Vaccini: dopo lo schiaffo di Pesaro, il governo impone la fiducia e si rifiuta di mediare
di Ivan Cavicchi - 11/07/2017
Fonte: Il Fatto Quotidiano.
Me l’aspettavo: dopo la grande manifestazione di Pesaro di ben 10.000 free vax (40mila secondo gli organizzatori), il governo ha autorizzato la fiducia sul decreto vaccini considerandolo un atto fondamentale della propria azione politica e facendo dipendere dalla sua approvazione la propria permanenza in carica. Incredibile! Probabilmente quella manifestazione è stata percepita come una minaccia: il governo non era sicuro di avere i voti per far passare la proposta o temeva di soccombere nella discussione parlamentare; dopo le audizioni al Senato, infatti, erano emersi dubbi e smagliature e molte pretese certezze scientifiche erano cadute.
Nella pratica politica è noto che la fiducia viene usata dal governo per compattare la maggioranza parlamentare che lo sostiene o per evitare l’ostruzionismo dell’opposizione. In genere ponendo la fiducia tutti gli emendamenti decadono e la legge deve essere votata così come è stata presentata. Ma allo stato attuale non è dato sapere se il lavoro di mediazione fatto dalla commissione Sanità del Senato resti valido oppure no.
Mentre sono più o meno noti gli effetti collaterali di ciascun vaccino, non si conoscono quelli riconducibili ad una batteria di vaccini così alta né nel breve né nel medio e lungo periodo. A scanso di equivoci, e per non passare per quello che non sono, ricordo che:
– questo calo rappresenta sicuramente un problema da risolvere ma in nessun caso un’emergenza (compresi i casi di morbillo e di meningite che la propaganda strumentale ha esagerato);
– dopo che l’Oms ha dato indicazioni ai Paesi per sostituire la linea dell’obbligatorietà vaccinale con quella della raccomandazioni basate sul consenso informato e sull’alleanza terapeutica, tutta l’Europa ha ridotto i vaccini obbligatori (metà dei paesi membri non ha alcuna obbligatorietà) e in Italia regioni come il Veneto hanno ottenuto una buona copertura vaccinale con approcci basati sull’informazione e sul coinvolgimento delle persone.
Chiarito ciò non si comprende perché nel nostro Paese (nel frattempo diventato contraente di un importante accordo politico con gli Usa e Big Pharma che lo pone come paese pilota per le vaccinazioni del mondo) il governo proponga un decreto incomprensibile rispetto a qualsiasi onesta evidenza scientifica e addirittura imponga su di esso la fiducia al Parlamento, dichiarandosi così indisponibile a qualsiasi mediazione: si tratta di una rottura arrogante con una società composta non da genitori incoscienti e irresponsabili che rifiutano i vaccini, come li dipinge la propaganda, ma disposta al contrario ad una vera alleanza terapeutica che coniughi responsabilità, consapevolezza e libertà.
A proposito di mediazioni ricordo che, a partire dalle proposte del sottoscritto e da “Rete sostenibilità e salute”, sono seguiti gli emendamenti del Pd al Senato per ridurre a 10 i vaccini obbligatori, ridurre le sanzioni, salvaguardare i diritti dei genitori, monitorare i vaccini di nuova imposizione a tre anni.
Ma allora, se c’è una volontà a trovare un compromesso, perché la fiducia? La manifestazione di Pesaro, per quanto snobbata tanto dalla politica che dai media, è stata vissuta dal governo come uno schiaffo in piena faccia ma suppongo che a suggerire il ricorso alla fiducia sia stata soprattutto la necessità per Matteo Renzi di rispettare gli accordi internazionali sui vaccini che tra l’altro implicano importanti investimenti industriali anche in Italia proprio per la loro produzione.
Ma il governo si illude che con la fiducia imposta al Parlamento di fermare Pesaro cioè quelle migliaia e migliaia di genitori decisi a difendere i loro figli non dai vaccini ma dai vaccinatori senza scrupoli al servizio degli interessi superiori dello sviluppo economico. Che sviluppo è quello che impone le sue logiche sfruttando i bambini come consumatori di vaccini andando oltre qualsiasi regola di moralità?