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Ultimo tango a Ficarolo: immigrazionismo fa rima con razzismo

di Alessio Mannino - 16/11/2016

Ultimo tango a Ficarolo: immigrazionismo fa rima con razzismo

Fonte: vvox

Prima le strutture alberghiere a Costagrande, a Prada di San Zeno di Montagna e a Castel d’Azzano nel Veronese, ora l’hotel Lory a Ficarolo in provincia di Rovigo: le requisizioni statali di alberghi privati continuano. Il video di Servizio Pubblico con il titolare del Lory, Luigi Fogli (nella foto), che tenta di resistere all’esproprio, è semplicemente agghiacciante. Perché filma il fallimento dell’Italia: i Comuni si rifiutano di accedere ai fondi per l’accoglienza negando l’ospitalità, i prefetti sono costretti a espropriare luoghi con letti vuoti e servizi disponibili pur di infilare da qualche parte i richiedenti asilo, i proprietari attendono di essere risarciti con un indennizzo ma intanto hanno le camere occupate. E i residenti vedono lo Stato impegnato a soccorrere stranieri arrivando a misure di guerra come l’esproprio. Una guerra fra poveri, che genera un senso di ingiustizia sia fra gli italiani che non godono dell’assistenza di Stato per i loro figli disoccupati (differenti dai migranti economici solo perchè qui resiste ancora il “welfare familiare”), sia fra coloro che non si capacitano di quanto odio possa scatenarsi contro ragazzi, donne e bambini che cercano di rifarsi una vita nel “ricco” Primo Mondo. Un odio incanalato verso l’obiettivo sbagliato: non sono gli immigrati  i colpevoli, e neppure i sindaci o i prefetti. Come non lo sono i cittadini che giustamente s’indignano (coi soliti strumentalizzatori politici che sperano di farci la cresta elettorale, ma questo va da sè, su, è ovvio).

No, qua il responsabile è l’imbelle, rinunciatario, cialtrone, ipocrita e coglione Stato italiano. Ovvero tutti i governi che si sono succeduti alla guida del Paese, con alcune varianti e differenze. Perchè la gestione interna diventa tragica nel momento stesso in cui è, appunto, interna: cioé entro i nostri confini. Una volta messo piede sul territorio nazionale, un migrante va preso in cura e identificato: di qui tutta la catena di problemi logistici, organizzativi e socialilegati alle poche e inadeguate commissioni di verifica sullo status di profugo, ai campi-lager stracolmi, ai finanziamenti al business dei centri Sprar, insomma all’impreparazione e al peloso giro d’affari in nome dei princìpi umanitari e di solidarietà. L’unica soluzione, quanto meno in prospettiva, l’aveva abbozzata il governo Berlusconi con il Trattato di Bengasi del 2007 con la Libia di Gheddafi (che poi lo stesso Berlusconi ha lasciato accoppare contro i nostri interessi, facendo quelli di francesi, inglesi e americani). Ovvero gli accordi bilaterali Stato per Stato coi Paesi africani di provenienza,spendendo alla fonte, ossia tenendo là gli aspiranti profughi (specie quelli, e sono molti, che arrivano via aereo e non sui barconi), quel che spendiamo e sperperiamo a valle, sulle nostre coste e nelle nostre città. Ma è una politica troppo faticosa e intelligente perchè possa essere seriamente perseguita da qualcuno a Roma.

La stessa Lega che allora era al governo, ripete il ritornello di “aiutarli là”: ma qua non si tratta di aiutare, bensì semplicemente di far presidiare i confini-colabrodo nel sub Sahara, perchè per dare un vero aiuto bisognerebbe toglierci noi dai piedi laggù, levar le tende con le nostre multinazionali e il nostro invadente neo-colonialismo economico. Il Movimento 5 Stelle, che pure in passato aveva sposato con Di Maio la “via australiana” alla questione migratoria (identificazioni fuori dalle nostre frontiere, in centri pagati e gestiti dall’Unione Europea), si tiene sotto traccia, lasciando tutto lo spazio politico agli esagitati di estrema destra.

Forse non avete capito, signori. Da una parte c’è l’afflusso continuo e senza limiti di immigrati su cui lucrano gli “speculatori della carità” (cattolici di destra e sinistra, coop rosse). Dall’altra la “bomba sociale” di un relativo benessere che imploderà quando i nonni estinti non gireranno più la pensione a figli e nipoti, che impoveriti cercheranno un capro espiatorio. Stanno davvero facendo di tutto per far diventare gli italiani quel che non sono mai stati, e cioè dei razzisti. Stanno chi? Ma i padroni delle ferriere, che usano gli immigrati come inesauribile esercito di riserva, braccia e menti a buon mercato. Loro e i loro valenti alleati, le anime belle che delirano di un pianeta senza differenze, omologato e uniformato, senza più limiti di nessun genere. Razzismo e immigrazionismo, due facce della stessa medaglia.