Ucraina e terre rare
di Daniele Dell'orco - 18/10/2024
Fonte: Daniele Dell'orco
Considerando la realtà dei fatti, ed escludendo quindi la possibilità che Zelensky voglia vendere la Fontana di Trevi come Totò, dal suo listino proposto in saldo dall'Occidente bisogna escludere le regioni attualmente (in tutto o in parte) sotto controllo russo. Che, si dà il caso, siano anche quelle più ricche di giacimenti di vario tipo. Cionondimeno però, anche il resto dell'Ucraina non è del tutto brullo.
L'affare proposto all'Occidente, quindi, sta abbastanza in piedi, ma con termini e condizioni diverse rispetto a quelle che immagina Kiev.
Washington, Londra e Bruxelles, in buona sostanza, dovrebbero scegliere tra imbarcarsi un'altra spesa da centinaia di miliardi come scritto ieri per provare a riconquistare il Donbass, oppure limitarsi a rientrare dell'investimento fatto fino ad ora prendendo in consegna per le proprie ditte appaltatrici il territorio "mutilato" ucraino.
Tra le risorse utilizzabili/utilizzate:
Uranio: nel 2023 l'Ucraina era il decimo produttore mondiale di uranio, con una produzione annuale di circa 1.000 tonnellate.
Titanio: il Paese possiede circa il 7% delle riserve mondiali registrate di titanio; la produzione annua è stata di 5.400 tonnellate.
Litio: l'Ucraina possiede quasi 500mila tonnellate di ossido di litio, una fonte di litio che rende le riserve del Paese tra le più grandi al mondo.
Grafite: negli anni passati l'Ucraina ha prodotto 5.200 tonnellate di grafite, pari allo 0,5% della produzione globale.
Ipotizzando dei numeri basati su stime del recente passato, il "tesoro" ucraino ammonterebbe a 10/12 trilioni di dollari in terre rare. Considerando che una parte di questi asset è già stata appaltata a consorzi internazionali sia tra il 2014 e il 2022 e sia dopo il 2022, la proposta di Zelensky attuale consiste sostanzialmente nel cercare di ottenere qualcosa in cambio per ciò che ancora ha, anziché aspettare che i russi militarmente da un lato e gli occidentali economicamente dall'altro si prendano comunque tutta la torta senza chiedere il permesso. Senza un ingresso tempestivo nella Nato (impossibile), con territori contesi al suo interno e con una leadership politica debole ma fedele dall'Occidente in cambio di sfruttamento delle risorse naturali, l’Ucraina si candida ad essere il primo "Stato africano-europeo": una colonia moderna su modello di quelle del Continente nero.