Una strana sconfitta
di Umberto Bianchi - 15/07/2024
Fonte: Umberto Bianchi
Arrivata come un fulmine a ciel sereno, la notizia della sconfitta elettorale di
Marine Le Pen, in quel di Francia, ha suscitato nei nostri media mainstream un
misto di stupore ed entusiasmo per lo scampato “pericolo”, di dover assistere a
quel tanto temuto cambio della guardia nella politica, di uno dei piu importanti
paesi dell’Unione Europea. A ben vedere, pero, certi stupori ed entusiasmi sono,
in questo caso, totalmente ingiustificati e denotano una scarsa capacita di analisi
politica, accompagnati ad una non indifferente dose di malafede. Il caso Le Pen,
ancora una volta, ci dimostra che il contesto euro-occidentale nel quale oggidì
viviamo, al di la delle belle parole e dei soliti slogan, e tutt’altro che un’oasi di
liberta e democrazia, come qualcuno vorrebbe farci credere.
Non e una novita che il Front National, ora Rassemblement National, in quel di
Francia, non da ora, andava ottenendo un sempre maggior numero di consensi,
sempre piu erodendo le distanze con i maggiori partiti al potere. La gestione di
Marine Le Pen aveva poi, ulteriormente diminuito e quasi azzerato tali distanze,
aiutata dal sempre piu diffuso malcontento per le ricadute delle politiche
globaliste , di cui Macron si era fatto principale alfiere e portavoce. Dall’ “affaire”
dei tagli alle pensioni, al supino allinearsi sulle piu intransigenti posizioni
atlantiste e guerrafondaie, come nel caso del conflitto russo-ucraino, sino alle
liberticide politiche durante la “pandemia”, senza voler parlare dei problemi
legati all’immigrazione, tutta la serie di fattori concomitanti a cui abbiamo
accennato, hanno contribuito alla debacle alle elezioni europee dello
schieramento macroniano ed al successo della Le Pen.
Ora, interrogarsi sul perche, della sconfitta del Rassemblement, magari parlando
di una quanto mai fantomatica impreparazione dei quadri intermedi del partito
(così come fatto da alcuni commentatori politici…) o adducendo motivazioni di
puro calcolo matematico, per cui l’unione di tutti i benpensanti contro i
“cattivacci” di turno fa la forza, e esercizio totalmente falso ed inutile. Il fatto e
che, l’attuale sistema democratico-liberale occidentale sta, sempre piu,
dimostrando i propri limiti di modello che premia le oligarchie economiche e
non la volonta popolare. Quel che sta accadendo in Francia ne e la dimostrazione
piu evidente visto che, nonostante il Rassemblement national sia la prima forza
politica francese quanto a numeri di voti e consensi popolari, si trova ora
relegato a forza d’opposizione, quale terzo schieramento politico quanto a
numero di seggi in parlamento.
E questo fatto ci porta, a sua volta, ad un’altra considerazione. Quell’Europa che,
nelle ingenue elucubrazioni dei vari Altiero Spinelli ed altri, avrebbe dovuto
assurgere a spazio di liberta, si e invece trasformata in una odiosa gabbia dei
popoli, legata ad una conventicola di burocrati miopi e corrotti, priva di qualsiasi
dialettica e di prospettive di cambiamento, che non siano i soliti valzer di
poltrone tra gli incartapecoriti rappresentanti di blocchi politici, i cui consensi
vanno sempre piu reggendosi su meri calcoli di percentuali dettate da leggi
truffa, anziche, su un reale consenso popolare. E a dircela lunga su questo stato di
fatto, e l’altro convitato di pietra dello scenario politico e cioe il montante
fenomeno dell’astensionismo, indicatore piu che evidente del malcontento e
della radicale disaffezione dell’opinione pubblica europea e nostrana verso un
sistema politico sempre piu alla deriva.
E che oramai l’Europa sia divenuta una vera e propria gabbia dei popoli
unicamente al servizio degli interessi geostrategici degli Stati Uniti e del
Globalismo Finanziario, totalmente lontana dagli interessi della gente, ce lo
dimostra il risultato del recente vertice Nato, indetto in occasione del 70°
anniversario della nascita di questa istituzione…), durante il quale, si e deciso un
ulteriore e vergognoso pacchetto di aiuti in armi all’Ucraina per 270 e passa
milioni di euro. Soldi questi, letteralmente rubati all’assistenza sociale, sanitaria,
scolastica e, in genere, al benessere degli europei tutti. Abbiamo detto “rubati”,
perche, sia la costituzione italiana, che molte tra le altre costituzioni degli stati
europei, proibiscono in modo chiaro ed inequivocabile la partecipazione diretta
o meno a conflitti bellici, non dettati da aggressioni sul proprio territorio. La
Nato stessa statutariamente parlando, nasce con questo scopo, salvo poi esser
divenuta lo strumento-principe delle aggressive politiche dell’imperialismo Usa.
Arrivati pero a questo punto, visti i risultati disastrosi e fallimentari del liberal
capitalismo globale, sarebbe arrivata l’ora di un vero e proprio cambio di marcia,
cominciando proprio dagli attuali assetti sovranazionali. Ora, quando si vede
che un qualcosa non funziona, scontentando tutti e contraddicendo apertamente
quelle che ne erano le istanze iniziali, sarebbe ora di farla finita e di chiudere
definitivamente con certe situazioni, nella fattispecie rapporesentata da quella
specie di buffonesco carrozzone, di circo equestre di mantenuti targato
Bruxelles. Dovrebbe essere una indolore e consensuale separazione, di fronte
all’evidente fallimento di un modello, che non rappresenta piu nessuno, se non
se stesso. Stesso discorso, per quel che riguarda un’istituzione come la Nato,
divenuta un obsolescente carrozzone, un costoso residuo della Guerra Fredda, la
cui sopravvivenza e, come abbiamo gia detto, unicamente legata all’asservimento
agli interessi geostrategici Usa e null’altro piu.
Ed ancor piu della Comunita Europea, la Nato troverebbe la ragione del proprio
scioglimento in un altro illustre precedente: quello del Patto di Varsavia,
consensualmente discioltosi nei primi anni ‘90 del Novecento su base
consensuale, la cui obsolescenza ed inattualita, fu constatata proprio da parte dei
propri stessi aderenti, in primis l’ex Urss. A questo punto pero, certi
appuntamenti con la Storia, divengono improcrastinabili. Sarebbe veramente il
caso che l’opinione pubblica iniziasse a far sentire in modo piu chiaro ed incisivo
certe istanze come, parimenti, le classi politiche dei vari paesi europei,
dovrebbero invece prender coscienza di questo generale fallimento.
A prima vista, questo potrebbe sembrare un discorso surreale o utopistico. Grave
errore, sarebbe invece, quello di continuare a rimandare quanto qui auspicato,
visti i segnali dell’opinione pubblica di paesi come la Francia. Pensare che
un’opinione pubblica abituata a decenni di crescita economica e benessere
( anche se relativi e con tutte le difficolta ed imperfezioni connesse, sic!), accetti
di farsi privare di tutto questo, per continuare a portare avanti economie di
guerra e continui sati di emergenza, imponendo governicchi fondati su fragili
equilibri politici, lontani dal consenso popolare, e quanto di piu pericoloso ed
illusorio si possa fare. Prima se ne renderanno conto certi signori e meglio sara
per tutti.