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Superare gli steccati

di Gennaro Scala - 09/12/2024

Superare gli steccati

Fonte: Gennaro Scala

In merito a un'intervista di Ottolina Tv a Mimmo Porcaro (*)
Tale recente intervista solleva una serie di questioni cruciali che meritano di essere discusse. Innanzitutto, partiamo dal tema centrale: la crisi dell'ideologia liberale «di sinistra» che si è manifestata con la vittoria netta di Trump e la possibile comparsa di una nuova configurazione ideologica diversa dal neo-liberismo, per cui è necessario ridefinire «il nemico principale» (titolo dell'intervista). Nell'intervista si ipotizza che nei prossimi anni potranno essere utilizzati maggiormente argomenti «di destra», «patriottici», «comunitari» al fine di motivare la popolazione occidentale ad andare in guerra. Alessandro Bartoloni, l’intervistatore, aveva già avanzato questa ipotesi già in un video del 9 settembre 2024 dal titolo “Trump, Le Pen, Afd - abbiamo finalmente un’Alternativa?”, in cui si chiamava in causa, citando un non meglio precisato articolo di Porcaro, in modo poco chiaro e quindi scorretto, Preve per quanto riguarda la formazione di un comunitarismo di destra. Faccio questa precisazione perché Porcaro ha voluto effettuare un chiarimento significativo  nei confronti del suo interlocutore di cui parlerò fra poco. Che l'ideologia neo-liberale sia in crisi non c'è dubbio, forse irreversibile, per cui ci sarà da vedere con cosa verrà sostituita. Il motivo principale della sua crisi è evidente: essa  si è rilevata disfunzionale alla conservazione della supremazia mondiale statunitense. Quali siano i settori delle classi dominanti che sostengono Trump non è facile da stabilire, visto che si registra un significativo spostamento dei GAFA in una posizione se non favorevole a Trump, perlomeno non così ostile come nelle precedenti elezioni, non vi è stato solo Elon Musk, ma anche Jeff Bezos di Amazon si è dichiarato a favore di Trump, anche se in modo meno plateale. Di sicuro si tratta di due strategie differenti, meno favorevole alla «globalizzazione» quella trumpiana, poiché si ritiene che essa abbia favorito la Cina, principale nemico strategico degli USA.
Comunque, dall'intervista risulta che nei prossimi anni potrebbe non esservi più la sola ideologia liberale come «nemico principale» che possiamo definire di sinistra, ma vi sarà anche una forma di ideologia «di destra» da combattere. In termini astratti posso anche essere d’accordo, ciò è possibile, ma quale sarà l'ideologia trumpiana, e soprattutto la sua politica reale, non è ancora chiaramente definibile.
Porcaro nel dichiararsi d'accordo con tale conclusione, ha inteso però mettere ben in chiaro alcune cose. Cito a memoria: «Nazione, comunità, tradizione famiglia non sono di per sé termini di destra.» In particolare, insiste sulla importanza della comunità poiché qualsiasi organizzazione politica che voglia affrontare il difficile compito di ricostruire un'opposizione deve aspirare a essere una comunità, suscitando quelle forme di identificazione e appartenenza che soltanto possono motivare e sostenere gli oppositori ai difficili compiti che si dovranno affrontare.
In questo caso, non posso che dichiarare il mio più totale accordo con Porcaro. Tuttavia vi sono alcune incongruenze nel suo discorso  che mi portano a chiedere, senza al momento giungere ad alcuna conclusione, se Porcaro può essere un compagno di strada, o soltanto qualcuno con cui al momento potrebbe essere interessante  confrontarsi, ma con cui le strade potrebbero nuovamente divergere anche nel futuro prossimo. Tali incongruenze riguardano la figura di Preve richiamata dallo stesso Porcaro nell'intervista. Tutto quanto egli afferma porta alla logica conclusione che si dovrebbe dire chiaramente che ci si è sbagliati su Preve, egli aveva ragione, non su tutto perché aveva anche lui i suoi limiti, come tutti, ma aveva ragione sulle questioni sostanziali. Invece, Porcaro continua a prendere le distanze. Nell'intervista afferma che nei testi di Preve sulla questione della comunità resta un approccio «qua e là etnicista». Mi farebbe piacere chiedere direttamente a Porcaro dove ha riscontrato questo etnicismo. Non si può fare una discussione seria con queste generiche accuse. Il comunitarismo di Preve non è «etnicista», e nemmeno «localista» come egli scrive nella Prefazione alla ripubblicazione da parte di Inschibboleth Edizioni di  “Elogio del comunitarismo”. É Preve stesso a chiarire che la sua critica dell'universalismo del comunismo storico non è «localista», ma è l'abbandono di un universalismo che si è rivelato fallimentare per seguire una diversa strada verso un un universalismo non impositivo (ho affrontato la questione in modo più dettagliato in questo intervento (1) a cui debbo per brevità rimandare). Da un lato si assumono le idee di Preve, da un altro si continua a prendere le distanze nei suoi confronti. Non so come definire tale posizione assurda e contraddittoria, un atteggiamento contraddittorio che riscontro anche in Carlo Formenti che da un lato denuncia il «vergognoso ostracismo» di cui è stato fatto oggetto Preve, dall'altro prende le distanze verso il suo «provocatorio» confronto con Alain de Benoist. Ora, da quando Preve intraprese un produttivo confronto con tale notevole intellettuale francese che è stato fra i principali promotori di un rinnovamento culturale della destra che l'ha sganciata dalle secche del nostalgismo, e che ha dato vita alla cosiddetta Nuova destra, tale confronto è diventato la norma, per la stessa Ottolina. Ciò si è verificato soprattutto in seguito alla guerra contro la Russia. Come ha ben messo in luce un recente articolo di Micromega, vergognoso nelle intenzioni, ma abbastanza preciso nei contenuti. Posso aggiungere, a titolo di esempio, che Clara Statello, uno dei «pilastri» dell'attività informativa di Ottolina, ha pubblicato nel 2020 un libro dal titolo “Contrasto al Covid-19: la risposta cinese” con altri autori provenienti da destra,  con Anteo Edizioni, casa editrice diretta da Stefano Bonilauri, da me conosciuto quando era leader maximo (detto scherzosamente) di “Stato e potenza”, piccola organizzazione che prendeva il nome dall'omonimo libro di Zjuganov, edito in Italia da “Edizioni all'insegna del Veltro” diretta da Claudio Mutti, con cui Bonilauri aveva in precedenza collaborato. Stato e potenza non ha cambiato la storia della politica italiana, tuttavia all’epoca fu l’unica a scendere in piazza in difesa della Libia di Gheddafi, mentre esponenti di Rifondazione assaltavano l’ambasciata libica in Italia. Anteo edizioni ha pubblicato anche “Ucraina. Tra Russia e Nato” di Marco Pondrelli, direttore del sito web di Marx 21. Alessandro Bartoloni non ha avuto dei rilievi da fare nei confronti dell'ottimo Andrea Zhok durante un'interessante intervista sul liberalismo. Zhok ha partecipato ad alcuni convegni promossi da Indipendenza di Gianni Alemanno, nonché sottoscrittore insieme al grande storico Franco Cardini e altri di un manifesto dal titolo "L'Italia e l'Europa contro la guerra". Personalmente, nutro dei dubbi sulla possibilità (più che sulla volontà) dell'organizzazione di Alemanno di promuovere una politica sovranista, ma è bene sostenere queste iniziative.
Tutto quanto detto mostra un dato di fatto, sulla questione della sovranità convergono individualità politiche provenienti da percorsi diversi se non opposti. D'altronde lo stesso Porcaro afferma nell'intervista suddetta che sulla questione della sovranità è lecito allearsi con chiunque. Un'altra delle affermazioni presenti nel video che sottoscrivo in pieno. Infatti, solo la presenza di uno stato sovrano dà senso alla diversità politica, anzi all'attività politica stessa.
In quel barlume di opposizione politica che si conserva oggi in Italia convergono percorsi diversi se non opposti, ma che possiamo riassumere, semplificando, in due filoni principali: coloro che provengono dal comunismo, soprattutto quello più coerentemente anti-imperialista, e coloro che provengono dalla Nuova destra non nostalgica del fascismo come quella di Alain de Benoist.
D'altronde che vi sia la necessità di collaborare tra forze di segno opposto lo si vede principalmente in Russia, dove nella difesa del Donbass abbiamo visto sia la bandiera dell'Unione Sovietica sia la bandiera della Russia zarista. E ciò deriva dal fatto che la Russia oggi intende giustamente ricucire la sua storia e non rifiuta né l'eredità della «grande guerra patriottica» contro l'invasione nazista, né l'eredità della Russia precedente alla Rivoluzione sovietica. Forse questo esempio chiarisce meglio quello che  può sembrare solo un caotico e senza senso rimescolamento di carte.
Non mi convince il rapporto contraddittorio nei confronti di Preve che è sul piano filosofico una figura centrale per quanto riguarda la costituzione di una nuova opposizione politica, e la poca  chiarezza di Ottolina sulla collaborazione di fatto con forze e singoli provenienti da opposte esperienze politiche. La mia supposizione, che resta tale, è questa: si intende forse attingere dal bacino della pur flebile opposizione politica sopravvissuta in Italia, perché in questo ambito permangono dei «segnali di vita», mentre  ormai la sinistra tradizionale è in uno stato di morte cerebrale, ma per riportare il tutto nell'ambito degli steccati della vecchia contrapposizione tra destra e sinistra che ormai non definiscono più la realtà politica odierna, in quanto sorta in un contesto oggi completamente mutato? Quanto sia necessario superare questi steccati, (il che non vuol dire che le diverse appartenenze e provenienze debbano essere buttate a mare o ignorate, ma sicuramente radicalmente rielaborate in base all’esperienza storica) ce lo dimostrano l'esperienza di Mélenchon in Francia che ha dilapidato una ben consistente opposizione a Macron, e in Germania l'esperienza del partito di Sahra Wagenknecht che va al governo nel Brandeburgo con l’Spd, e nella Turingia con Spd e Cdu. Egualmente, l'AfD, a dispetto del nome, non si rivela un'alternativa con il suo razzismo subalterno e nazistoide nei confronti degli immigrati, espressione di sentimenti regressivi che niente hanno a che fare la necessità di politiche di controllo dell'immigrazione.
Se la mia supposizione si rivelasse esatta, il pur finora interessante esperimento di Ottolina muterebbe di segno, e perderebbe di interesse, almeno per quanto riguarda chi scrive, ma credo anche per altri.
*) https://ottolinatv.it/.../legemonia-culturale-della.../
1) https://www.centroitalicum.com/la-teoria-del-mondo.../