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Ucraina: le cinque dichiarazioni che creano una “tragedia perfetta”

di Alessandro Orsini - 04/02/2025

Ucraina: le cinque dichiarazioni che creano una “tragedia perfetta”

Fonte: Alessandro Orsini

Zelensky continua a perdere territori e roccaforti in Donbass. Sotto il profilo militare, la guerra è sempre la stessa: un disastro senza fine per Zelensky. Sotto il profilo politico, invece, siamo entrati in una nuova fase della guerra che chiamo fase della “tragedia perfetta”. Questa fase presenta due caratteristiche. La prima è la colpevolizzazione di Zelensky e la seconda è l’umiliazione dell’Unione europea per mano della Casa Bianca. È una tragedia politica perfetta giacché coloro che hanno combattuto questa guerra contro i propri interessi – l’Unione europea e Zelensky – adesso vengono anche irrisi, insultati e dileggiati da chi ha mosso i fili da lontano: la Casa Bianca. Una tragedia politica perfetta è fatta soprattutto di dichiarazioni continuamente esibite sulla scena. È necessario tenere un diario delle dichiarazioni tragicamente perfette a partire dalla vittoria di Trump. Al momento, conto cinque dichiarazioni perfettamente tragiche.
La prima è provenuta da Mark Rutte, secondo cui la Russia produce in tre mesi le armi che la Nato produce in un anno da Los Angeles ad Ankara. Dire “da Los Angeles ad Ankara” significa dire 32 Paesi contro uno. Figuriamoci se le armi della Russia fossero sommate a quelle della Cina, dell’Iran e della Corea del Nord. Domanda: se l’industria militare della Russia, da sola, sovrasta quella della Nato, quali sarebbero i rapporti di forza tra la Nato, da una parte, e Russia, Cina, Corea del Nord e Iran, dall’altra? L’Unione europea continua a dire che deve prepararsi alla guerra con la Russia entro due o tre anni. È chiaro che la classe dirigente dell’Unione europea ha perso il contatto con la realtà completamente.
La seconda dichiarazione è di Trump, secondo cui Zelensky è il vero colpevole della tragedia del suo popolo per avere pensato di potere sconfiggere la Russia. A Fox News, Trump ha incolpato Zelensky per non avere trattato con Putin subito dopo l’invasione. La terza dichiarazione perfettamente tragica è di Zelensky, secondo cui “l’Ucraina non ha le forze per riconquistare i territori perduti”. La quarta dichiarazione è di Marco Rubio, secondo cui chiunque abbia affermato che l’Ucraina poteva sconfiggere la Russia è un “disonesto”. Questa accusa si abbatte sul 99% dei media italiani e su tutti i leader europei, da Ursula von der Leyen a Giorgia Meloni. La premier italiana ha sempre sostenuto che gli ucraini potevano sconfiggere i russi. Durante il G20 da remoto del 22 novembre 2023, Putin chiese una soluzione diplomatica. Meloni gli rispose che la Russia avrebbe dovuto ritirarsi senza chiedere niente in cambio. La grande stampa italiana celebrò quella che, in realtà, era una fanfaronata: “Circa il fatto che, come ha detto Putin, la Russia vuole lavorare sulla pace, questo – ha detto Meloni – mi trova contenta, ma se vuole pace basterebbe ritirare le truppe”.
La quinta dichiarazione è di Budanov, il capo dei Servizi segreti militari ucraini, secondo cui l’Ucraina rischia di morire come Stato se Putin non sarà fermato entro l’estate. Queste cinque dichiarazioni devono essere conservate perché se ne aggiungeranno molte altre, ancora più umilianti per l’Europa e Zelensky. Il rischio è di perdere il conto. La questione che tutti dovrebbero discutere, ma che tutti evitano, è la seguente: come può l’Unione europea prepararsi alla guerra con Putin entro due o tre anni se il divario tra la potenza militare dell’Europa e quella del blocco sino-russo è pressoché incolmabile? All’Unione europea sembra mancare l’arma più importante: un cervello funzionante.