Tra mondo e immagine
di Pierluigi Fagan - 18/02/2025
Fonte: Pierluigi Fagan
Il generale Mini, su FQ di oggi, torna sui contenuti di un nostro post di qualche giorni fa ovvero la “telefonata” tra Trump e Putin.
Mini nota che la telefonata ha avuto -probabilmente- come elemento secondario la messa sul tavolo delle linee principali entro le quali discutere la sospensione del conflitto in Ucraina. L’elemento primario che è poi quello che sfocerà nell’incontro diplomatico in Arabia Saudita e successivamente in un probabile incontro diretto Trump-Putin non riguarda direttamente la guerra o la pace in Ucraina ma la questione sottostante che ha portato alla guerra e che -rimossa- può portare alla pace, almeno di fatto, se non de jure.
Può portare ma non la garantisce, un accordo che sospenda il conflitto avrà a che fare con decine e decine di questioni su cui trattare, una groviglio molto complicato anche perché non tutti i partecipanti condividono la stessa buona volontà.
Dal che si comprende che tutto il chiacchiericcio sviluppato intorno alla presenza sì o no di Zelensky e degli europei non ha semplicemente senso poiché la volontà di ripristinare il dialogo tra Trump e Putin è una questione che attiene ai rapporti tra le due massime potenze militari planetarie per via dell’arma ultima che regola tutti i rapporti di forza: l’arma atomica.
Cito Mini “La chiacchierata è invece il riconoscimento reciproco dello status di potenze globali, più o meno equiparabili in molti campi ma egualmente dotate in armamenti nucleari e nella capacità di usarli. E forse tra una battuta e l’altra si sono trovati d’accordo nel non volerle rivolgere l’uno contro l’altro. Non solo: si è forse trattato del riconoscimento che i rispettivi interessi non sono salvaguardati dallo scontro ma dall’accordo. Di certo si sono chiariti di non considerarsi nemici.”.
L’estrema ignoranza delle questioni di relazioni internazionali e la cattiva fede con la quale si è ammantato il conflitto ucraino che nasceva da un tentativo americano di mettere sotto eccessiva pressione la Russia e Putin nello specifico, ha fatto sì che ancora oggi si parli di cose che non c’entrano nulla rispetto alla telefonata.
L’anno prossimo, ad esempio, scade l’ultimo e più importante trattato di bilanciamento tra le due superpotenze il New START, l’ultimo trattato rimasto in materia di disarmo nucleare. Putin ha sospeso la partecipazione al trattato ma non si è ritirato dal trattato nel 2023. Il New START è tutto ciò che rimane della complessa architettura di trattati che bilanciavano i rapporti tra le due potenze, soprattutto in Europa. Non è un caso che fonti americane abbiamo nei giorni successivi la telefonata, fatto trapelare la necessità di coinvolgere la Cina nella discussione. Non coinvolgere la Cina nella questione Ucraina, ma nello stabilire le regole del gioco geopolitico militare per i prossimi anni. Non a caso proprio ieri, qualche testata americana ha riportato l’ipotesi che gli americani ritirino le proprie truppe dagli stati baltici, se ti prometti pace devi mostrare la buona volontà di evitare il contatto diretto, non si sa mai. Ci sarà stato un altro mezzo chilo di questioni relative questo problema di architettura generale del mondo complesso che io non conosco, ma che vedo nessuno conosce né ha interesse a citare.
Tutto ciò attiene a “mondo” ma noi non abbiamo a che fare con “mondo”, noi abbiamo a che fare con “immagine di mondo”, con l’intercapedine messa in mezzo tra noi e mondo.
Questa intercapedine è stata riempita, in questi anni, di discorsi, valori, giudizi, passioni che nulla c’entrano col mondo in quanto tale, per questo oggi è così difficile per gli europei riconoscere che -giustamente- né loro, né gli ucraini, c’entrano alcunché con la chiacchierata avviata tra americani e russi.
Non si può serenamente dire la verità ovvero che la guerra in Ucraina nasce da questo tentativo statunitense di porre massima pressione su Russia e Putin per disintegrarla e non lo si può dire perché altrimenti apparirebbe chiaro che in questi ultimi anni, tra democrazia vs autocrazia, la Kallas, Stoltenberg e Rutte, il neo-zar impazzito e tutta l’enorme massa di corbellerie pronunciate, altro non si è fatto che riempire l’intercapedine tra noi e la realtà per darci l’impressione che esistesse l’immagine voluta del mondo e non il mondo in quanto tale.
Non lo si può dire anche perché qualcuno potrebbe domandarsi a chi è venuta una idea così senza senso quale quella che ha motivato l’azione dell’amministrazione Biden a cui gli europei sono andati appresso come lemming decerebrati. Non solo una idea grave e massimamente pericolosa, dannosa in primis per gli interessi strategici europei, una idea senza senso strategico concreto, un calcolo surreale, irrealistico, sbagliato materialmente anche sospendessimo il giudizio di valore e facessimo finta di credere alla sua teorica perseguibilità.
Insomma, non si può riconoscere la realtà altrimenti si capirebbe che noi non siamo in contatto con la realtà ma con questo voluminoso mondo di rappresentazioni della realtà. Il mondo in cui ci fanno credere di vivere perché quello reale è troppo crudo per sopportarne la presa d’atto.