Se Putin usasse armi nucleari la Cina non lo scaricherebbe
di Alessandro Orsini - 03/12/2024
Fonte: Il Fatto Quotidiano
L’Occidente si prepara alla Terza guerra mondiale. Un buon modo di combatterla è destabilizzare le regioni militarmente strategiche per la Russia: Siria, Georgia e Ucraina. Scoppiata la guerra civile in Siria nel 2011, la Casa Bianca ha approvato il piano segreto “Timber sycamore” per rovesciare il presidente della Siria legato a Putin e sostituirlo con un presidente filoamericano. La Casa Bianca ha riempito la Siria di armi e si è opposta a ogni processo di pacificazione. Poi ha occupato illegalmente una porzione della Siria, stabilendo la base americana di Al Tanf nel governatorato di Homs. La Turchia ha contribuito alla destabilizzazione per impedire la formazione di uno Stato curdo nel nord della Siria voluto dalla Casa Bianca di Obama e Biden. Quanto alla Georgia, non essendo riuscita ad assorbirla nella Nato, Casa Bianca e Unione europea lavorano per gettarla nel caos e rovesciare il suo governo. Infine, l’Ucraina, dove Boris Johnson ha rilanciato l’idea assurda secondo cui la Cina abbandonerebbe la Russia se Putin usasse le armi nucleari. Questa idea è contraria alla logica delle relazioni internazionali. Procederò per punti ricorrendo alla scuola del realismo italiano: Machiavelli, Mosca, Pareto, Michels, Pellicani.
In primo luogo, gli Stati sono attori razionali che agiscono in base al principio della massimizzazione dell’utilità soggettiva. Gli Stati operano contro i propri interessi soltanto se minacciati da Stati più potenti. È il caso dell’Italia: quasi tutte le decisioni in politica estera di Mario Draghi e di Giorgia Meloni sono contrarie agli interessi dell’Italia, entrambi timorosi che i loro governi vengano destabilizzati da Casa Bianca e Commissione europea se disobbediscono ai comandi. Le superpotenze nucleari sono altro. Nessuno può ricattarle o minacciarle. Le uniche superpotenze sono Cina, Russia e Stati Uniti. Siccome la Cina non può essere ricattata, agisce in base ai propri interessi infischiandosene delle minacce dell’Unione europea che, nella sua ultima risoluzione, le ingiunge di abbandonare la Russia.
Con queste premesse, siamo pronti per il nostro esperimento mentale sulla bomba atomica contro l’Ucraina. Che cosa farebbe la Cina? Secondo Johnson, la Cina abbandonerebbe la Russia per indignazione schierandosi con la Nato. Ebbene, l’idea che una superpotenza sciolga un’alleanza strutturale che riposa sui propri interessi nazionali è irrealistica. Un esempio? A Gaza è in corso un genocidio che Biden, Meloni e Scholz continuano ad armare e sostenere. Da una parte, l’Italia è indignata per il genocidio; dall’altra, Meloni è impegnata a sostenerlo. Questo accade perché Italia e Israele sono parte di un’alleanza strutturale imperniata sugli Stati Uniti. Se Netanyahu lanciasse una testata nucleare su Gaza, gli Stati Uniti continuerebbero a sostenere Israele con un livello altissimo di probabilità. Analogamente, la Cina incolperebbe la Casa Bianca se Putin usasse le testate nucleari giacché lo scioglimento dell’alleanza con la Russia renderebbe la Cina più debole in caso di guerra con gli Stati Uniti per Taiwan. Un attacco nucleare della Russia trasformerebbe il gioco a somma variabile dell’escalation nucleare nel gioco a somma zero della guerra nucleare: se la Nato avanza, la Russia arretra e viceversa. Per Xi, ogni avanzamento della Nato comporta un arretramento della Cina. In caso di attacco nucleare della Russia contro l’Ucraina, Xi si unirebbe a Putin contro la Nato. Certe previsioni ottimistiche della Nato hanno già portato all’invasione dell’Ucraina. Nessuno sottovaluti le minacce nucleari della Russia.