Sistemi complessi
di Guido Dalla Casa - 22/03/2025
Fonte: Guido Dalla Casa
Nei sistemi complessi si manifestano fenomeni mentali. Lo sappiamo da qualche decennio (Bateson, Capra, Prigogine, Minati), anche se, come al solito, ci vorrà un tempo molto più lungo prima che questa idea di fondo entri nella mentalità corrente. “Mentale” non significa necessariamente “Cosciente”, come ben sappiamo dopo un secolo di psicanalisi: potrebbe trattarsi di un “Grande Inconscio”; oppure il sistema potrebbe avere un tipo di coscienza molto diversa dalla nostra. Comunque tenterà di sopravvivere, o “non scomparire”.
La civiltà industriale è un sistema altamente complesso, anche se lo è meno del Sistema più grande di cui fa parte, cioè il Sistema Terrestre, cui è legato da risorse, processi, rifiuti e così via. Nella situazione attuale, per “vivere” deve avere la sua caratteristica principale, l’economia, in continua crescita.
Solo come esempio, qualcuno ogni tanto afferma di volere “combattere i cambiamenti climatici” ma senza danneggiare l’industria dell’auto che, naturalmente, deve “crescere”.
Nel mondo il numero di automezzi ha superato il miliardo. Ripeto, ci sono oltre un miliardo di automezzi circolanti, e si vogliono far crescere ancora, alla faccia di tutti gli esseri senzienti e delle relazioni che li legano, che costituiscono la Vita.
Ma l’industria dell’auto sta calando, ovvero è “in crisi”. Il sistema “civiltà industriale” cercherà di difendere le sue premesse. Come fare? In che cosa è facile convertire questa industria? Carri armati! Poi, ci sono anche quella specie di camion semoventi che ci fanno vedere nelle telecronache di guerra, quei mezzi da cui vengono lanciati con gran rapidità tutti quei missili, di cui molti saranno abbattuti prima di arrivare a destinazione.
… Così tutto questo sta succedendo, anche se alcuni deliranti “padroni del mondo” e molti complottisti pensano che tutto sia opera soltanto “dell’uomo”.
Ora mi sembra istruttivo riportare un breve brano da un articolo di Ceronetti:
I governi possono governare - sono lasciati fare - fintanto che non si oppongano allo sviluppo, vuol dire che ne sono tutti, dal più potente all’ultimo di forza, prigionieri e servi. ….
Questo irrefrenabile sviluppo era nel segreto del tempo, nel mistero tragico del destino umano, ma quel che mi dà scandalo, quel che mi fa più soffrire, è che “gli si voglia bene”, che si parli incessantemente di “ripresa” del lavoro di questo assassino come di qualcosa di desiderabile, NON come di una necessità ineluttabile, come di una caduta progressiva nell’infelicità.
Vorrei un capo di governo o di azienda che facesse precedere da un purtroppo le frasi consuete: “dobbiamo aumentare la produzione”, “la ripresa è imminente”… Neppure questa libertà gli è data. Sono costretti anche ad adularlo, il Maligno: se aggiungono un purtroppo li scaraventa in basso come birilli. Questo non è più avere un potere, tanto meno corrisponde a qualcuno dei sensi profondi di comando. L’asservimento all’economia dello sviluppo, senza neppure un accenno di sgomento, dice l’immiserimento, la perdita di essenza e di centro, della politica. Se il fine unico è lo sviluppo, la politica è giudicata in base alla sua bravura (che è pura passività) nello spingerlo avanti a qualsiasi costo….
Non c’è nessuna idea politica dietro, sopra o sotto: c’è il Dio dell’economia industriale geloso del suo culto monoteistico. (Guido Ceronetti - La Stampa del 9 marzo 1993)
Tutto questo è quanto sta accadendo. Questa civiltà vuole sopravvivere proseguendo il suo inesorabile processo di produrre-vendere-consumare qualunque cosa, ma non potrà riuscirci ancora a lungo, perché il Sistema Terrestre è molto più grande e naturalmente vuole sopravvivere anche lui: ricordo ancora che ci siamo dentro completamente.
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