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Ricaduta sul morbillo

di Marcello Veneziani - 30/11/2018

Ricaduta sul morbillo

Fonte: Marcello Veneziani

Ma è possibile che il pericolo principale della sanità italiana sia il morbillo? Ieri è partita un’ennesima campagna pubblicitaria televisiva incentrata sul tema, a cura del Ministero della Salute. Allora mi dico: ma i problemi oncologici, cardiaci, le malattie contagiose e le malformazioni, le zone ad alto rischio salute, le infezioni portate dagli sbarchi non sono più priorità? E le disfunzioni del sistema ospedaliero, i quattro milioni di diabetici, i disabili, sono diventati secondari rispetto al Guaio Assoluto del morbillo? Dopo un’ennesima epidemia inventata (a Bari), ho provato a dire in radio che quand’ero bambino il morbillo era una malattia come le altre, si chiamavano esantemantiche e non solo si sopportavano con una specie di fatalismo domestico, ma erano quasi auspicate e talvolta perfino propiziate, perché meglio averle da bambini che da adulti. Non l’avessi mai ricordato. Sono stato investito da una serie di attacchi che mi hanno fatto capire una cosa: i fanatici militanti della salute si dividono in due partiti, ci sono i no vax ma anche i sì vax, e zitto e mosca se osi dubitare. Ho provato a chiedere se oggi il morbillo abbia acquisito una virulenza sconosciuta nel passato e mi hanno subito tacciato come si fa a un parente scemo che no, non c’è nessuna virulenza insorta, ora abbiamo più consapevolezza e abbiamo il rimedio, il benedetto vaccino, mentre prima eravamo in balia del morbillo, esposti a gravi rischi. Non se ne parlava ma si moriva. Mamma mia, a saperlo. Poi ti dicono che si tratta di tre o quattro casi mortali all’anno e se provi a dire che con quei numeri anche una puntura di insetto può degenerare, ti investono come un nemico della scienza e della salute, un sanofobo. Ma viaggiamo su dati socialmente irrilevanti.
Con migliaia di morti all’anno per incidenti stradali, per droga e crimini connessi alla droga, per femminicidi, maschicidi e suicidi annessi, per non dire delle infezioni letali prese da migliaia di italiani negli stessi ospedali, tre quattro morti all’anno per morbillo sono una sciagura nazionale, un allarme prioritario, rispetto alle mille emergenze della sanità? Da bambini era una gara a chi ne aveva avute di più, come se fossero decorazioni di guerra: io pure la scarlattina, e io la varicella, io addirittura la rosolia… Non sto giustificando il rifiuto del vaccino, sto semplicemente e teneramente ricordando la nostra infanzia e il suo piccolo mondo antico e ingenuo, indifeso nella sua beata ignoranza.
Ora, per carità, vaccinate pure, non vi invito mica a non farlo, non ci penso mica, anche perché si rischia di passare per disertori come in tempi di guerra. Ma se è possibile, signori della salute, vi dedicate per favore anche ad altre emergenze sanitarie che mi sembrano un tantino più diffuse, più gravi e più incombenti? Possibile che in Cina pensano addirittura a modificare il genoma, con nostro raccapriccio, e da noi il tema principale è il morbillo?
Poi quando sarà passata questa guerra civile tra opposti fanatismi, potremo più sobriamente chiederci se siano davvero tutti necessari i vaccini, se vi siano oltre le ragioni oggettive e scientifiche anche forti interessi farmaceutici, in quale misura e se ci sono monopoli effettivi.
Ma con una premessa d’obbligo: sui temi riguardanti la salute lasciate che a decidere siano i medici, i competenti, i ricercatori. Possiamo avere mille riserve e mille sospetti sui loro pareri e possiamo pure deplorare il vero e proprio terrorismo esercitato sui medici e i ricercatori dissidenti; però alla fine non possiamo che attenerci ai loro pareri anziché alle opinioni della rete. Però, per favore, ci sono più urgenze, a casa, in città e in ospedale, che il morbillo.