Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Renzi sconfitto, la realtà batte la narrazione dei servi

Renzi sconfitto, la realtà batte la narrazione dei servi

di Pietrangelo Buttafuoco - 06/12/2016

Renzi sconfitto, la realtà batte la narrazione dei servi

Fonte: Barbadillo

Realtà batte narrazione uno a zero. Chi se la passa bene ha votato Sì ma l’81% dei giovani dai 18 ai 34 anni ha scelto i No. Non è stata l’accozzaglia, infatti, a vincere. E’ quest’atmosfera natalizia che ha deciso.
Le aziende del liberismo mandano a casa i dipendenti, infatti, prima della Santa Vigilia. Pure i cestini di Natale mancano e la cifra dell’81% dei giovani che votano No si capisce solo nel rileggere la dichiarazione di un Andrea Guerra, ex Luxottica, oggi manager di Eataly, quando ai ragazzzi coi contratti da precari – 400 euro al massimo – ancora l’altro giorno dava questo suggerimento: “Non pensate allo stipendio!”.
E s’è visto, infatti: nel segreto dell’urna lo stipendio ti vede, Andrea Guerra no. Il referendum è finito male per Matteo Renzi e si smentisce il dettato dell’informazione istituzionale.
La cupiditas serviendi è stata sconfitta. A parte Il Fatto Quotidiano e la Verità di Maurizio Belpietro – e Il Giornale, ma in attesa dell’esaurirsi del patto del Nazareno siglato da Berlusconi – tutti i quotidiani si sono schierati dalla parte del già dimissionario Matteo Renzi. Sul fronte televisivo, invece, perfino Mediaset era stata schierata con il governo con Barbara D’Urso che oggi può dirsi sconfitta. Nulla ha potuto la Rai di Antonio Campo Dall’Orto e tutti gli sforzi dei testimonial squillanti sono risultati vani. La realtà, infatti, batte narrazione. Avesse fatto testo la vetrina d’Italia – l’establishment, il potere politico, economico e culturale – sarebbe stato facile da prevedere la vittoria di Renzi ma venti punti di differenza tra il no e il sì è sutura che non sutura e perciò nulla ha potuto il premio Oscar Roberto Benigni, nulla il premio Strega Francesco Piccolo, nulla di nulla Michele Santoro il cui Robinù fece cucù.
La realtà batte e picchia come un fabbro e la narrazione, oggi, torna a Pinocchio. (Da Mix24)