Soldi e potere: come funziona la lobby LGTB
di Mario Adinolfi - 10/12/2023
Fonte: Mario Adinolfi
Report racconterà nella puntata di stasera ciò che vi racconto io da anni su questa pagina: la lobby Lgbt perché si rafforza ogni giorno di più? Perché è una macchina da soldi e potere. Quello è il duplice fine: i numeri degli associati sono piccolissimi, da quando è stata varata la legge Cirinnà nel 2016 le unioni civili gay sono state 20.189, mentre si sono unite nel sempre più bistrattato matrimonio oltre due milioni di persone. Ma ergersi a capo della piccola lobby (che essendo piccola è agilmente scalabile dai più furbi) garantisce denari e potere, oltre alla totale protezione mediatica.
Report stasera sgarrerà alla regola e, pur specificando trenta volte che è tutto legale, racconterà di come Alessandro Zan (il parlamentare Pd che con il suo ddl voleva mandare quelli come me in galera, ora si capisce meglio il perché) abbia fondato e detenga la maggioranza assoluta delle quote della Be Proud srl di Padova, tremila euro di capitale sociale e 1,3 milioni di euro di incassi per organizzare il Padova Pride Village. I denari per l’evento Lgbt padovano in voga dal 2008 a oggi vengono drenati da un fondo (Virgo), dal comune di Padova in mano al Pd, dalle sponsorizzazioni delle maggiori aziende energetiche e della mobilità “green”, da multinazionali delle bevande: tutti ci tengono al bollino di azienda gay friendly, a questo servono le campagne di demonizzazione degli avversari e le leggi per mandarli in galera. Il Padova Pride Village infatti si dichiara “inclusivo” e accetta tutti (basta che paghino, anche 160 euro per la consumazione minima nel privé) “tranne gli omofobi”.
La Be Proud srl amministrata e di proprietà di Alessandro Zan sa poi chi ringraziare e nell’ultimo anno e mezzo ha versato 50mila euro al Partito democratico nazionale e locale, di cui lo stesso Zan è dal 2018 parlamentare con la modica retribuzione complessiva di 14mila euro al mese tra stipendio, indennità e rimborsi vari. Zan è anche membro della segreteria nazionale di Elly Schlein, che ovviamente sostiene il Padova Pride Village invitando tutti a “divertirsi” ma anche a “essere militanti tutte quante, tutti quanti, insieme”.
Avete capito perché conviene stare nel ristretto giro della lobby Lgbt e nell’ancora più ristretto giro di chi la comanda? Sei intoccabile qualsiasi cosa tu faccia perché alla minima critica finisci nel girone infernale degli “omofobi”; puoi drenare fiumi di denaro privato e soprattutto pubblico con enti e aziende che fanno la fila per beccarsi il bollino “gay friendly”; qualsiasi evento o iniziativa sarà istantaneamente approvata e generosamente finanziata anche senza giustificativi (indimenticabile l’Unar che da Palazzo Chigi metteva il direttore generale gay affiliato alla lobby in condizione di finanziare con cifre clamorose della presidenza del Consiglio i presunti “telefoni antiviolenza” dell’associazione di cui era tesserato per fruire dei “servizi” di sauna gay dove circolavano minorenni e droga, nelle cui sedi veniva piazzata la linea antiviolenza). Se poi siete bravi, con l’affiliazione alla lobby dopo aver fatto i soldi con gli eventi troverete un posto al sole in politica (senza che sia necessario mollare gli eventi) basta che vi ricordate di pagare il partito che vi candida e così vi ricandiderà anche. Se poi la politica vi ha annoiato, finite all’Isola dei Famosi, conquistate sontuosi contratti televisivi. Se vi dice male male, ci sarà sempre un Valditara a nominarvi come commissario alle relazioni sessualsentimentali e se sfuma la nomina ci sarà un La Russa ansioso di bollino gay friendly per spuzzare il profilo fascista, a coprirvi di solidarietà e invitarvi in Senato. Siete comunque intoccabili.
Godetevi la puntata di Report di stasera, sempre che la mandino in onda. Capirete bene quel che ho provato a spiegarvi in tutti questi anni. Perché è così potente la lobby Lgbt? Perché ha costruito un meccanismo impenetrabile all’intersezione tra denari e potere. Con quel mix micidiale (pensate a quanti eventi gay friendly, quanti Pride, quanti Village, quante mostre e festival arcobaleno si tengono ogni anno in ogni città, sono tutti strafinanziati e strasponsorizzati) la loro organizzazione diventa sempre più potente. Quando poi ti senti sicuro e blindato, arrivi in Parlamento come Zan e in sette anni di lui ricordiamo solo il ddl “per mandare in galera gli omofobi”. Un ddl che prevedeva sei anni di carcere per “istigazione all’odio omofobico” e un articolo come questo avrebbe immediatamente fatto scattare la denuncia. Capito il gioco? Soldi e potere a loro, damnatio a chi non si piega e non paga. Rifiuti il patrocinio o la sponsorizzazione? Occhio che sei omofobo e gli omofobi saranno spazzati via dalla società.
Capito perché va organizzata la resistenza a tutto questo? E vanno spiegati i meccanismi. Io ci provo da anni, prevalentemente inascoltato. Report però non è Adinolfi, è una trasmissione di sinistra a va su Raitre. Come ho spiegato su La7 da Formigli l’altra sera la sinistra è un bivio: caratterizzarsi per le fregnacce alla Zan-Schlein o scegliere di tornare a ragionare (ho citato le riflessioni di Massimo Cacciari sull’inesistenza del patriarcato, pronunciate mentre Valditara mandava la circolare per imporre di legge il discorso di Gino Cecchettin sul “femminicidio” figlio della famiglia patriarcale pure ai bambini di prima elementare). Ho paura che abbia già imboccato la strada sbagliata, questa è la sinistra peggiore di sempre.
Guardate Report e poi fatemi sapere. Magari raccontatemi come funzionano analoghi eventi arcobaleno sul vostro territorio. Tanto la solfa è sempre la stessa: soldi, tanti soldi. Altro che diritti, lo fanno per la grana.