Questa apparentemente anonima etichetta mi ha fatto molto riflettere
di Enrico Tricarico - 09/08/2022
Fonte: Enrico Tricarico
Questa apparentemente anonima etichetta mi ha fatto molto riflettere.
In un supermercato di San Marco Argentano, oggi, ho scoperto che questi bei limoni sfusi vengono dal Sudafrica. Siamo a 30 km dalla piana di Sibari, dove i limoni crescono gustosi e rigogliosi grazie ad un fantastico microclima, ma questo alla Grande Distribuzione Organizzata non interessa, la logica è sempre e solo quella di massimizzare i profitti ed eludere le regolamentazioni.
I gialli limoni sudafricani, per arrivare a queste latitudini hanno affrontato un viaggio di 12.000 km. Nel frattempo, a bordo di una grossa nave cargo, hanno fatto un bel bagnetto nell’Imazalil (sostanza moderatamente cancerogena e parzialmente vietata nell’UE) per proteggersi da funghi e muffe. Di conseguenza, come indicato in etichetta, la loro buccia non è più utilizzabile per preparazioni alimentari.
Nonostante i trattamenti fitosanitari, molti limoni sudafricani arrivano infetti e pieni di parassiti, mettendo a serio rischio anche le coltivazioni locali. Nonostante i diversi passaggi logistici, il lungo viaggio ed i rincari, il loro prezzo resta incredibilmente basso, lasciando comprendere che chi li ha raccolti è stato certamente sfruttato.
Questa breve storia ci comunica tanto, ci indica quanto tutto il sistema economico e produttivo calabrese sia un colabrodo.
Io credo che possiamo fare tanto anche da semplici cittadini, rifiutando di acquistare questi prodotti, facendo scelte consapevoli che forse costano un euro in più ma che preservano la nostra salute e sostengono l’economia locale.