"Siamo nella peste"
di Paolo Borgognone - 17/10/2020
Fonte: Paolo Borgognone
"Siamo nella peste" (Massimo Galli). Una peste al 95% asintomatica? Una peste da cui guarisce il 99,7% degli infettati? Una peste per cui ci sono cure domiciliari efficaci e che i medici sanno ormai dosare e somministrare bene? Una peste che uccide persone la cui età media è di 82 anni per gli uomini e 85 per le donne? Una peste che, nel 96,1% dei casi, uccide persone già debilitate da 3 o più patologie gravi? Una peste che fa ammalare gravemente, nel 73% dei casi, persone molto anziane già affette da importanti stati infiammatori, diabete e obesità? Una peste la cui mortalità ospedaliera è scesa, in 8 mesi, dall'11 allo 0,5%? Ma di che peste stiamo parlando? Perché si fa più allarmismo ora che a marzo? A marzo il sistema non era pronto, e posso anche capire un momento iniziale di shock generalizzato. Ma ora?!... Ora si alimenta il panico per preparare il terreno a nuove restrizioni, al lockdown "per accumulazione", decreto dopo decreto. La strada che porta alla digitalizzazione è lastricata del sangue delle vittime di questo processo di profonda ristrutturazione del capitalismo occidentale. Solo sul sangue dei lavoratori dell'economia territoriale produttiva viaggia la barca della shut in economy... Quando ci ribelleremo? Quando le restrizioni intaccheranno il tenore di vita e gli stipendi di statali e dipendenti garantiti (lo zoccolo duro del regime). Fino a quando gli statali e i dipendenti garantiti non saranno sfiorati, cioè licenziati, demansionati o si vedranno decurtare lo stipendio, ci sarà sempre qualcuno che potrà, senza essere smentito o contraddetto, paragonare questa malattia alla peste (antoniniana, giustinianea, nera o manzoniana che dir si voglia)...