Viva la sovranità! americana.
di Alessandro Volpi - 19/04/2025
Fonte: Alessandro Volpi
Un'umiliazione senza fine. L'incontro tra il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, e la presidente Meloni è stato, se possibile, infinitamente peggiore della visita alla Casa Bianca. A Roma, Meloni si è superata: ha, infatti, impegnato formalmente l'Italia a comprare armi Usa anche in deroga ai programmi europei, appena approvati dallo stesso governo Meloni, ha espressamente rinunciato ad ogni relazione con la Cina, ha sostenuto che il nostro paese favorirà la ripresa "della cantieristica degli Stati Uniti" (sic!) e ha condannato ogni misura che limiti il monopolio delle piattaforme digitali Usa in Italia, auspicando, dulcis in fundo, che i risparmi italiano possano fluire in maniera gioiosa verso i listini statunitensi. Io davvero mi domando se fosse stata possibile una svendita peggiore. Peraltro, tutto questo avviene in presenza di alcuni dati che davvero avrebbero dovuto far riflettere il governo italiano. Il primo. Nel trimestre iniziale del 2025 le esportazioni italiane verso gli Stati Unite sono diminuite di quasi il 10% e i dazi hanno ulteriormente pesato sulla produzione nazionale, già colpita da un duro costo dell'energia proveniente proprio dagli Usa: un peso che, di fronte a Vance, la raggiante Meloni si è detta pronta ad aggravare. Il secondo. Gli Stati Uniti stanno conoscendo un grave problema di svalutazione del loro gigantesco debito federale che obbliga il Tesoro degli Stati Uniti a pagare rendimenti crescenti perché i possessori di tale debito lo stanno cedendo rapidamente. In questo quadro, l'Europa potrebbe aumentare il volume della spesa pubblica attraverso l'emissione di debito comune in euro per finanziare il miglioramento reale delle condizioni di vita di europee ed europei e, invece, la presidente Meloni dichiara piena fedeltà al dollaro e al debito Usa, alimentando l'acrobazia trumpiana di mantenere il debito e il dollaro Usa come punti fermi del sistema di riserva globale, pur procedendo però ad una parziale svalutazione dello stesso biglietto verde, a tutto vantaggio delle merci americane. In pratica, Meloni grida la propria sudditanza agli Usa, si separa in modo netto dalla Cina e contribuisce a mantenere la centralità degli Stati Uniti persino con una moneta svalutata che, guarda caso, fa molto male alle produzioni italiane. Secondo me, quando Trump arriverà in Italia, nelle sue vacanze romane, Giorgia Meloni potrebbe offrigli il nostro paese se rinuncia alla Groenlandia: in fondo a Roma è più caldo, ci sono tanti monumenti che piacciono molto a Vance e il governo appare assai meno riottoso di quello danese. Viva la sovranità! americana.