Vaccinazione per adeguarsi al gregge
di Simone Torresani - 09/06/2021
Fonte: Il giornale del Ribelle
Nella dialettica tra favorevoli e contrari all'inoculazione dei vaccini l'informazione mainstream, imbeccata dai padroni della sovrastruttura del discorso, tende naturalmente a sminuire e denigrare la seconda categoria, facendo di tutto un mucchio e presentando coloro che non intendono vaccinarsi come un gruppo di "no vax" scarsamente istruiti, bifolchi -usando luoghi comuni ormai obsoleti della dicotomia città/campagne- con basso reddito e praticanti lavori scarsamente qualificati.
Vediamo di smontare questa farsesca "reductio ad Hitlerum" e di argomentare con calma, punto dopo punto. Che nella forchetta di percentuale oscillante tra l'11 e il 15% di coloro che non intendono vaccinarsi (sono dati di fine aprile) vi sia una certa quota di complottisti fantasiosi o di fanatici o di ignoranti (nel senso letterale della parola, non come offesa) ci sta ed è pacifico, è nella legge dei grandi numeri; si contesta al contrario il postulato argomentativo, che la narrazione vorrebbe imporre, dell' equazione "renitente al vaccino = no vax ignorante rozzo e complottista". È facile leggere un poco dappertutto, su siti o testate al di sopra di ogni sospetto, le storie e le testimonianze di persone del tutto normali, con buon livello scolastico e di reddito, che si informano da fonti altamente attendibili e qualificate, lontane anni luce dal complottista medio, che rifiutano con ragioni bene argomentate e particolareggiate di farsi iniettare il vaccino (si vedano i casi di infermieri marchigiani o piemontesi oppure la lettera aperta di una diciottenne al blog di Nicola Porro, tutte cose facilmente reperibili con una breve ricerca). Ebbene tutte queste persone assieme agli altri che argomentano razionalmente -escludiamo i seguaci delle teorie che prospettano cataclismi demografici o modifiche del DNA scimmiesche, anzi neppure li prendiamo in considerazione- non contestano né presunte o fantastiche mutazioni genetiche, né assurde teorie della cospirazione volte al depopolamento planetario. Sul piano sanitario contestano semplicemente le procedure di emergenza concesse dalle agenzie (EMA, AIFA, etc etc) a terapie geniche ancora sperimentali, prive di letteratura scientifica sugli effetti collaterali a medio-lungo termine e rivendicano il diritto appunto di non sperimentare tali terapie: se si trattasse, ad esempio, di vaccini antipolio o antimeningite senz' altro sarebbero, saremmo -aggiungo anche me stesso- i primi a farli ad occhi chiusi.
Ma il problema di "vaccino sì, vaccino no" non deve essere visto solo in ottica meramente sanitaria: oltre che sinceramente non si capisce la paura di un vaccinato (che dal 70 al 90% non rischia il contagio e quasi al 100% se lo rischia, lo rischia come una febbriciattola da due linee) verso un non vaccinato, paura irrazionale che a questo punto capovolge i ruoli e mette sul piano dello scetticismo chi si vaccina e non chi decide di non vaccinarsi, il punto riguarda sia la libertà di scelta, sia la pericolosa intrusione dello Stato nella vita personale, primo elemento dei totalitarismi come spiegherebbe bene a certi la compianta Hanna Arendt, e infine la contrapposizione tra libertà naturale e libertà ottriata, dal francese "octroyé", "concesso": proprio come le carte di Luigi XVIII o Carlo X nella Restaurazione ai sudditi.
I fautori del vaccino parlano di " vaccinarsi per dovere verso gli altri, la società, e poter ritornare liberi". A costoro io rispondo che prima di tutto non contesto la loro scelta di vaccinarsi ed è davvero un loro diritto farlo (purché, in una società davvero liberale e tollerante, essi rispettino il mio di non farlo) quindi li ammonisco su un punto ben chiaro: credete voi che la vostra libertà naturale passi per una "carta verde" rilasciata col vaccino? La "carta verde" equivale alle Costituzioni della Restaurazione europea post-Napoleone, è una libertà "ottriata" e concessa dal Potere, che si arroga tutto il diritto di decidere e di concedere al suddito cosa fare e cosa non fare. E che alzerà prima o poi il tiro. Voi sapete cosa è un diritto naturale? Si tratta di un diritto che trova la sua ragione di essere nella natura umana stessa e non nella codificazione o accettazione da parte di un governo di qualsiasi colore o regime che li concede. Il diritto alla libertà individuale, presupposto alla libertà di scelta e alla dignità umana, è esso stesso naturale all' uomo e non concesso per legislazione. Correre a farsi il vaccino perché "il vaccino rende liberi" (dove si era letta una frase di tenore abbastanza simile, solo col sostantivo "lavoro" al posto di "vaccino"? Da qualche parte in Polonia, credo...) è il più grande errore che un cittadino possa fare: significa spogliarsi della veste di cittadino per indossare i panni del suddito cui il Potere, di volta in volta, darà libertà ottriate sempre più ristrette, vigilate e condizionate ad altri paletti. Correre a farsi il vaccino per sicurezza personale va benissimo, chi vuole o chi è fragile e vuole giustamente tutelarsi ha tutto il diritto di ricevere ben presto la sua dose, ma il vaccino dovrebbe essere il tagliando per superare la paura e tornare veramente alle libertà pre-covid: noi parliamo di libertà pre-covid, perché quella del 2019 non era di certo "normalità".
Vaccinarsi e continuare ad avere paura del prossimo, del contagio, a indossare mascherine all'aperto, a "distanziarsi", a salutarsi col gomito, è indice esso stesso prima di tutto di una mancanza totale di fiducia nella terapia vaccinale e quindi di una vaccinazione fatta solo per adeguarsi al gregge e in secondo luogo della non consapevolezza dei diritti di cittadino, di membro della "Res Publica".
Aggiungo: sono proprio i vaccinati che continuano, nutrendo inconsapevolmente nessuna fiducia nei vaccini perseverando a indossare mascherine, a distanziarsi, ad avere paura di un contagio ridotto a un 10% scarso e come febbriciattola senza conseguenze, sono proprio costoro, dicevo, che spingono tutti quanti noi a radicalizzarci nella nostra legittima scelta. Perché sono i testimoni viventi che i diritti naturali non sono barattabili con nulla e che il vaccino non è "il passaporto per la libertà" tanto sbandierato. Anzi, dalle scene viste di recente a Bologna, deprimenti dal punto di vista scientifico ancor più che psicologico -si tratta una cosa seria come il vaccino alla stregua d'un albero della cuccagna come nei quadri di Bruegel, in un pigia pigia manco fossero stati profughi di guerra in attesa del pasto, che sono infinitamente più dignitosi e decorosi- si capisce come per molti il vaccino, la campagna vaccinale, sia inconsciamente un diversivo in una routine alienante e insensata. Questi sono i fatti. Tutto il resto è noia.