Senza guerra Zelensky dovrebbe misurare il suo fallimento
di Alessandro Orsini - 24/09/2024
Fonte: Il Fatto quotidiano
Zelensky ha la certezza che la Russia distruggerà l’Ucraina sempre più copiosamente. Con il 50% dell’infrastruttura energetica rasa al suolo, Zelensky è certo che tra 12 mesi l’Ucraina verserà in una condizione peggiore di quella attuale. Zelensky sa anche che la Russia diventerà più forte. Putin ha appena firmato un decreto che porterà i militari attivi alla cifra impressionante di 1 milione e mezzo. La Nato ha terminato i missili per Zelensky; Putin ha appena iniziato a comprarli da Iran e Corea del Nord. Zelensky ha problemi enormi con l’arruolamento e Putin nessuno. L’economia russa cresce e quella ucraina è in bancarotta. Il primo ministro ucraino, Denis Shmygal, ha annunciato per il prossimo anno un deficit di 38,6 miliardi di dollari circa. Le entrate dovrebbero essere di 48 miliardi di dollari mentre le spese di bilancio sono previste a 87 miliardi di dollari. La domanda sorge spontanea: perché Zelensky continua a investire nella guerra anziché sforzarsi di arrestarla? Secondo Papa Francesco, Zelensky prosegue “per orgoglio”. Da parte mia, distinguerò tra ragioni di politica interna e di politica internazionale.
Per quanto riguarda la politica interna, Zelensky non può fermare la guerra altrimenti gli ucraini farebbero un bilancio. Gli ucraini confronterebbero la situazione dell’Ucraina nel marzo 2022, quando Zelensky respinse gli accordi con Putin, con quella attuale. Siccome l’Ucraina sta infinitamente peggio di allora, la comparazione renderebbe evidente che Zelensky ha sbagliato tutto. La seconda ragione di politica interna riguarda i movimenti nazionalisti che dominano la politica ucraina. Se Zelensky fermasse la guerra, i nazionalisti dovrebbero accettare che le mutilazioni territoriali sono definitive. Fermando la guerra, Zelensky avrebbe contro chi ha fatto la guerra, i nazionalisti, e chi l’ha subita, il popolo. Per quanto riguarda le ragioni di politica internazionale, senza guerra, Zelensky perderebbe i miliardi che riceve da Stati Uniti e Unione europea. Biden e Ursula von der Leyen sono disposti a ricoprire gli ucraini di miliardi soltanto se sparano contro Putin e accettano di morire. Senza guerra, l’urgenza di finanziare l’Ucraina cesserebbe. Ursula potrebbe dire soltanto che gli ucraini hanno bisogno di un pasto e di una casa: troppo poco per ricevere centinaia di miliardi di euro così velocemente. Senza guerra, l’Ucraina è soltanto uno dei tanti Paesi poveri del mondo. Se poi l’Ucraina non entrasse nella Nato, il disastro sarebbe completo. Senza guerra e senza Nato, gli ucraini diventerebbero simili ai palestinesi: utili a nessuno. Senza sbocco al mare e senza il Donbass, gli ucraini sarebbero soltanto un peso per i governi ferini dell’Unione Europea. Infine, Zelensky non ferma la guerra perché il suo prolungamento accresce le probabilità che la Nato entri in guerra diretta con la Russia. Zelensky pensa che lo scoppio della Terza guerra mondiale arresterebbe l’avanzata russa in Donbass.
Gli analisti valutano i governi in politica internazionale e in politica interna con lo stesso criterio: i governi prendono alcune decisioni che producono alcuni risultati che diventano la base del giudizio. La decisione di espandere la Nato a est ha causato una guerra con la Russia che ha smembrato e spopolato l’Ucraina, privandola quasi interamente dello sbocco al mare e delle sue regioni più ricche. I principali quotidiani dicono che è un buon risultato: “Gli ucraini hanno dimostrato di essere valorosi”. Ma le guerre non si fanno per fare sfoggio di ardimento; si fanno per migliorare la propria posizione geopolitica.