’umanità) ma soprattutto con un massacro continuo secondo il principio dei due pesi e delle due misure.
In una strepitosa puntata del venerdì di Otto e Mezzo è stato detto con ostentazione che chi non è di sinistra deve “tornare nelle fogne” (l’autore dell’illuminata idea è un magnifico rettore, quel Tomaso Montanari che ripete che al governo ci sono i fascisti), poi è stato citato un passaggio della nota democratica chat di Massimo Giannini (presente in studio) in cui si è proposto l’assassinio di Vannacci, mentre lo stesso Giannini definiva Libero, il Giornale e la Verità “falange di picchiatori” e la Rai “la nuova Eiar”. Dopo aver ascoltato spericolati paralleli tra Scurati e Matteotti, dopo aver sentito il cantante Vecchioni dichiarare di voler cambiare nome di battesimo perché è lo stesso nome dell’odiato generale che gli fa schifo al punto di non potersi chiamare Roberto come lui (poi in studio irrompe l’inevitabile Roberto Saviano e tutto è risolto), dopo aver sopportato pure il conduttore affermare corrucciato che alle europee sono candidati “in 23 tra condannati, imputati e indagati” e che però certo Ilaria Salis (condannata in passato e oggi imputata) è “un’altra storia”, dopo l’ennesima intervista a Michele Santoro (Floris e Formigli se lo litigano) che guida una lista presente in solo 3 circoscrizioni su 5 mentre a noi di Libertà presenti in 5 circoscrizioni su 5 a La7 forse ci danno lo scopino per andare a pulire i cessi, ho pensato che non ne potevo più e ho girato su Raiuno.
In prima serata sulla rete ammiraglia di quella che Giannini definisce “la nuova Eiar”, c’era la consegna trionfale dei David di Donatello, teatro pieno, tutti i bei volti del cinema ovviamente e solo di sinistra, vincono Garrone, la Cortellesi, Bellocchio: immigrazionismo, antifamilismo e lotta al “patriarcato”, istigazione all’odio verso i cattolici. Tre film che rappresentano il programma politico attuale della sinistra. Poi, all’improvviso, uno squarcio di verità.
Premio ai costumisti, li chiamano “maestranze” perché lavorano dietro le quinte e non sono noti, in realtà sono professionisti di grande levatura. La scena è surreale: per loro niente teatro, li hanno sbattuti sulla scale, niente pubblico ad applaudirli, vincono in due ma la statuetta è una sola. Il premiato si inalbera e protesta per questa incredibile discriminazione. E tutto appare incredibilmente chiaro: cari Floris, Gruber, Zoro, Formigli, Parenzo, Panella, Giannini, Garrone, Cortellesi, Germano, Favino, Schlein, Mastandrea, Moretti, Fanelli, Augias voi da bravi vicini di casa nei tre quartieri della Roma ricca in cui abitate con i vostri amici dodici finalisti del premio Strega, vi sentite i più fighi e colti del bigoncio. Guardate dall’alto in basso chi non la pensa come voi, chi osa proclamare ad alta voce idee dissenzienti vi fa proprio umanamente schifo e vorreste farlo tacere per sempre (in altri tempi avevate una sottile simpatia per chi lo faceva con le pistolettate, oggi vi siete ridotti a godere quando lo dice un Christian Raimo).
Ma il problema più enorme è che siete talmente accecati dalle luci della ribalta che manco arrivate a capire che proprio per questa vostra ostentata altezzosità, la gente normale, quella che veramente fatica e lavora, non vi sopporta più. Voi la potete pure sbattere fuori dal teatro, piazzarla sulle scale appollaiata alle ringhiere, potete pure farvi un leader politico su misura con triplo passaporto e un’intera rete televisiva finanziata dall’editore del principale quotidiano italiano con solo trasmissioni esplicitamente a sostegno dei vostri temi e delle vostre fortune personali, ma il risultato non cambierà. Perché se uno sostiene che una manifestazione è “fascista” se è organizzata dagli avversari, ma diventa “normale dialettica democratica” se mira a impedire la presentazione di un libro che non ci piace, allora il gioco dei due pesi e delle due misure diventa talmente esplicito dall’essere insopportabile.
Così la rete televisiva “de sinistra” resterà l’ultima rete, il cinema interesserà pochi aficionados, il partito non si schioderà dall’opposizione. L’editore del principale quotidiano italiano credo si stia chiedendo perché le 232.478 copie che vende tra cartaceo e digitale del Corriere della Sera siano l’8.1% in meno rispetto all’anno precedente, perché i biglietti venduti al cinema nel gennaio 2024 siano stati il 30% in meno nel gennaio 2019, perché in dieci anni dalle europee 2014 il Pd ha perso più del 50% dei suoi elettori.
Tu puoi pure decidere di chiuderti con gli happy few nel teatro con le luci sparate addosso a dirti quanto sei bello e quanto sei bravo, sbattendo tutti gli altri nel sottoscala. Nel breve periodo questo può pure costituire la fortuna tua e dei tuoi vicini di ztl. Poi però alla lunga il gioco si scopre. E sarà davvero difficile chiedere a quelli che hai sempre trattato con disprezzo perché ti facevano umanamente schifo e rispetto ai quali ti sentivi superiore, di essere invece gentili con te. Sì, potrai gridare al “fascismo” perché fanno esattamente quello che hai sempre fatto tu, escludere i dissenzienti, sbatterli nei sottoscala o “nelle fogne”. Ma chi ti darà retta?
Io credo che questo atteggiamento della sinistra, così violento nell’odiare ogni idea dissonante e chiunque osi proporla, sia profondamente pericoloso perché proposto col ghigno di chi si sente superiore. Chi viene trattato con quel ghigno prima o poi sbotta, come quel costumista ai David di Donatello, come il telespettatore non di sinistra che si imbatte in una trasmissione de la7, come ogni lavoratore italiano che non abita nei tre quartieri romani ricchi infestati da attori, registi, conduttori, giornalisti e finalisti del premio Strega. In cui peraltro abito anch’io e, credetemi, vi guardo da vicino e pure io non vi sopporto più.