Rave party
di Antonio Terrenzio - 06/11/2022
Fonte: Antonio Terrenzio
Lo sgombero del rave party di Modena ha dato il pretesto alla sinistra italiana per gridare allo Stato di Polizia. Non staremo qui a fare l'elogio di un provvedimento da destra tutta “low and order”, tuttavia sentire la sinistra gridare a un provvedimento liberticida, la stessa che per oltre due anni ha fatto dello stato di emergenza sanitaria e relative sospensioni delle libertà costituzionali, perno della propria azione politica, lascia come minimo basiti.
Per oltre due anni il PD ed i giornaloni del main-stream hanno criminalizzato ogni forma di dissenso rispetto alla narrazione pandemica, hanno imposto il vaccino come unica soluzione all'epidemia di coronovirus ed hanno calunniato qualsiasi esponente del mondo “no vax” (medici compresi), come complottista e “contrario ai principi della scienza”. L'infame tessera verde, il famigerato Green Pass è stato il segno distintivo che ha ghettizzato e “mobbizzato” milioni di italiani ed il Partito Democratico è stato in prima linea nel difendere questo dispositivo così odioso.
Vedere adesso Letta, sbracciare e gridare allo “Stato di Polizia”, fa davvero tenerezza per una leader che le prova tutte pur di riprendersi dalla batosta elettorale. Peggio di lui forse solo Giuseppe Conte, che definisce come intollerabile un provvedimento così estremo da mettere in pericolo la libertà di espressione: sentire tali esternazioni da chi ha tenuto in ostaggio una nazione intera a colpi di Dpcm e ha fatto inseguire i bagnanti sulla spiaggia dagli elicotteri della polizia, ci pare ad esser buoni, un'uscita quantomeno ridicola. Ma siamo abituati alle giravolte dell'avvocato del popolo, anche perchè di tornanti, del nostro “Conte girevole”, ne abbiamo visti parecchi.
Al di là delle futili polemiche, il decreto non intacca minimanente la libertà di espressione, come ha chiarito anche in una intervista su Radio Radio, l'onorevole ed avvocato Paolo Sisto: si è trattato di un provvedimento di ripristino dell'ordine pubblico, in raduni giovanili spesso teatro di reati a crimini di vario gerene, come lo spaccio di droga ed anche lo stupro. L'anno scorso in uno di questi, ci è scappato anche il morto con tre agenti feriti. Non proprio quindi il mero “diritto a sfasciarsi” invocato da Michela Murgia.
Invece di perdere tempo a commentare le abituali contraddizioni di una sinistra in preda ai propri deliri, sarebbe il caso di puntare l'attenzione su un altra questione: le prevaricazioni e le violenze dei collettivi di sinistra, sintomi del clima che si vorrebbe instaturare per mettere i bastoni tra le ruote al governo appena insediato di Giorgia Meloni.
Ci riferiamo prima agli episodi della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza, dove i collettivi comunisti hanno rivendicato il diritto a non far entrare i fascisti all'univesità. Come i propri esponenti politici del PD, dov'erano questi campioni della democrazia quando i loro compagni venivano discriminati dall'infame green pass e costretti a disertare le lezioni? A puntellare il potere, ecco dov'erano, perchè chi si opponeva o sollevava critiche era irrimediabilmente un “fascio-lesghista no vax”. Adesso guarda caso, si svegliano proprio quando un governo di destra si ritrova al potere, perchè la democrazia è in pericolo, e loro da bravi anticapitalisti, sono abituati ai governi tecnici.
Dicevamo, più che dai rave party, il problema è rappresentato da chi vorrebbe agitare frange di giovani dell'estrema sinistra per mettere in difficoltà Giorgia Meloni, magari approfittando della crisi energetica e del caro bollette in arrivo questo inverno. L'”autunno caldo” alle porte potrà vedere collettivi di estrema sinistra favorire il caos, occupando università e cercando lo scontro con la polizia, come avvenuto alla Sapienza nei giorni scorsi, per poi inveire contro l'azione repressiva del governo dei “fascisti”, trovando la complicità dolosa di CGIL e PD. Da Repubblica al Fatto Quotidiano, sono pronti a dar man forte coi loro titoloni a questo tipo di clima ed il governo appunto, dovrà stare molto attento a non cadere nelle trappole e nelle provocazioni che proverranno da gruppi di estrema sinistra.
L'aggressione avvenuta l'altroieri notte a dei ragazzi di Gioventù nazionale, gruppo giovanile di FdI, nei pressi della storica sezione di Via Sommacampagna, è ulteriore segnale di ciò che sosteniamo. Cinque ragazzi sono stati aggrediti mentre cercavano di ripulire le mure da scritte e minacce di morte con slogan rimandanti gli anni di piombo: “Fascio attento, il vento fischia ancora”, “Fascio impara, la P38 spara” e via di questo tenore. Il raid punitivo è stato opera una cinquantina di militanti dei collettivi di estrema sinistra e due ragazzi legati ad Azione Studentesca sono finiti al pronto soccorso.
L'onorevole di FdI Fabio Rampelli ha denunciato l'inaccettabile episodio ed il pericolo ad un ritorno ad clima di odio ideologico dal quale si deve assolutamente prendere le distanze, distanze non prese dal Partito democratico. C'è il fondato sospetto anzi, che la sinistra istituzionale tollererà questi episodi e mostrerà una malcelata compiacenza verso le azioni criminali della sinistra extraparlamentare, per destabilizzare il paese e mettere in difficoltà l'esecutivo.
Il governo di Giorgia Meloni ed in particolare MdI Piantedosi, più che prendere provvedimenti contro giovani che decidono di sballarsi nei rave party, farebbe bene a monitorare sulla possibile escaltation di questi episodi e se bisognerà prendere provvedimeti, lo si faccia contro questi squadristi rossi, abituati al linguaggio dell'odio ideologico e ansiosi di reinstaurare una nuova strategia delle tensione.