Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Ucraina. Trump non è uomo di pace, ma deve gestire la sconfitta della Nato

Ucraina. Trump non è uomo di pace, ma deve gestire la sconfitta della Nato

di Alessandro Orsini - 12/02/2025

Ucraina. Trump non è uomo di pace, ma deve gestire la sconfitta della Nato

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Anche Toretsk è caduta. Trump sta ponendo la Russia in una condizione di grandissimo vantaggio: un vantaggio sempre esistito, che Trump sta aumentando a dismisura.
In primo luogo, Trump ha garantito ai russi tranquillità assoluta assicurando che non aumenterà gli aiuti militari all’Ucraina. Se anche il fronte crollasse, Zelensky non riceverebbe più armi di quelle ottenute finora. Trump pensa che armare l’Ucraina siano soldi sprecati perché crede che nessun’arma possa salvare l’Ucraina. All’esercito ucraino manca un intero Paese alle spalle. Trump vuole prendere quel che avanza più che dare per avanzare spolpando il sottosuolo ucraino. In secondo luogo, Trump ha rinunciato all’idea di sconfiggere la Russia sul campo. Biden intendeva infliggere una sconfitta strategica alla Russia. Trump ritiene che questo sia impossibile. Putin è serenissimo giacché la Nato, sotto Trump, non ha più deterrenza, checché ne dica Giuseppe Cavo Dragone al Corriere della Sera. In terzo luogo, Putin gongola perché Trump intende vessare e umiliare l’Unione europea. Ma ogni nuova escalation richiede compattezza tra Stati Uniti e Unione europea. Trump non può litigare il lunedì con Bruxelles per i dazi e chiedergli il martedì di aumentare le sanzioni alla Russia. E poi c’è Giorgia Meloni sempre pronta a conficcare un coltello nella schiena alla Commissione europea. Meloni è molto più fedele a Trump che a Ursula von der Leyen. La sua gara con Orbán a chi è più sottomesso alla Casa Bianca è appena iniziata. Se Trump martellerà l’Unione europea con i dazi, qualche anti-Meloni europeo – qualcuno che si stanchi dei piedi in faccia della Casa Bianca – chiederà di aprire i mercati alla Cina e di riprendere a comprare il gas dalla Russia: l’unica arma di ricatto dell’Unione europea verso gli Stati Uniti. Bruxelles potrebbe mettere Trump in ginocchio se smettesse di vivere in ginocchio.
Purtroppo, occorre segnalare altre disgrazie per l’Ucraina. L’esercito russo è una macchina elefantiaca. Lenta a slanciarsi, è altrettanto lenta a fermarsi. Ora è in pieno slancio. Tirando il freno adesso, rallenterebbe tra molti mesi. E non ci sono segnali che Putin stia disinvestendo nella guerra. Semmai i segnali sono opposti. Trump dice che Putin vuole fermare la guerra subito. Putin ha un interesse a farlo credere. Il Cremlino ha bisogno della narrazione ottimistica di Trump per mettere i falchi d’Europa in un angolo. Putin entra a Toretsk? Nessun problema, tanto vuole fermare la guerra. Putin martella Odessa? Tranquilli, sono gli ultimi colpi di cannone. Putin arma nuove divisioni? Sì, ma niente di preoccupante perché Trump e Putin si telefonano. Il futuro promesso da Trump è luminoso, ma il presente di Zelensky è sempre tetro. Chiariti i fondamentali, ecco che Trump appare per quello che è. Trump non è l’uomo della pace; è semplicemente l’uomo che gestisce la sconfitta strategica della Nato per mano della Russia in Ucraina. Ingoiare una sconfitta così pesante richiede molto tempo per una civiltà afflitta da complessi smisurati di superiorità come l’Occidente. Richiede chiacchiere autocelebrative e cifre campate in aria sui caduti russi come quelle sfoggiate da Cavo Dragone, secondo cui la Nato ha vinto e la Russia ha perso. Come no, è la prima cosa che si impara all’accademia militare: quando il nemico è sconfitto, bisogna dargli le porzioni più ricche e strategiche del territorio conteso supplicandolo di trattare. Una società può essere libera e vivere nella menzogna. D’altra parte, chi è libero di parlare è libero anche di mentire o di sfasare.