Scientismo paranoide
di Stefano D’Andrea - 21/12/2020
Fonte: Il giornale del Ribelle
Ve li ricordate gli scienziati, anche dell'accademia dei Lincei, che nove mesi fa, senza sapere nulla di coronavirus, senza sapere nulla di immunità naturale, senza ipotizzare il carattere stagionale del virus, senza aver approfondito qualche dato sulla resistenza dei bambini al virus, senza sapere se gli asintomatici contagino e, eventualmente, a quale livello di carica virale e in che misura rispetto ai sintomatici, senza sapere quanti fossero gli asintomatici, senza sapere quanti malati andassero effettivamente in terapia intensiva, senza calcolare quanto incidesse sulla diffusione del virus il normale spontaneo distanziamento sociale che sarebbe stato subito messo in atto spontaneamente dai soggetti intimoriti, senza sapere che la malattia nella forma tipica prende soprattutto soggetti non candidabili alla terapia intensiva, tracciarono delle curve esponenziali che prevedevano che se non ricorrevamo subito al lockdown, le terapie intensive sarebbero entrate in crisi e avremmo rischiato sei milioni di morti? Dico: sei milioni di morti.
Ecco, ANCHE QUESTA È LA SCIENZA. Perciò la fiducia nella scienza - la quale scienza è anche quegli scienziati, il loro modo infantile e ridicolo di ragionare e di schematizzare e la loro modestissima intelligenza - che è lo SCIENTISMO, è una cosa stupida. La scienza, che è tutta la scienza anche quella cattiva, è anche stupida. Perciò la fiducia nella scienza (che è anche la scienza stupida, non soltanto la scienza seria) è una idiozia. Molto interessante è anche il fatto che se è vero che la professoressa Gismondo sbagliò a dire che covid era "poco più di una influenza," essa sbagliò di poco, perché avrebbe dovuto dire che covid “è più grave di una influenza ma è mille volte più simile a una influenza che a una peste o all'ebola". Al contrario quegli scienziati, compresi fisici dell'accademia dei Lincei, sbagliarono di moltissimo. Eppure, i semicolti italiani hanno creduto di sfottere per mesi la Gismondo, che ha sbagliato ma di poco, anziché gli scienziati che previdero la possibilità di sei milioni di morti e che sbagliarono di moltissimo sulla base di un modellino che rivela il loro infantilismo e la loro modestissima capacità di ragionare, per il solo fatto che lo hanno pensato.
Perché è accaduto? Perché la persona educata (inconsapevolmente) da trenta anni di televisione del dolore e del terrore, nonché sulla base della "morale" (in realtà demenziale idea) che il diritto alla (massima durata di ogni) vita sarebbe un diritto superiore a tutti gli altri, non bilanciabile, opta per la scienza che la impaurisce e che spinge al principio di massima precauzione, anziché per la scienza che la rassicura.
Il nostro fallimento, nella vicenda covid, è dovuto alla perfetta simbiosi tra scientismo e paura (paranoica) della morte. Lo scientismo paranoide.