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Un mondo diviso. Russia, Cina e l’Occidente

di Sandro Arcais - 03/11/2022

Un mondo diviso. Russia, Cina e l’Occidente

Fonte: Pensieri provinciali

Un mondo diviso. Russia, Cina e l’Occidente. Questa è la traduzione del titolo originale in inglese di uno studio curato da sei giovani virgulti del pensiero liberale allevati a Cambridge, per la precisione presso il Centro per il Futuro della Democrazia. L’oggetto dello studio è la percezione delle tre grandi potenze da parte dell’opinione pubblica mondiale.

I risultati dell’indagine sono molto interessanti, altrettanto lo è la smaccata faziosità degli autori nel presentarli. Nel leggere il rapporto sembrano risuonare in continuazione le parole di Borrell:

L’Europa è un giardino (…) È la migliore combinazione di libertà politica, prosperità economica e coesione sociale che l’umanità è stata in grado di costruire” (…) Il resto del mondo non è esattamente un giardino. La maggior parte del resto del mondo è una giungla e la giungla potrebbe invadere il giardino.

Nella presentazione sintetica dei più importanti risultati farò quindi qualche cambiamento che elimini questa faziosità nel presentare i fatti, e la sostituirò con un’altra faziosità, la mia.

Il primo risultato dell’indagine è che il mondo è diviso in due: l’Occidente ricco e il Sud del Mondo più o meno in ritardo di sviluppo. Tra gli 1,2 miliardi di persone che vivono nei regimi liberali del mondo, tre quarti (75%) hanno oggi un’opinione negativa della Cina e l’87% della Russia. Tuttavia, per i 6,3 miliardi di persone che vivono nel Sud del Mondo, il quadro è invertito. In queste società, il 70% ha un’opinione positiva della Cina e il 66% della Russia.

Il secondo risultato dell’indagine è che l’esperienza dell’incapacità dei loro governi di assicurare e curare il benessere della maggioranza della popolazione è associata a una maggiore ricettività dell’opinione pubblica nei confronti della Cina e della Russia. La maggioranza dell’opinione pubblica è insoddisfatta delle prestazioni dei loro governi in 7 Paesi su 10 (69%) che sono a maggioranza favorevoli alla Russia. In media, una maggioranza guarda con favore alla Cina in tre quarti (73%) dei Paesi che sono a maggioranza insoddisfatti dell’andamento del loro governo.

Il terzo risultato è che la Cina è ora in vantaggio nei Paesi del Sud del Mondo. Per la prima volta, nei Paesi del Sud del Mondo il numero di persone favorevoli alla Cina è leggermente superiore (62%) a quello degli Stati Uniti (61%). Questo vale soprattutto per i 4,6 miliardi di persone che vivono nei Paesi coinvolti  nella Belt and Road Initiative, tra i quali quasi due terzi hanno un’opinione positiva della Cina, rispetto ad appena un quarto (27%) dei Paesi non partecipanti (vale a dire tutti o quasi i paesi dell’Occidente liberale).

Il quarto risultato è che il favore nei confronti della Cina nei Paesi dell’Occidente liberale è crollato negli ultimi anni. Se solo cinque anni fa due cittadini occidentali su cinque (42%) avevano un’opinione positiva della Cina, oggi la cifra è appena la metà (23%).

Il quinto risultato è che lo stesso fenomeno è accaduto nei confronti della Russia. Nel corso dell’ultimo decennio, la percentuale di cittadini occidentali con una visione positiva della Russia era già scesa da due su cinque (39%) a meno di un quarto (23%) alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina nel 2022 – e ora si attesta ad appena uno su otto (12%). La Russia ha anche perso favori tra i Paesi europei un tempo favorevoli, tra cui la Grecia (scesa dal 69% al 30% di favorevoli), l’Ungheria (dal 45% al 25%) e l’Italia (dal 38% al 14%).

Il sesto risultato della ricerca è che il vero terreno di influenza internazionale della Russia si trova al di fuori dell’Occidente. Il 75% degli intervistati in Asia meridionale, il 68% nell’Africa francofona e il 62% nel Sud-est asiatico continuano a vedere il Paese positivamente nonostante gli eventi di quest’anno.

In conclusione, il mondo si sta dividendo in due fronti nettamente contrapposti: i regimi liberali occidentali e la grande maggioranza del mondo. Quest’ultima si sta schierando sempre più dalla parte della Cina e della Russia e l’Occidente risulta essere sempre più isolato e chiuso in se stesso. Gli autori dell’articolo inquadrano la divisione del mondo all’interno di una contrapposizione tra civiltà e ritardo di civiltà o inciviltà vera e propria. Il “giardino” e la “giungla”, appunto. Non hanno a disposizione altre categorie per leggere il terremoto che sta scuotendo dalle fondamenta il mondo nato almeno 5 secoli fa.

E ora alcuni grafici tratti dallo studio.

In questi tre grafici sono evidenti le dinamiche totalmente opposte in merito alla percezione di Cina e Russia in Occidente e nella Grande Maggioranza del Mondo.

La percezione della Russia a seguito della guerra contro la Nato-Ucraina. Nelle aree del mondo (Asia meridionale e del sud-est e Medio Oriente) dove il favore nei confronti della Russia era in netta crescita, la guerra in Ucraina ha determinato una lievissima flessione. Nei regimi liberali dominati dal blocco anglosassone a guida USA, in cui il favore nei confronti della Russia era già arrivato a percentuali minime, la guerra in Ucraina ha determinato un ulteriore crollo.

La percezione della Cina. Più netta è la divisione del mondo nei confronti della Cina. Da una parte i regimi liberali dell’Occidente ricco, dall’altra il Sud del mondo. Nei primi il favore nei confronti della Cina è il calo più o meno dal 2018. Nei secondi è in crescita dal 2020.

Il grafico che segue l’ho ritoccato evidenziando in blu i paesi ricchi e in celeste i paesi mediamente ricchi appartenenti al blocco occidentale. Improvvisamente, emerge che il favore o sfavore nei confronti di Cina e Russia dipende dalla ricchezza o povertà della sua popolazione.

Stesso discorso può essere fatto per il grafico analogo al precedente, che vuole indagare la relazione tra visione della Russia e Cina e il livello di “libertà civili” presente nei vari paesi. Anche in questo caso, emerge nuovamente la correlazione tra ricchezza/povertà della popolazione e sfavore/favore nei confronti della Russia e della Cina.

Sempre più il mondo si sta dividendo tra il “giardino” assediato dell’Occidente capitalistico e liberale e la “giungla” del Sud del mondo alla ricerca di riscatto e benessere che vede nella Cina e nella Russia i suoi paesi guida.

Queste le conclusioni degli autori del rapporto:

… la divisione geopolitica odierna … trova le sue basi nella politica e nell’ideologia politica: in particolare, se i regimi sono democratici o autoritari, e se le società sono liberali o illiberali nella loro visione fondamentale della vita. Nella prima categoria rientrano le società marittime basate sul commercio, sulla libera circolazione dei popoli e delle idee e sulla tutela dei diritti individuali: in questo gruppo troviamo i Paesi dell’Europa occidentale, le società derivate dallo stanziamento di coloni dell’America settentrionale e meridionale e dell’Australasia, nonché le democrazie insulari ad alto reddito dell’Asia settentrionale e del Pacifico. La seconda categoria, invece, comprende gli imperi continentali storicamente basati sulla terraferma: Iran, Russia, Asia centrale, Cina e Medio Oriente arabo. In questo senso, i paragoni con la Guerra Fredda non sono del tutto errati. Infatti, anche se quest’ultimo gruppo abbraccia l’intera gamma di istituzioni politiche e ideologie – dall’islamismo al comunismo laico, dal monarchismo tradizionalista al populismo dei movimenti di massa – essi sono uniti nel rifiuto della modernità occidentale e della relativa alternativa politica e sociale.

Le mie sono molto diverse. La divisione che si sta profilando è tra un impero capitalistico in decadenza, ma ancora ricco, rapace e avido, basato sulla grande finanza, le multinazionali e il dollaro, dominato dagli U.S.A. e votato al dominio unilaterale del mondo intero sulla base di una sua supposta superiorità morale e civile (il “giardino”), e un Sud del mondo in crescita, guidato dalla Cina e dalla Russia, in cui la manifattura ha ancora un peso, in cui lo stato ha una importante funzione pianificatrice e di controllo dell’economia e della finanza, e che tende a creare un ordine del mondo multipolare e rispettoso delle sovranità di tutti gli stati (la “giungla”).

A leggere l’articolo 41 della nostra Costituzione (<<L’iniziativa economica privata è libera. / Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. / La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.>>) noi dovremmo essere nella “giungla”.